Pass Cacciabella e "Gran giro del Lago dell'Albigna"


Publiziert von cai56 , 27. August 2023 um 16:30. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Schweiz » Graubünden » Bregaglia
Tour Datum:24 August 2023
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Klettersteig Schwierigkeit: K2 (WS)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-GR 
Zeitbedarf: 11:30
Aufstieg: 2341 m
Abstieg: 2340 m
Strecke:Parzialmente circolare 24,89 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Chiavenna lungo la statale 36; alla rotonda principale della città svoltare a destra e proseguire, oltrepassando il confine di stato, fino alla località di Pranzaira, nei pressi della stazione di partenza della funivia EWZ per l'Albigna. Ampi parcheggi.

"Dopo gli interminabili e monotoni pendii del versante Albigna, la fatica dell’ascesa è ripagata dallo spettacolo naturale che si ha affacciandosi dal passo sul magnifico anfiteatro della Bondasca: pareti immense di granito, lavagne di pietra scura liscia e repulsiva giganti di altezza e pietra. Sono le impressionanti muraglie del versante nord est del Badile del Cengalo, del tozzo Ferro da Stiro e della Trubinasca. E ancora le Sciore, ammalianti signore di roccia grigia che incombono sul tetto del rifugio." (Planetmountain)

Tralasciando il fatto che a me camminare attraverso le pietraie piace e quindi, nel limite del ragionevole, non le trovo monotone, era da un pezzo che covavo nella mia mente il desiderio di salire ad un "belvedere" insolito sulla Bondasca: ci sono arrivato, mi è piaciuto arrivarci, ma... anche affacciandosi non si vede alcunchè di quanto promesso. Certamente si nota tutto il corso della frana nella parte boscosa della Val Bondasca, si individua il tetto della Capanna Sass Furà e, con un po' di sforzo, si arriva ad intravvedere l'inconfondibile sagoma del Piz Trubinasca. Tutta questa delusione verrebbe certamente ovviata dalla discesa sul versante occidentale del passo, ma in questo caso si parla di un percorso ufficialmente vietato al passaggio (cartelli in loco), le cui attrezzature di progressione non vengono più controllate da sei anni (la frana del Cengalo è avvenuta nel 2017 e da allora la valle è chiusa, come anche la Capanna Sciora). Le Sciore, poi, si ammirerebbero (?) da un punto di vista veramente insolito. Sulla via del ritorno incontriamo le indicazioni - sempre di sentiero alpino - per il Giro del Lago: onestamente non ne sapevamo nulla e lo affrontiamo a cuor leggero. In breve, si tratta in tutto e per tutto di una ferrata (semplice) che la Capanna Albigna (con varie collaborazioni) ha organizzato nell'estate 2022 come percorso a se stante o per concludere adeguatamente il Sentiero Alpino Bregaglia, rimasto privo di tutto il tratto della Val Bondasca.
(sentiero escursionistico alpino Gran giro del lago – Capanna da l' Albigna SAC Hütte).
Visti i tempi inaspettatamente dilatatisi, rientro a Pranzaira alla luce delle frontali.


