Gran Zebrù dalla Via Meraldi e discesa dalla Normale - 3851 m
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Altro che hotel a 5 stelle! Per le poche ore (o minuti...) di sonno che ci separano dalla sveglia optiamo per un "comodissimo" pernottamento nella Clio del Gabry.
Colazione a base di oro saiwa e si parte.
Sopra le nostre teste il cielo è pieno di miriadi di stelle e le sagome nere delle montagna fanno da cornice alla Val Cedec.
Arrivati alla Pizzini spegniamo le frontali e proseguiamo in direzione della bellissima piramide del Gran Zebrù e del suo Canale Meraldi.
I polpacci urlano vendetta, ma finalmente siamo in vetta al Gran Zebrù... la cima è tutta per noi... che emozione!!!
Discesa infinita: un calvario!
Dal parcheggio, risalire sino all'Albergo del Ghiacciaio dei Forni, dove s'imbocca la sterrata (in alternativa è possibile percorrere anche il sentiero panoramico) che, percorrendo la lunga ed interminabile Val Cedec, conduce al Rifugio Pizzini-Frattola (q. 2706 m). Splendido panorama sul gruppo Tresero-S. Matteo e Gran Zebrù.
Portarsi alle spalle del Rifugio, quindi proseguire in direzione nord-ovest lasciando sulla destra le tracce che salgono verso il Rifugio Casati.
Risalire i dolci pendii puntando ad un'evidente piramide rocciosa posta in mezzo alla Vedretta dello Zebrù (q. 3100 m circa) e che si aggira sulla sinistra.
Raggiunto il ripido pendio alla base del Collo di Bottiglia (stretto e ripido canalino che permette l'accesso alla pala della via normale al Gran Zebrù), risalirlo fino alla q. 3250 m circa, quindi lasciare sulla destra le tracce che si inoltrano verso il Collo di Bottiglia e compiere un traverso ascendente verso sinistra (faccia a monte) fino a raggiungere il conoide di accesso alla Via Meraldi (q. 3320 m circa - possibilità di trovare sfasciumi instabili in questo tratto).
Risalire il suggestivo canale che si fa sempre più ripido e stretto (45°/50°). Al suo termine, compiere un brevissimo ma esposto traversino che immette in piena parete sud. Risalire la paretina (pendenze variabili dai 50° ai 60°) cercando di tenere il suo margine sinistro. Abbiamo, ora, due possibilità:
1) seguire la via originaria stando tra le rocce di sinistra appena sotto la verticale della croce (ben visibile durante l'intera salita);
2) come nel nostro caso (a causa di piccole scariche lungo il tracciato originale), seguire la paretina di neve verticalmente fino a guadagnare un vasto pianoro posto appena sotto la vetta.
In entrambi i casi, una volta raggiunto il pianoro sotto la vetta (q. 3600 m circa), proseguire verticalmente puntando ad uno stretto canalino (50°/55°) posto sulla destra di un triangolo roccioso. Al termine del canale, superare gli ultimi ripidi metri che conducono alla cresta della via normale. Seguire l'aerea ed esposta cresta nevosa che, in brevissimo, conduce alla panoramicissima vetta del Gran Zebrù (q. 3851 m).
La discesa si svolge lungo la via normale.
Dalla vetta seguire interamente l'affilata cresta (attenzione ad eventuali cornici e alla forte esposizione sulla Parete Nord della montagna), fino a raggiungere l'ingresso all'ampia pala. Scendere lungo la pala (max 40°/45°) mantenendo il suo margine destro (faccia a valle) fino a guadagnare il famoso Colle di Bottiglia (q. 3490 m).
Facendo attenzione ai detriti instabili e alle possibili scariche di sassi, scendere lungo il canalino (45°/50°) posto sotto al Colle, quindi ricongiungersi all'itinerario di salita.
TEMPI DI PERCORRENZA:
CONDIZIONI AL 23/05/20:
con Graby
Colazione a base di oro saiwa e si parte.
Sopra le nostre teste il cielo è pieno di miriadi di stelle e le sagome nere delle montagna fanno da cornice alla Val Cedec.
