In Val Leggia: Leggia/Tec(337m)-Il Pizzet(2218m)
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In Val Leggia: Leggia/Tec(337m)-Il Pizzet(2218m)
Continua l’esplorazione delle valli laterali della sx orografica della Val Mesolcina. La settimana scorsa ho percorso la Val Traversagna, la Val Cama l’ho visitata ripetutamente, oggi tocca alla Val Leggia con l’idea di raggiungere Il Pizzet, una cima non rilevante che fa parte della catena che divide la Val Leggia dalla Val Cama. Anche questa è una gita effettuata solo da un Hikr di lingua tedesca e oltretutto salendo dalla Val Cama.
Il Pizzet si rivela….una “barba” più che un pizzetto perché, a dispetto della sua contenuta altitudine si difende in tutti i modi dall’aspirante conquistatore. Innanzitutto si parte dalla frazione Tec di Leggia, davvero in basso e si penetra nella angusta Val Leggia con un tortuoso sentiero che si innalza lungo il suo versante orografico dx. Si raggiunge dapprima un bivio dove si lascia a sx una diramazione che conduce all’Alp de Dara mentre si prosegue diritti fino a giungere all’Alp de Comun e successivamente, usciti dal bosco si continua su erba, acqua e pietraia fino a quota 1860 dove si incontra un’altra alpe. Qui resto perplesso perché mi aspettavo di trovare l’Alp de Mea a 1980m di altezza ma non ne scorgo alcun segno da dove mi trovo. Ritengo così che la costruzione incontrata non sia altro che la vecchia Alp de Mea ricostruita più in basso. Che sia o no nel giusto, dopo aver gustato la vista che si gode dal circo nel quale mi trovo (da dx a sx: Torrion, Sass Mogn, Pizzo Paglia, Piz d’Agnon, alcuni ancora innevati) individuo la mia meta e mi dirigo verso la cresta sulla quale si trova il Passo del Segnale di Vazzola (passo percorso da me dalla Val Cama nel tentativo di raggiungere il Pizzo Paglia); per fare questo mi muovo lungo un percorso semicircolare e faticoso saltellando tra rivoli d’acqua, di pietra in pietra risalendo la vasta sassaia. Giunto in cresta mi rendo in conto di essere in “riserva” di energie e in ritardo di marcia; inoltre il percorso qui, se è rallegrato dalla vista stupenda del Lago di Cama sottostante, diventa un alternarsi di sentiero di capre dove muoversi guardinghi data l’esposizione e di tratti dove arrampicare. Più con la mia determinazione che con le mie forze arranco lungo la cresta scoprendo che l’ennesima cimetta superata nasconde in realtà una nuova cima. Di delusione in delusione comincio ad accarezzare l’idea di voltare le spalle finché vedo l’ultima elevazione che raggiungo a fatica, ma qui vedo il vero Pizzett ancora distante qualche decina di metri ed un’ultima salita.
In quel momento penso che nulla al mondo mi potrà indurre a proseguire e che la conquista del Pizzet è l’ultima cosa che mi interessa; mi siedo quindi a riposare cinque minuti su una pietra. Ma questo è sufficiente: la mente appannata dalla fatica torna razionale e vigile e capisco che la meta è davvero lì, solo da prendere. Allora mollo lo zaino e in cinque minuti sono su Il Pizzet, contento di esserci e di ammirare il mondo circostante da lì.
Dopo una breve sosta riparto per la discesa ma voglio evitare di ripercorre la mezzaluna seguita all’andata; valuto la pendenza del versante SO che scoprirò a casa essere del 45%, decido che si può fare con molta attenzione e parto. In effetti scendendo adagio con gli occhi attenti ad evitare gli improvvisi salti, la paretine viscide d’acqua e cercando di pensare come una “capra” perdo rapidamente quota e giungo all’alpe di q.1860. Di lì seguo il percorso a ritroso che sembra non finire mai e giungo all’agriturismo di fronte al quale ho parcheggiato l’auto.
Persone incontrate zero, unica compagnia delle simpatiche pecore in prossimità delle alpi ed il canto di tante specie di uccelli oltre al continuo scrosciare d’acqua sia dalle pareti della valle che sul suo fondo.
Due parole sul sentiero: è duro, sempre in tiro (la pendenza totale media è 25%) e bisogna fare grande attenzione anche nel bosco per non mettere un piede in fallo e saltare giù con conseguenze gravi. In compenso è segnato di recente, non si incontrano tracce dubbie ed è molto fresco essendo per lo più riparato da una rigogliosa vegetazione. Certo, è una via di accesso molto lunga ma porta al cospetto di belle cime e consente anche di scendere in Val Cama da dove si potrebbe ritornare a Leggia, credo senza allungare di molto l’itinerario. Come si dice…”per aspera sic itur ad astra!”
I tempi (per i precisi):
Località |
Tempo parziale |
Progressivo |
Leggia (Tec) N46.25909 E9.16609 |
0 |
0 |
Bivio 1187m |
2:00 |
2:00 |
Alp de Comun |
0:58 |
2:58 |
Alp de Mea |
1:03 |
4:01 |
q.2099 |
0:52 |
4:54 |
Il Pizzet |
0:40 |
5:34 |
Alp de Mea |
0:48 |
6:22 |
Alp de Comun |
0:38 |
7:00 |
Bivio 1187m |
0:38 |
7:38 |
Leggia (Tec) |
1:30 |
9:08 |
Pillole….di sudore e di fatica:
Dislivello salita/discesa 1921m
Lunghezza totale 15,04 km
Tempo totale lordo 9h08’
Tempo totale senza soste 8h33'
Soste totali 35’

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