Poncione Rosso (2505m) con lunga traversata dalla Riviera alla Verzasca
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È una cima pregiata quella che mi ha proposto
igor dopo aver visto le placche del Poncione Rosso libere dalla neve qualche giorno prima in una delle sue uscite in Verzasca.
Abbiamo studiato l'avvicinamento cercando un percorso un po'alternativo a quello del versante di Lavertezzo, optando così di salire da Lodrino, dal fondovalle. Eravamo incerti sul percorso, sui sentieri e sulla possibile presenza di neve nelle parti ripide sotto la Forcarella, che coincide con lo spartiacque tra le 2 vallate.
Non abbiamo trovato relazioni per quel preciso percorso, non disponevamo di una traccia, ma abbiamo seguito quella ufficiale di Swissmap, bianco-rossa fino all'Alpe d'Alva, bianco-blu in seguito.
L' incognita, oltre al non disporre di una descrizione di qualcuno su un sentiero a noi sconosciuto (cosa che può indurre a compiere errori al mattino che si "pagano" in gite lunghe), sono stati il forte dislivello (+2500 m considerando i saliscendi nella vallata di Lodrino) e il lungo sviluppo (26 km), uniti ad una parte finale delicata, valutata PD-. Io non avevo mai affrontato una montagna così, né un dislivello superiore ai 2000 m in un giorno solo. Ma contavo sul discreto allenamento invernale e soprattutto sulla gradita presenza di Igor, nella nostra seconda gita in coppia.
Avvicinamento:
Vista verso le cime della Via Alta (Poncione Laghetti, Venn, Precastello) dalla mezza-costa dopo la Capanna Alpe d'Alva

siamo partiti da Lodrino, zona chiesa, poco dopo le 06.30. Il sentiero è ripido e prevalentemente nel bosco, si guadagnano subito 1500 m di quota. "Subito" si fa per dire. In 3 ore e mezza siamo arrivati alla Capanna Alpe d'Alva. Le località intermedie offrono scorci sulla Riviera, il Pizzo di Claro e, a ovest, sulla Via Alta della Verzasca. I Poncioni del Gruppo del Poncione Rosso, a sud di esso, sono ben osservabili per tutto l'avvicinamento. Sono molto belli. Mi sono stupito di non aver mai, prima d'ora, visto una valle così bella in Ticino. Sì perchè dopo la Capanna e una breve pausa, l'itinerario prosegue mantenendosi tra i 1700 e i 1800 metri, percorrendo la valle di Lodrino a mezza costa, sempre di fronte alle suggestive cime della Via Alta, lungo il versante meridionale delle montagne a destra del Poncione Rosso (Vacarisc, Stüell e Cima di Negrös).
Si prosegue nell'incantevole vallata per altre 3 ore, è lunga ragazzi.
In pratica bisogna raggiungere la base dello spartiacque tra Verzasca e Riviera, lontano dalla Capanna Alpe d'Alva, alla base del Poncione Rosso e del Precastello. Ma il paesaggio é unico, con i Poncioni ancora in parte innevati, verdi pascoli, pareti di roccia, gli alpi di Piavacra, Stüell e Vacarisc che sono delle perle rare. Presso quest'ultima ci siamo concessi una seconda pausa decente, per rifornirci di carburante. Perchè adesso arriva la parte impegnativa. E sono almeno 6 ore che camminiamo.
Lentamente, per non bruciare le forze e conservarle per la cima e il lungo ritorno, affrontiamo il ripido pendio per la Forcarella di Lodrino, 350 metri. In un ora siamo sulla cresta principale.
La cima:
la nostra cima vista dalla Forcarella di Lodrino

