Chiusarella-Martica (per il Pass dul Diavul)
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Escursione per me nel mirino da tempo, e non mi ci è voluto molto a convincere Alessandro ed Emiliano a farmi conoscere un angolo di Prealpi davvero selvaggio.
Partiamo dalla Rasa (
Giansa,
Froloccone e
Serzo) risalendo la valle del Des, e al bivio per la militare "decidiamo" di restare nel solco che taglia il versante sud-ovest del Chiusarella: scelta azzeccata, sentiero molto redditizio e segnato di recente, che sbuca sui prati superiori già in prossimità della cima.
Salutata una zecca, scendiamo subito dall'altra parte, e appena attraversata la militare (proprio nel punto di transizione geologica tra calcare e porfirite), incontriamo Christian
Ramingo che ha appena risalito la Valvassera: due parole, poi iniziamo a scendere il bellissimo e panoramico sentiero della Valvassera, tra paglioni assolati e i primi affioramenti di porfido. Ammirati sulla destra i repulsivi (tranne che per qualcuno!) canali di Cuseglio, i Giansa prendono la cresta normale per la Martica, mentre io e Alessandro proseguiamo diritti e sbuchiamo in Valganna dove costeggiamo la statale su sterratone fino a trovare Emiliano
Poncione che ci aspetta nei pressi di San Gemolo.
Ad un bivio piuttosto anonimo del sentiero di fondovalle, saliamo decisi alla ricerca di un canale, che troviamo in condizioni "disordinate", fino a intercettare il passaggio obbligato della cascata. Cengia verso sinistra, pancia sulla roccia e ti passa la paura.
Poi però inizia il paglione, si va su veramente sul ripido e non ci si può tanto distrarre (esposizione nulla, ma meglio non guardarsi dietro). Ambiente stupendo, anche per i contrasti di colore tra l'erba paglierina, il porfido rosso, il cielo azzurro e in lontananza le Alpi ossolane innevate.
Tiriamo il fiato in un tratto più umano, ci spostiamo a destra e, dopo l'immancabile ganna, ci infiliamo tra le due corna del diavolo, tenendoci poi a destra della famosa via di cresta di Emiliano di qualche anno fa, ma non troppo a destra per evitare di finire nel problematico canale che solca la parete e che non è altro che il proseguimento di quello iniziale.
Quando le difficoltà sembrano terminate, resta un ultimo traverso piuttosto insidioso verso sinistra (meglio aiutarsi con le piante ed evitare di affidarsi alla roccia senza test preventivo), oltre il quale si riesce finalmente ad abbandonare la postura scimmiesca e raggiungere il Passo del Diavolo a testa alta. Da qui, sentiero classico di cresta fino al forte orientale della Martica.
Sul filo di cresta tocchiamo quindi la cima vera della Martica (ripetitore), la Punta Rossotti (croce) e il forte occidentale. Da qui bel sentiero tra i massi erratici fino a intercettare la strada militare, e leggera risalita a Cima Gallina. Emiliano torna verso la Valganna, io e Alessandro imbocchiamo invece sulla destra il bellissimo "sentiero degli ometti", con vista sul dirupato versante Nord del Chiusarella: quasi giù alla Rasa incontriamo una famiglia di cinghiali, e poco dopo chiudiamo l'anello.
Escursione stupenda, ma da non sottovalutare nè tecnicamente nè lato sicurezza (a posteriori, meglio avere un casco, si muove tutto).
Poncione
Salita tra le più belle e selvagge che si possano immaginare, quella al cosiddetto Pass dul Diavul, forse il luogo più repulsivo e verticale della Valganna, posto proprio di fronte ai versanti W del Poncione di Ganna, in una sorta di brutale gioco di specchi a dominio della valle.
Dopo le visite "pioneristiche" - o comunque di riscoperta, poichè le guide CAI/TCI di fine anni '40 qualcosina accennavano - di sette anni fà era d'obbligo una replica, e francamente poco è cambiato, seppur - come già detto da Sergio - il canale iniziale sia ormai invaso da piante cadute ed imponga qualche ravanage superiore, e l'infido canalino nella paglia sia diventato più complicato a causa di qualche smottamento. Questo itinerario della stretta e verticale Val Bocaccio, diciamolo, effettivamente richiede all'escursionista di passaggio l'impiego di attrezzatura alpinistica idonea, ovvero un paio di cornini sulla testa. ;)
Avanti così.
Partiamo dalla Rasa (



Salutata una zecca, scendiamo subito dall'altra parte, e appena attraversata la militare (proprio nel punto di transizione geologica tra calcare e porfirite), incontriamo Christian


Ad un bivio piuttosto anonimo del sentiero di fondovalle, saliamo decisi alla ricerca di un canale, che troviamo in condizioni "disordinate", fino a intercettare il passaggio obbligato della cascata. Cengia verso sinistra, pancia sulla roccia e ti passa la paura.
Poi però inizia il paglione, si va su veramente sul ripido e non ci si può tanto distrarre (esposizione nulla, ma meglio non guardarsi dietro). Ambiente stupendo, anche per i contrasti di colore tra l'erba paglierina, il porfido rosso, il cielo azzurro e in lontananza le Alpi ossolane innevate.
Tiriamo il fiato in un tratto più umano, ci spostiamo a destra e, dopo l'immancabile ganna, ci infiliamo tra le due corna del diavolo, tenendoci poi a destra della famosa via di cresta di Emiliano di qualche anno fa, ma non troppo a destra per evitare di finire nel problematico canale che solca la parete e che non è altro che il proseguimento di quello iniziale.
Quando le difficoltà sembrano terminate, resta un ultimo traverso piuttosto insidioso verso sinistra (meglio aiutarsi con le piante ed evitare di affidarsi alla roccia senza test preventivo), oltre il quale si riesce finalmente ad abbandonare la postura scimmiesca e raggiungere il Passo del Diavolo a testa alta. Da qui, sentiero classico di cresta fino al forte orientale della Martica.
Sul filo di cresta tocchiamo quindi la cima vera della Martica (ripetitore), la Punta Rossotti (croce) e il forte occidentale. Da qui bel sentiero tra i massi erratici fino a intercettare la strada militare, e leggera risalita a Cima Gallina. Emiliano torna verso la Valganna, io e Alessandro imbocchiamo invece sulla destra il bellissimo "sentiero degli ometti", con vista sul dirupato versante Nord del Chiusarella: quasi giù alla Rasa incontriamo una famiglia di cinghiali, e poco dopo chiudiamo l'anello.
Escursione stupenda, ma da non sottovalutare nè tecnicamente nè lato sicurezza (a posteriori, meglio avere un casco, si muove tutto).

Salita tra le più belle e selvagge che si possano immaginare, quella al cosiddetto Pass dul Diavul, forse il luogo più repulsivo e verticale della Valganna, posto proprio di fronte ai versanti W del Poncione di Ganna, in una sorta di brutale gioco di specchi a dominio della valle.
Dopo le visite "pioneristiche" - o comunque di riscoperta, poichè le guide CAI/TCI di fine anni '40 qualcosina accennavano - di sette anni fà era d'obbligo una replica, e francamente poco è cambiato, seppur - come già detto da Sergio - il canale iniziale sia ormai invaso da piante cadute ed imponga qualche ravanage superiore, e l'infido canalino nella paglia sia diventato più complicato a causa di qualche smottamento. Questo itinerario della stretta e verticale Val Bocaccio, diciamolo, effettivamente richiede all'escursionista di passaggio l'impiego di attrezzatura alpinistica idonea, ovvero un paio di cornini sulla testa. ;)
Avanti così.
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