Becca Trecare 3033, Bec de Nana 3010
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Follemente innamorato delle montagne che circondano la conca di Cheneil in Valtournenche, ad un anno di distanza decido di salire le ultime cime due rimaste in sospeso, dopo aver visitato i Tournalin, la Roisetta, la Becca d'Aran, la punta Falinere e la modesta punta Fontanafredda.
Mancano dunque solo la Becca Trecare e di Nana, che, grazie alla loro vicinanza possono essere concatenate.
Coinvolgo nel progetto due giovinotti,
POLI89 e Andrea e alle 7:00, grazie al comodo e gratuito ascensore che dal parcheggio conduce al borgo, partiamo da Cheneil seguendo le indicazioni per il Col de Nanaz.
Siamo dentro fastidiose nebbie che ci precludono sguardi immensi, ci godiamo pertanto i particolari di un territorio di straordinaria bellezza: fioriture di rododendri, valloncelli verdissimi, ruscelli che si diramano in ogni dove.
Senza alcuna difficoltà tecnica giungiamo al Col de Fontaines che, meraviglia, sta sopra le nuvole permettendoci una splendida visione dei giganti che spuntano da un mare bianco.
Perdiamo un centinaio di metri nell'ennesima vallata da favola e cominciano la dolce ascesa al Col de Nanaz, balcone di prim'ordine sull'intero gruppo del Monte Rosa e dei suoi ghiacciai.
Dal colle, ben visibile, parte a sinistra la via per la Becca Trecare: con pendenza costante si raggiunge la cresta che in alcuni punti si fa affilata e la si risale faticosamente sino alla strettissima vetta esposta sul nulla. Da qui ci godiamo, oltre al già citato monte Rosa, il primo Cervino completo di giornata, che oggi sarà così generoso da non nascondersi più.
Scendiamo la cresta con un minimo di cautela, poi, più comodamente rientriamo al Col de Nanaz per tentare la Bec de Nana (altrimenti detta Falconetta) che pensiamo essere più complicato. Il sentiero parte esattemente in direzione opposta a quello per la Trecare e si sviluppa in tre settori, sempre vicino al filo di cresta. Il primo segmento, affacciato su Chamois è molto ripido e un pò sdrucciolevole. Si passa quindi sull'altro versante e si procede su una serie di cenge talvolta strette ed esposte. La terza parte, la più interessante, dopo aver superato un fornale dove risiede un magnifico fungo di roccia, risale l'edificio sommitale con l'aiuto di brevi catene. E' qui necessario usare i quattro appoggi e la dovuta attenzione richiesta in questi casi.
Usciamo finalmente sui prati di vetta dove c'è una croce e un altare: qui ogni 14 agosto si celebra infatti una Messa.
Per la stessa via di salita scendiamo a velocità diverse: i miei compagni sono agili e veloci, io il solto elefante peraltro molto stanco e quando ritrovo i ragazzi al Col de Nanaz non nascondo una certa liberazione.
Propongo una variante per il ritorno a Cheneil: sotto il passo, invece di risalire al Col de Fontaines, transitiamo a mezza costa sotto la parete della punta Falinere. E' questo un tratto piuttosto lungo ma perlopiù pianeggiante e serve per ritemprare le gambe e gli occhi dato che si attraversano ambienti di rara bellezza.
Giungiamo al Santuario della Clavalité, probabilmente il miglior osservatorio della zona sul Cervino e attacchiamo la discesa finale verso Cheneil dove all'Hotel "Al Brich" ci concediamo una meritata bevuta.
Tempi comprensivi di un'ora di pause complessive; il dislivello tiene conto della salita alle due cime e qualche perdita di quota da, ovviamente, recuperare.
Sull'intero percorso della nostra gita odierna la neve è completamente asssente.
Sviluppo: 16 km circa; SE: 29 km circa.
Mancano dunque solo la Becca Trecare e di Nana, che, grazie alla loro vicinanza possono essere concatenate.
Coinvolgo nel progetto due giovinotti,

Siamo dentro fastidiose nebbie che ci precludono sguardi immensi, ci godiamo pertanto i particolari di un territorio di straordinaria bellezza: fioriture di rododendri, valloncelli verdissimi, ruscelli che si diramano in ogni dove.
Senza alcuna difficoltà tecnica giungiamo al Col de Fontaines che, meraviglia, sta sopra le nuvole permettendoci una splendida visione dei giganti che spuntano da un mare bianco.
Perdiamo un centinaio di metri nell'ennesima vallata da favola e cominciano la dolce ascesa al Col de Nanaz, balcone di prim'ordine sull'intero gruppo del Monte Rosa e dei suoi ghiacciai.
Dal colle, ben visibile, parte a sinistra la via per la Becca Trecare: con pendenza costante si raggiunge la cresta che in alcuni punti si fa affilata e la si risale faticosamente sino alla strettissima vetta esposta sul nulla. Da qui ci godiamo, oltre al già citato monte Rosa, il primo Cervino completo di giornata, che oggi sarà così generoso da non nascondersi più.
Scendiamo la cresta con un minimo di cautela, poi, più comodamente rientriamo al Col de Nanaz per tentare la Bec de Nana (altrimenti detta Falconetta) che pensiamo essere più complicato. Il sentiero parte esattemente in direzione opposta a quello per la Trecare e si sviluppa in tre settori, sempre vicino al filo di cresta. Il primo segmento, affacciato su Chamois è molto ripido e un pò sdrucciolevole. Si passa quindi sull'altro versante e si procede su una serie di cenge talvolta strette ed esposte. La terza parte, la più interessante, dopo aver superato un fornale dove risiede un magnifico fungo di roccia, risale l'edificio sommitale con l'aiuto di brevi catene. E' qui necessario usare i quattro appoggi e la dovuta attenzione richiesta in questi casi.
Usciamo finalmente sui prati di vetta dove c'è una croce e un altare: qui ogni 14 agosto si celebra infatti una Messa.
Per la stessa via di salita scendiamo a velocità diverse: i miei compagni sono agili e veloci, io il solto elefante peraltro molto stanco e quando ritrovo i ragazzi al Col de Nanaz non nascondo una certa liberazione.
Propongo una variante per il ritorno a Cheneil: sotto il passo, invece di risalire al Col de Fontaines, transitiamo a mezza costa sotto la parete della punta Falinere. E' questo un tratto piuttosto lungo ma perlopiù pianeggiante e serve per ritemprare le gambe e gli occhi dato che si attraversano ambienti di rara bellezza.
Giungiamo al Santuario della Clavalité, probabilmente il miglior osservatorio della zona sul Cervino e attacchiamo la discesa finale verso Cheneil dove all'Hotel "Al Brich" ci concediamo una meritata bevuta.
Tempi comprensivi di un'ora di pause complessive; il dislivello tiene conto della salita alle due cime e qualche perdita di quota da, ovviamente, recuperare.
Sull'intero percorso della nostra gita odierna la neve è completamente asssente.
Sviluppo: 16 km circa; SE: 29 km circa.
Communities: Alpinismo Cabaret!, Hikr in italiano
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