é a questo punto che decidiamo di ritornare dalla Verzasca, compiendo una traversata. La Valle di Lodrino é troppo lunga, ci vorrebbero almeno 2 ore in più per tornare da dove siamo saliti, e il sentiero ha punti esposti, con catene, e in generale é faticoso, con perdite di quota continue. Ci organizziamo per un passaggio da Lavertezzo a Lodrino (recupero della macchina) e così possiamo occuparci della cima. Una placconata di roccia rossiccia. Da lontano sembra folle arrampicarsi. Ma quando ci si trova dentro risulta "poco difficile meno". Si aderisce bene con i piedi, si arrampica con facilità, ma non bisogna sottovalutare la pendenza, per cui non é permesso cadere. Lì se si parte non ti ferma nessuno. Igor é stato previdente e ha portato il materiale. Salire in sicurezza é il top. Soprattutto quando si arriva già stanchi da 7 ore di cammino. Essendo io principiante nell'uso della corda e annessi, abbiamo impiegato più tempo e abbiamo raggiunto la cima alle 16.00. Un orario che ci siamo concessi sapendo che le giornate sono ormai lunghe.
La vista spazia.
Ci troviamo in una zona molto remota ma molto centrale del nostro Cantone. Ai nostri lati le 2 valli che andiamo a percorrere sono lunghe e selvagge (valli laterali della Verzasca e della Riviera). A sud ci sono le cime della Via Alta e il Gruppo della Cima dell'Uomo. A nord altre montagne. Si é davvero lontani da tutto. E soprattutto dalla macchina. Ora arriva una parte che é sempre altrettanto impegnativa: il ritorno.
Allontanamento:
nella parte bassa della placconata durante la discesa, sullo sfondo la valle di Lavertezzo che ci aspetta, prevediamo di arrivare non prima delle 22.00

Scendiamo in sicurezza e dalla Forcarella in poi ci diamo da fare per scendere l'infinita vallata di Lavertezzo. Di nevai ne incontriamo solo nei primi 100 metri di discesa dalla Forcarella (dalla parte di Lodrino abbiamo incontrato solo un piccolo nevaio). Dopo alpi e alpeggi siamo nel bosco, si fa sera e poi notte. Il fiume (Riale di Pincascia) ad un certo punto lo attraversiamo per forza togliendo gli scarponi.
La nostra cima la salutiamo in fondo alla valle ancora più rossa perché baciata dai raggi del sole del tramonto.
Comunque è un sentiero facile, quasi sempre in discesa e mai esposto. Una lunga passeggiata.
Arriviamo alle 22.00 a Lavertezzo. Belli cotti.
Consigliatissimo come itinerario. Coincide, tranne che per la cima stessa, con quello della Competizione annuale dei trail runner della Lodrino-Lavertezzo.

Abbiamo studiato l'avvicinamento cercando un percorso un po'alternativo a quello del versante di Lavertezzo, optando così di salire da Lodrino, dal fondovalle. Eravamo incerti sul percorso, sui sentieri e sulla possibile presenza di neve nelle parti ripide sotto la Forcarella, che coincide con lo spartiacque tra le 2 vallate.
Non abbiamo trovato relazioni per quel preciso percorso, non disponevamo di una traccia, ma abbiamo seguito quella ufficiale di Swissmap, bianco-rossa fino all'Alpe d'Alva, bianco-blu in seguito.
L' incognita, oltre al non disporre di una descrizione di qualcuno su un sentiero a noi sconosciuto (cosa che può indurre a compiere errori al mattino che si "pagano" in gite lunghe), sono stati il forte dislivello (+2500 m considerando i saliscendi nella vallata di Lodrino) e il lungo sviluppo (26 km), uniti ad una parte finale delicata, valutata PD-. Io non avevo mai affrontato una montagna così, né un dislivello superiore ai 2000 m in un giorno solo. Ma contavo sul discreto allenamento invernale e soprattutto sulla gradita presenza di Igor, nella nostra seconda gita in coppia.
Avvicinamento:
Vista verso le cime della Via Alta (Poncione Laghetti, Venn, Precastello) dalla mezza-costa dopo la Capanna Alpe d'Alva

