Chi la dura la vince! Piz Scopi, 3190m


Publiziert von Fenice , 24. Juni 2020 um 17:11.

Region: Welt » Schweiz » Graubünden » Surselva
Tour Datum:21 Juni 2020
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-GR   CH-TI   Gruppo Scopi 
Zeitbedarf: 7:30
Aufstieg: 1600 m
Abstieg: 1600 m
Strecke:14 Km


La pazienza e la perseveranza hanno un effetto magico davanti al quale
le difficoltà scompaiono e gli ostacoli svaniscono.

John Quincy Adams
 

Primo giorno d'estate, teoricamente è previsto bel tempo e, ancora galvanizzati dalla spettacolare uscita di ieri al Gallina, abbiamo proprio una gran voglia di scarpinare su per una qualche cima.

Dato lo sforzo accumulato ed essendo la prima due giorni consecutiva della stagione, valutiamo di fare una cima non troppo impegnativa e con un dislivello contenuto. Pensiamo al Lucendro, oppure allo Scopi che da un po' era nelle nostre mire. 

Lo Scopi viene considerato spesso un po' un brutto anatroccolo per via delle molteplici costruzioni sulla vetta, però i suoi pendii nero pece sono fascinosi a loro modo e meritano di essere saliti.

Dai, è deciso, vada per lo Scopi. Come il prosieguo della storia rivelerà però, non sempre tutte le cose vanno proprio come pianificato. Dislivello previsto: 1200 metri. Dislivello reale a fatti compiuti: 1600 metri.

Ma andiamo con ordine: iniziamo l'escursione ovviamente dal Passo del Lucomagno, e, costeggiato il tratto sopra la galleria stradale, imbocchiamo il sentiero che sale deciso verso la nostra meta. 

Un vento incessante sferza da Nord, fà freschino e pure il Lai de Sontga Maria è leggermente increspato.

Guadagnamo quota velocemente, il vento non molla e quando lo Scopi si para - di fa per dire - davanti a noi è tutto nella nebbia. Intravediamo solo la parte più bassa, con qualche lingua nera che contrasta con l'abbondante neve che ancora copre i suoi pendii. 

I verdi prati lasciano ben presto spazio al pietriscolo e nel frattempo veniamo superati da un temerario trail runner che in calzoncini e scarpette procede più spedito di noi, carichi di tutto punto.

Il vento non molla un secondo. Riusciamo a trovare un attimo di tregua solo quando, per un brevissimo istante nel traverso di cresta, passiamo sul versante che si affaccia sul Lucomagno. Lassù sembra non esistere vento, un'oasi di pace e di verde in netto contrasto col nero del versante N, il sole che riscalda amabilmente. Il trail runner nel frattempo è tornato indietro, dicendoci che più avanti il vento diventa polare. Ottimo!

Decidiamo di sfruttare il momento per mettere la giacca e proseguiamo lungo la cresta: bisogna prestare un po' di attenzione perchè il sentiero presenta alcuni punti leggermente esposti - soprattutto sul versante Ovest - e con il vento così forte oltretutto si rischia di venire sbilanciati. La montagna intanto rimane nella nebbia più assoluta e non si lascia vedere. Cominciano ad affiorare i primi dubbi: è la prima volta che saliamo, da quota 2700 circa in poi inizia la neve ed inoltre la fitta nebbia ci impedisce di farci un'idea di che via seguire per la cima o capire se ci sono tratti esposti da evitare.

Io decido di fermarmi a riposare un attimo, e mi riporto sul versante della cresta riparato dal vento, mentre Raff68 va in avanscoperta a studiare la situazione. Quando torna mi dice che la nebbia si è alzata un pochino e che vorrebbe provare a proseguire fino ad un grosso ometto posto su un cocuzzolo attorno a quota 2800 circa, poichè fino a li si riesce sicuramente ad arrivare sfruttando alcune lingue di roccia che sbucano dalla neve.

Va beh, siamo qui: proviamo. Ritorniamo sul versante Nord e gli ululati del vento tornano a rimbombare in testa. Mi balena in mente il pensiero che mi sto portando nel sacco pure il drone... peso più inutile non potevo averlo appresso oggi.

Man mano che saliamo coviamo la speranza che la nebbia si diradi un pochino, almeno quel tanto che basta per capire la via di salita, ma niente. Arriviamo al famigerato ometto e da li in poi è buio, non si vede più nulla, bianco assoluto. Non sappiamo se rischiare o no... decidiamo per il no. 

Scornati, iniziamo la discesa e rientriamo fino di nuovo a quota 2650 circa, sul versante del Lucomagno, e abbassandoci un pochino fuori dal sentiero troviamo un piccolo pianoro erboso dove poter mangiare.

Ogni tanto alziamo la china e voltiamo la testa, a guardare il brutto anatroccolo che oggi proprio non vuole farsi vedere. 

