Scopi e Piz Miez, vicini ma lontani.
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Da qualche settimana, anche per il gran caldo abbattutosi impietoso, si desiderava aria di tremila... l'opportunità giunge da una bella proposta di Giampiero e sua moglie Elena, intenzionati a salire sul poco frequentato Piz Miez (m.3119), fratello minore del ben più battuto Scopi (m.3190), a molti noto per il panorama grandioso e la triste fama di "brutta" cima a causa del mega cantiere militare che lo circonda e deturpa.
Partiamo con due macchine, a causa degli impegni personali, e alle otto e mezza siamo al Passo del Lucomagno: in tutta calma saliamo il bel sentiero estivo dello Scopi, raggiunto in tre ore esatte. Nonostante la quota e la pendenza, nel complesso, si tratta di una salita piuttosto semplice: chiudendo un occhio (anzi due) sulle brutture del cantiere oggi il panorama che ci si prospetta è davvero all'altezza della sua fama. Magnetica, oltre a tutto il resto, la visuale sul vicino Piz Valatscha che da questo lato assume i connotati di imprendibile piramide aguzza.
Pranzato sotto lo sguardo di antenne, telecamere e macchinari vari, scendiamo per la cresta nord raggiungendo in breve il colle m.3075: ora si erge davanti a noi il Piz Miez, che se dallo Scopi appariva poco più di un motto ora si mostra assai meno benevolo. Più che una cima sembra un cumulo di blocchi, placche e massi incastrati e ammassati caoticamente uno su l'altro, tuttavia la salita è molto bella, offrendo diversi passaggi (II°) divertenti ma tutt'altro che banali al tempo stesso. Si può scegliere se arrampicare totalmente o aggirare a ovest... sta di fatto che in pochi minuti siamo in vetta, ed anche qui il panorama è da leccarsi i baffi, col vantaggio di poter ammirare ancor più da vicino il Piz Valatscha, cui un altrettanto aguzzo masso sul Piz Miez sembra fare da pendant. Qui domina il "wild", e lo Scopi sembra davvero "lontano",
Ridiscesi con cautela al colle decidiamo di scendere dal "sentiero invernale" dello Scopi: la prima parte è un penoso arrancare su ganne molto instabili, poi un primo nevaio ci permette di perdere dislivello con rapide scivolate fino a raggiungere il più agevole pietrisco nero, dalla tenuta formidabile anche sul ripido tanto da permetterci quasi di correre; altri due nevaietti ci fanno perdere ulteriore quota, sino a giungere ai prati che in breve si ricongiungono al sentiero di salita. Ormai in vista del Lai Sankta Maria io e Ale diamo un altro taglio al sentiero salutando e ringraziando i bravissimi Giampiero ed Elena, cui rinnoviamo l'appuntamento per qualche altra bella ascesa estiva.
Alle 15,40 siamo al Passo, e ci resta da affrontare una corsa contro il tempo per un appuntamento cui teniamo parecchio: dopo quasi due ore siamo ancora in montagna, ma nelle Centovalli, per la precisione alla piccola chiesa di Costa, ove Micaela al pianoforte e la violinista Tania Passendji sono impegnate in un concerto di musica classica. Pur avendo perso tutta la parte iniziale, siamo accolti da Mozart, quindi a seguire Massenet, Ginastera e Tschaikowsky. Bravissime e affiatate, le due gentil muse ci tolgono la tensione del viaggio e la fatica della salita davanti a un panorama delizioso... ma non è finita qui... chi credete che incontriamo oltre a loro? Il mitico Eugenio
veget e sua moglie Giancarla, saliti ad hoc da Verbania, coi quali facciamo conoscenza e ci complimentiamo per la passione e lo spirito che ci mettono, in barba alle primavere che pesano sulle loro spalle. Speriamo di rivederci per qualche bella escursione assieme...
Qualche dato sull'escursione odierna: Lai Sankta Maria-Scopi-Colle m.3075 T3 - Colle m.3075-Piz Miez T4+/F - Piz Miez-Lai Sankta Maria T4.
froloccone
Stupenda giornata,in cui non ci siamo fatti mancare nulla!!!!!!!!!! Sentieri,rocce,neve,prati,concerto, conoscenza con Eugenio e Giancarla,birra e soprattutto grande compagnia!!!!!!!! Grazie a tutti!!!!
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