siamo partiti da Lodrino, zona chiesa, poco dopo le 06.30. Il sentiero è ripido e prevalentemente nel bosco, si guadagnano subito 1500 m di quota. "Subito" si fa per dire. In 3 ore e mezza siamo arrivati alla Capanna Alpe d'Alva. Le località intermedie offrono scorci sulla Riviera, il Pizzo di Claro e, a ovest, sulla Via Alta della Verzasca. I Poncioni del Gruppo del Poncione Rosso, a sud di esso, sono ben osservabili per tutto l'avvicinamento. Sono molto belli. Mi sono stupito di non aver mai, prima d'ora, visto una valle così bella in Ticino. Sì perchè dopo la Capanna e una breve pausa, l'itinerario prosegue mantenendosi tra i 1700 e i 1800 metri, percorrendo la valle di Lodrino a mezza costa, sempre di fronte alle suggestive cime della Via Alta, lungo il versante meridionale delle montagne a destra del Poncione Rosso (Vacarisc, Stüell e Cima di Negrös).
Si prosegue nell'incantevole vallata per altre 3 ore, è lunga ragazzi.
In pratica bisogna raggiungere la base dello spartiacque tra Verzasca e Riviera, lontano dalla Capanna Alpe d'Alva, alla base del Poncione Rosso e del Precastello. Ma il paesaggio é unico, con i Poncioni ancora in parte innevati, verdi pascoli, pareti di roccia, gli alpi di Piavacra, Stüell e Vacarisc che sono delle perle rare. Presso quest'ultima ci siamo concessi una seconda pausa decente, per rifornirci di carburante. Perchè adesso arriva la parte impegnativa. E sono almeno 6 ore che camminiamo.
Lentamente, per non bruciare le forze e conservarle per la cima e il lungo ritorno, affrontiamo il ripido pendio per la Forcarella di Lodrino, 350 metri. In un ora siamo sulla cresta principale.
La cima:
la nostra cima vista dalla Forcarella di Lodrino

é a questo punto che decidiamo di ritornare dalla Verzasca, compiendo una traversata. La Valle di Lodrino é troppo lunga, ci vorrebbero almeno 2 ore in più per tornare da dove siamo saliti, e il sentiero ha punti esposti, con catene, e in generale é faticoso, con perdite di quota continue. Ci organizziamo per un passaggio da Lavertezzo a Lodrino (recupero della macchina) e così possiamo occuparci della cima. Una placconata di roccia rossiccia. Da lontano sembra folle arrampicarsi. Ma quando ci si trova dentro risulta "poco difficile meno". Si aderisce bene con i piedi, si arrampica con facilità, ma non bisogna sottovalutare la pendenza, per cui non é permesso cadere. Lì se si parte non ti ferma nessuno. Igor é stato previdente e ha portato il materiale. Salire in sicurezza é il top. Soprattutto quando si arriva già stanchi da 7 ore di cammino. Essendo io principiante nell'uso della corda e annessi, abbiamo impiegato più tempo e abbiamo raggiunto la cima alle 16.00. Un orario che ci siamo concessi sapendo che le giornate sono ormai lunghe.
La vista spazia.
Ci troviamo in una zona molto remota ma molto centrale del nostro Cantone. Ai nostri lati le 2 valli che andiamo a percorrere sono lunghe e selvagge (valli laterali della Verzasca e della Riviera). A sud ci sono le cime della Via Alta e il Gruppo della Cima dell'Uomo. A nord altre montagne. Si é davvero lontani da tutto. E soprattutto dalla macchina. Ora arriva una parte che é sempre altrettanto impegnativa: il ritorno.
Allontanamento:
nella parte bassa della placconata durante la discesa, sullo sfondo la valle di Lavertezzo che ci aspetta, prevediamo di arrivare non prima delle 22.00

Scendiamo in sicurezza e dalla Forcarella in poi ci diamo da fare per scendere l'infinita vallata di Lavertezzo. Di nevai ne incontriamo solo nei primi 100 metri di discesa dalla Forcarella (dalla parte di Lodrino abbiamo incontrato solo un piccolo nevaio). Dopo alpi e alpeggi siamo nel bosco, si fa sera e poi notte. Il fiume (Riale di Pincascia) ad un certo punto lo attraversiamo per forza togliendo gli scarponi.
La nostra cima la salutiamo in fondo alla valle ancora più rossa perché baciata dai raggi del sole del tramonto.
Comunque è un sentiero facile, quasi sempre in discesa e mai esposto. Una lunga passeggiata.
Arriviamo alle 22.00 a Lavertezzo. Belli cotti.
Consigliatissimo come itinerario. Coincide, tranne che per la cima stessa, con quello della Competizione annuale dei trail runner della Lodrino-Lavertezzo.
Communities: Ticino Selvaggio, Hikr in italiano
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