Mangiamo, beviamo, riposiamo un po'. Guardiamo e riguardiamo verso lo Scopi. Nulla. Boh, che si fa. Io dico a Raff: se si apre quel tanto che basta per intuire la via, andiamo. E di li a due minuti succede davvero: le nuvole, la nebbia, si diradano per un secondo... intravediamo le costruzioni in cima, la via da seguire è chiara. Attacco diretto dalla cresta, si può fare. Guardo Raff e non c'è bisogno di parlare: si va!

Riorganizziamo velocemente gli zaini, lasciamo tutto l'inutile nel mio - drone compreso - e mettiamo i miei ramponi e picozza in quello di Raff, così da procedere un po' più leggeri (io totalmente leggera, senza zaino ahah).

Torniamo sul versante Nord e ripendiamo la salita: il vento non è minimamente calato, sferza sferza e sferza, incessante. Via si sale! Si sale, ometto a 2800 arriviamo. Inizia la neve. Ramponiamo. Tiene bene per un pezzo, poi si sfonda ma fa niente, saliamo. Accumuli di neve ovunque, rocce che ogni tanto sbucano davanti a noi dal nulla e che sfruttiamo per uno slancio senza sfondare. Saliamo. Ogni tanto tra i fumi nebbiosi si cominciano ad intravedere le costruzioni sulla vetta. Sono vicine, ci siamo quasi. Saliamo, saliamo e saliamo. È sempre più ripido. Ogni passo si sfonda, ogni secondo il vento che ulula e rimbomba nelle orecchie. Ma continuiamo a salire.

Dal grigiore ad un tratto sbuca una costruzione ovale. Sembra una nave aliena e noi sembriamo su di un altro pianeta. Non vedere a pieni occhi lo scempio che è stato fatto della vetta forse è meglio, la neve e la nebbia rendono tutto così lontano ed impercettibile. Da qualche parte so esserci una croce, aggiriamo la costruzione sulla sinistra e sfondando saliamo fino al pianoro dove sorge la croce: fà un freddo becco, scattiamo tre foto e firmiamo velocemente il libro di vetta (credo di aver scarabocchiato il mio nome che neanche in prima elementare) e poi via in discesa. 

Non oso immaginare che ora sia, sicuramente tardissimo ma per fortuna oggi è il giorno più lungo dell'anno... percorriamo a ritroso i nostri passi e una volta passato il tratto più in pendenza dove la prudenza è d'obbligo, torniamo su un piano leggermente meno inclinato che ci consente di aumentare il passo.

Una volta raggiunte le prime lingue di pietriscolo che sbucano dalla neve togliamo i ramponi... ci voltiamo e guardando un attimo in su vediamo che lo Scopi si fa vedere più o meno nitidamente per la prima volta dal basso! Niente, si è voluto proprio divertire con noi oggi.

Lo salutiamo e ci dirigiamo per la seconda volta della giornata lungo la cresta: recuperiamo il mio zaino e giù, più veloci che possiamo ... ci mancano da percorrere ancora 700 metri di dislivello per 4 km in distanza e la stanchezza inizia a fari sentire. In ogni caso da qui in poi il sentiero si fa di nuovo semplice, giusto un po' franoso sul primo tratto di pietriscolo e con ancora qualche nevaio da attraversare prima di tornare ai verdi prati e agli ultimi tornanti che ci separano dallo sbucare nuovamente sul tetto della galleria. 

Rientriamo all'auto che sono quasi le 18:00, affamati e stanchi ma soddisfattissimi di averla portata a casa!

Chi la dura la vince!


Nota sulla difficoltà: normalmente vedo che viene classificato per lo più come T3, ma per le specifiche condizioni trovate durante la nostra ascesa gli do un T4.

Tourengänger: Fenice, Raff68


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Kommentare (3)


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ivanbutti hat gesagt:
Gesendet am 26. Juni 2020 um 08:45
Complimenti x la tenacia; sullo Scopì ricordo anch'io una delle giornate più ventose che abbia mai trovato, mi dovevo letteralmente abbassare (e non sono alto) x non essere buttato a terra, poi improvvisamente il vento calò e divenne una meraviglia.
A tante belle escursioni, Ivan

Fenice hat gesagt: RE:
Gesendet am 6. Juli 2020 um 09:52
Grazie mille, noi non abbiamo avuto proprio fortuna col vento invece... ci ha tartassato tutto il giorno.
Ciao belle escursioni a te ;)
Stella

Michea82 hat gesagt:
Gesendet am 11. Juli 2020 um 06:49
Bello! Bravi! Nebbia/vento sono i nostri fedeli compagni di avventura. Quante volte anche per me. Io ho avuto la nebbua tante volte con diradamento a sorpresa sulla cima.
Buon cammino
Michea


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