Sentiero G, Cascata delle Forre della Valfredda, Sass de la Scigueta.
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Con il senno di poi decidere di andare a vedere la Cascata della Forra della Valfredda, raggiungendola dal sentiero G, alla fine di luglio, con un caldo torrido e dopo che sono passati solo una quindicina di giorni da una tempesta che ha abbattuto decine di alberi, non è proprio geniale. Visto che però in questo periodo non riesco ad allontanarmi da Varese ed ho solo un paio d'ore a disposizione decido di andare a vedere la suddetta cascata, quantomeno con tutta l'acqua che ha fatto sarà un bello spettacolo.
Raggiungo, come domenica scorsa il Costone dello Sgarbaz, imbocco il sentiero G deviando a destra poco dopo l'inizio della salita, i primi metri sono ben percorribili poi la vegetazione, perlopiù rovi e noccioli, si fa abbondante, gli impluvi sono pieni di materiale trascinato dall'acqua e richiedono attenzione. Arrivo al caratteristico masso forato che sovrasta il sentiero, ormai solo una traccia, ogni tanto c'è qualche sbiadito segno giallo a confortare il cammino. Poco oltre normalmente si vedono le Marmitte a picco sotto il sentiero, oggi la vegetazione è tanto fitta che non si scorgono affatto.
Poco oltre vedo sotto di me il letto, asciutto, del Rio della Valfredda, in qualche modo lo raggiungo, non so esattamente in che punto, davanti a me dovrebbe esserci il sentiero che sale verso il Bus de l'Alabaster...dovrebbe, in realtà il numero di alberi caduti è tale che non scorgo nulla, dopo essere andato avanti ed indietro un paio di volte decido di salire, dritto per dritto, dalle Marmitte, attaccandomi ad ogni albero ed arbusto possibile con molti sforzi raggiungo il sentiero.
Di vedere un'ulteriore volta la grotta non ho voglia per cui mi dirigo subito verso Sud per andare a prendere il sentiero che porta alla forra. Il sentiero, ormai divenuto il letto di un torrente, è ingombro di una quantità incredibile di rami e detriti per cui passo nel bosco rado alla sua sinistra.. Raggiungo il bivio che porta al traliccio e seguo il sentiero, nel tratto boscato senza grosse difficoltà ma nei pressi del traliccio dove il bosco è assente i noccioli sono cresciuti tanto numerosi che il passaggio è decisamente difficoltoso.
Proseguo perché so che un sentiero esiste e che dal traliccio manca ben poco al bivio per scendere alla forra, sennò avrei desistito.
Finalmente, fradicio di sudore e ricoperto di ragnatele sono al cartello che indica il "monumento naturale"
Scendo tenendomi al cavo di ferro, in molti punti lasco o mancante, in basso un albero caduto costringe ad una deviazione sulla sinistra ma senza difficoltà. Per prima cosa una sciacquata per levarmi di dosso tutte le ragnatele raccolte e rinfrescarmi. Poi ecco la cascata, nonostante più in alto il torrente apparisse asciutto qui di acqua ne scende abbastanza e lo spettacolo è piacevole.
Breve sosta e affronto il versante opposto per raggiungere il Mont dul Brug, il primo tratto non presenta difficoltà poi, dopo una cavità cieca, si arriva ad un punto che richiede un minimo di attenzione essendo esposto.
Dal Mont dul Brug risalgo il Costone dello Sgarbaz fino al raccordo che porta al Sas du la Scigueta e da lì proseguo per l'Alpe Ravetta. Il sentiero che porta a Bregazzana nella parte più prossima al paese è spesso pieno di fango, oggi al fango si aggiungono gli esiti della tempesta: l'acqua ha fatto franare un tratto di sponda trascinando a valle anche la recinzione che cingeva l'appezzamento sovrastante.
Pochi metri e sono in Via del Giglio e da lì in un attimo a casa.
Bella, quando c'è acqua la Cascata della Forra della Valfredda, certo è molto più pratico raggiungerla dal parcheggio lungo la strada della Valganna.