Passando davanti alla stazione della funivia, si continua per circa 300 metri sulla cantonale, fino a trovare sulla destra una strada bianca - indicazioni - che si addentra nel bosco di abeti; si interseca il sentiero ciclistico del Maloja Express MTB Trail e si arriva ad attraversare tramite una passerella il torrente Albigna in un tratto che evidenzia una recente piena con frana di sabbie e sassi. [Proseguendo si vedranno, come solchi di granito bianco aperti nel versante, i tre canaloni - Valun da lan Purteia, Valun dal Bacun e Valun dal Balzet - che hanno scaricato]. Risalendo sulla riva opposta, si attraversa un'ampia area di bosco sottoposta ad ampi abbattimenti di alberi già morti, poi si inizia ad inanellare la fitta serie di tornanti che si dispiega lungo la dorsale sinistra della vallata. Il sentiero è, contrariamente a quanto faccia pensare la presenza della funivia, evidentemente molto frequentato, e quindi ben tenuto e segnalato, con gradini o adattamenti dove più utile (non a caso piuttosto in voga come allenamento per vertical); oltrepassati i tre piloni di sostegno della funivia che permettono di superare il dosso roccioso del Sasc Prümaveira, proprio in corrispondenza di un traliccio per telecomunicazioni, si arriva al termine del sentiero. Da qui, e fino alla sommità del muro della diga, si procede in un brutto ambiente di ex-cantiere che sessant'anni di tempo non sono ancora riusciti a mascherare; la stradetta è ghiaiosa e, dopo la stazione di arrivo della funivia, parzialmente cementata. Davanti alla costruzione dei guardiani della diga si trovano indicazioni di ogni genere, ma tutte dirette verso la Capanna Albigna, dall'altro lato del coronamento della diga; l'unica meta - sentiero alpino, segni bianco/blu - che rimane sul nostro versante è quella per Cacciabella, con scritta dipinta su di un sasso alle spalle della casetta. Il sentiero, molto esile nel pascolo, sfila a lungo in vista delle frequentate placche granitiche dello Spazzacaldeira, poi sale gradualmente - altre placche - fino a raggiungere un profondo intaglio-canalone franoso che scende dal Gal. Un primo segmento di catene corrimano agevola nel tratto iniziale dell'attraversamento, un po' franoso e scosceso, e poi prosegue, con attrezzatura nuova e ridondante (scopriremo, una volta a casa, fare parte del nuovo Gran Giro del Lago) lungo lastroni granitici lisci e poco inclinati. Da qui si intraprende la lunghissima traversata ascendente del versante detto "Cacciabella", che compone la base del Pizzo Frachiccio, dei Pizzi Cacciabella, del Piz Eravedar e dell'Innominata; oltrepassato il bivio col Giro del Lago, pochi tratti di traccia blandamente visibile nella poca erba si alternano a estese colate di massi di granito, dove la direzione è ben indicata dalla frequente bollatura. Quando, guardando verso sud, si può osservare l'estetica dentellatura delle propaggini della cresta est del Piz Eravedar che si staglia contro l'orizzonte del Pizzo e del Passo di Zocca, la via si dirige improvvisamente a scavalcare detta cresta ed a percorrerne le cenge del versante meridionale. Il passaggio, esposto ma non troppo, sale tra lame di granito friabile, dove si incontrano le prime catene di progressione e dove occorre fare attenzione a non smuovere detriti. Gradualmente il passaggio si fa più stretto, fino a trasformarsi in canalino nelle immediate vicinanze del Pass Cacciabella sud; la breccia concede spazio comodo ad al massimo tre o quattro persone e ospita un treppiede con termometro (l'armadietto in legno che lo conteneva si sta scomponendo), la custodia inox per un libro dei passaggi (vuoto: prelevato alla chiusura della Val Bondasca), un cartello tipo stradale con divieto di circolazione ai pedoni e due vecchi anelli di calata per le condizioni invernali. L'imbocco del canale sul versante occidentale (incassato: come si fa ad affacciarsi?) presenta un ancoraggio delle catene ancora in buone condizioni, nonostante l'assenza di manutenzione. 
Torniamo per la stessa via fino al bivio per il Giro del Lago, che ci aveva sorpreso durante la salita. Ci troviamo nei pressi del punto in cui la cresta orientale del Pizzo Frachiccio va morire nelle gande sopra il lago.
Inizialmente si traversa in piano, e subito dopo in discesa, fra sassi ed alte erbe: le tracce di passaggio sono veramente scarse; improvvisamente, nell'avvicinarsi ad una placca liscia di granito, compare una catena corrimano che praticamente mai si interromperà per 200 metri di dislivello. Si scende percorrendo un ripidissimo canale erboso ed alcuni traversi rocciosi attrezzati anche con staffe metalliche fino a portarsi quasi al livello del lago, dove i bolli ricompaiono accompagnando a scegliere il percorso migliore fra massi talora instabili, e anche proprio nell'acqua. Si raggiungono infine le spiagge all'estremità meridionale del lago, ma il sentiero se ne tiene distante, anzi se ne allontana per arrivare fino all'alta passerella che scavalca l'impetuoso torrente che sgorga dal vicinissimo - e quasi invisibile per la copertura detritica - ghiacciaio: Vadrec da l'Albigna. Sulla riva opposta si procede lungamente fra i soliti massi e le numerose ramificazioni dei rivoli provenienti dai soprastanti ghiacciai della Cima di Castello e della Cima dal Cantun; il cammino è lungo e disagevole e, quando ci si avvicina alle impraticabili placche che scendono dalla Punta da l'Albigna, improvvisamente riprende a salire lungo una costolatura terrosa e friabile. Una placca ripida, attrezzata con catene e staffe, permette di raggiungere un inaspettato passaggio roccioso artificiale: si tratta dell'Albigna Felsenweg, scavato a colpi di mina negli anni '950 all'epoca della costruzione della diga; abbandonato da anni (e interrotto verso destra da un canale di frana) è stato ripristinato durante i lavori per questo Giro. [Anche all'epoca era attrezzato, con fittoni metallici a sostegno di un cavo d'acciaio posto a corrimano. Attualmente alcuni fittoni sono stati recuperati, altri sono stati piegati contro la roccia ed il cavo è stato tagliato; ne permane una matassa abbandonata all'inizio del passaggio]. Il camminamento, molto suggestivo fra passaggi panoramici e posizioni fotogeniche, scende, al suo termine, ad attraversare mediante una passerella di tronchi il torrente del Vadrec dal Cantun; poi si ricomincia a salire con traccia molto ripida nei prati sottostanti la Capanna Albigna, fino a raggiungere il piazzale del rifugio. La discesa al coronamento della diga avviene lungo il bel sentiero di accesso alla capanna, molto largo ed adattato al passaggio più agevole possibile con gradini scavati nella roccia e brevi scale di legno. Il lungo - 700 metri - camminamento sulla diga si conclude presso la casa dei guardiani, dove ci si ricongiunge all'itinerario di salita, da ripercorrersi fino a Pranzaira. 

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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danicomo hat gesagt:
Gesendet am 28. August 2023 um 13:07
Giro e foto meravigliose.. grazie e grazie...
Scesi a piedi?
Ricordo una coda biblica perchè la funivia ne porta 4? 6? ala volta...

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 28. August 2023 um 14:05
Saliti e scesi a piedi: una scelta d'altri tempi...


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