Difficoltà: il tratto di sentiero fra il Costone dello Sgarbaz e il Mot dul Brug passando per la Cascata della Forra della Valfredda, al netto della sovrabbondanza della vegetazione, richiede attenzione e direi che sia il caso di evitare di percorrerlo con tempo umido.
Raggiungo, come domenica scorsa il Costone dello Sgarbaz, imbocco il sentiero G deviando a destra poco dopo l'inizio della salita, i primi metri sono ben percorribili poi la vegetazione, perlopiù rovi e noccioli, si fa abbondante, gli impluvi sono pieni di materiale trascinato dall'acqua e richiedono attenzione. Arrivo al caratteristico masso forato che sovrasta il sentiero, ormai solo una traccia, ogni tanto c'è qualche sbiadito segno giallo a confortare il cammino. Poco oltre normalmente si vedono le Marmitte a picco sotto il sentiero, oggi la vegetazione è tanto fitta che non si scorgono affatto.
Poco oltre vedo sotto di me il letto, asciutto, del Rio della Valfredda, in qualche modo lo raggiungo, non so esattamente in che punto, davanti a me dovrebbe esserci il sentiero che sale verso il Bus de l'Alabaster...dovrebbe, in realtà il numero di alberi caduti è tale che non scorgo nulla, dopo essere andato avanti ed indietro un paio di volte decido di salire, dritto per dritto, dalle Marmitte, attaccandomi ad ogni albero ed arbusto possibile con molti sforzi raggiungo il sentiero.
Di vedere un'ulteriore volta la grotta non ho voglia per cui mi dirigo subito verso Sud per andare a prendere il sentiero che porta alla forra. Il sentiero, ormai divenuto il letto di un torrente, è ingombro di una quantità incredibile di rami e detriti per cui passo nel bosco rado alla sua sinistra.. Raggiungo il bivio che porta al traliccio e seguo il sentiero, nel tratto boscato senza grosse difficoltà ma nei pressi del traliccio dove il bosco è assente i noccioli sono cresciuti tanto numerosi che il passaggio è decisamente difficoltoso.
Proseguo perché so che un sentiero esiste e che dal traliccio manca ben poco al bivio per scendere alla forra, sennò avrei desistito.
Finalmente, fradicio di sudore e ricoperto di ragnatele sono al cartello che indica il "monumento naturale"
Scendo tenendomi al cavo di ferro, in molti punti lasco o mancante, in basso un albero caduto costringe ad una deviazione sulla sinistra ma senza difficoltà. Per prima cosa una sciacquata per levarmi di dosso tutte le ragnatele raccolte e rinfrescarmi. Poi ecco la cascata, nonostante più in alto il torrente apparisse asciutto qui di acqua ne scende abbastanza e lo spettacolo è piacevole.
Breve sosta e affronto il versante opposto per raggiungere il Mont dul Brug, il primo tratto non presenta difficoltà poi, dopo una cavità cieca, si arriva ad un punto che richiede un minimo di attenzione essendo esposto.
Dal Mont dul Brug risalgo il Costone dello Sgarbaz fino al raccordo che porta al Sas du la Scigueta e da lì proseguo per l'Alpe Ravetta. Il sentiero che porta a Bregazzana nella parte più prossima al paese è spesso pieno di fango, oggi al fango si aggiungono gli esiti della tempesta: l'acqua ha fatto franare un tratto di sponda trascinando a valle anche la recinzione che cingeva l'appezzamento sovrastante.
Pochi metri e sono in Via del Giglio e da lì in un attimo a casa.
Bella, quando c'è acqua la Cascata della Forra della Valfredda, certo è molto più pratico raggiungerla dal parcheggio lungo la strada della Valganna.
Difficoltà: il tratto di sentiero fra il Costone dello Sgarbaz e il Mot dul Brug passando per la Cascata della Forra della Valfredda, al netto della sovrabbondanza della vegetazione, richiede attenzione e direi che sia il caso di evitare di percorrerlo con tempo umido.
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paoloski

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