Arrivati alla Pizzini spegniamo le frontali e proseguiamo in direzione della bellissima piramide del Gran Zebrù e del suo Canale Meraldi.
I polpacci urlano vendetta, ma finalmente siamo in vetta al Gran Zebrù... la cima è tutta per noi... che emozione!!!
Discesa infinita: un calvario!
Dal parcheggio, risalire sino all'Albergo del Ghiacciaio dei Forni, dove s'imbocca la sterrata (in alternativa è possibile percorrere anche il sentiero panoramico) che, percorrendo la lunga ed interminabile Val Cedec, conduce al Rifugio Pizzini-Frattola (q. 2706 m). Splendido panorama sul gruppo Tresero-S. Matteo e Gran Zebrù.
Portarsi alle spalle del Rifugio, quindi proseguire in direzione nord-ovest lasciando sulla destra le tracce che salgono verso il Rifugio Casati.
Risalire i dolci pendii puntando ad un'evidente piramide rocciosa posta in mezzo alla Vedretta dello Zebrù (q. 3100 m circa) e che si aggira sulla sinistra.
Raggiunto il ripido pendio alla base del Collo di Bottiglia (stretto e ripido canalino che permette l'accesso alla pala della via normale al Gran Zebrù), risalirlo fino alla q. 3250 m circa, quindi lasciare sulla destra le tracce che si inoltrano verso il Collo di Bottiglia e compiere un traverso ascendente verso sinistra (faccia a monte) fino a raggiungere il conoide di accesso alla Via Meraldi (q. 3320 m circa - possibilità di trovare sfasciumi instabili in questo tratto).
Risalire il suggestivo canale che si fa sempre più ripido e stretto (45°/50°). Al suo termine, compiere un brevissimo ma esposto traversino che immette in piena parete sud. Risalire la paretina (pendenze variabili dai 50° ai 60°) cercando di tenere il suo margine sinistro. Abbiamo, ora, due possibilità:
1) seguire la via originaria stando tra le rocce di sinistra appena sotto la verticale della croce (ben visibile durante l'intera salita);
2) come nel nostro caso (a causa di piccole scariche lungo il tracciato originale), seguire la paretina di neve verticalmente fino a guadagnare un vasto pianoro posto appena sotto la vetta.
In entrambi i casi, una volta raggiunto il pianoro sotto la vetta (q. 3600 m circa), proseguire verticalmente puntando ad uno stretto canalino (50°/55°) posto sulla destra di un triangolo roccioso. Al termine del canale, superare gli ultimi ripidi metri che conducono alla cresta della via normale. Seguire l'aerea ed esposta cresta nevosa che, in brevissimo, conduce alla panoramicissima vetta del Gran Zebrù (q. 3851 m).
La discesa si svolge lungo la via normale.
Dalla vetta seguire interamente l'affilata cresta (attenzione ad eventuali cornici e alla forte esposizione sulla Parete Nord della montagna), fino a raggiungere l'ingresso all'ampia pala. Scendere lungo la pala (max 40°/45°) mantenendo il suo margine destro (faccia a valle) fino a guadagnare il famoso Colle di Bottiglia (q. 3490 m).
Facendo attenzione ai detriti instabili e alle possibili scariche di sassi, scendere lungo il canalino (45°/50°) posto sotto al Colle, quindi ricongiungersi all'itinerario di salita.
TEMPI DI PERCORRENZA:
- PARCHEGGIO DEI FORNI - RIFUGIO PIZZINI: 1,10 ora
- RIFUGIO PIZZINI - VEDRETTA DELLO ZEBRU': 1,05 ora
- VEDRETTA DELLO ZEBRU' - ATTACCO VIA MERALDI: 45 minuti
- ATTACCO VIA MERALDI - GRAN ZEBRU': 2,00 ore
- GRAN ZEBRU' - PARCHEGGIO FORNI: 3,00 ore
CONDIZIONI AL 23/05/20:
- Partenza al Rifugio dei Forni alle ore 3,45 circa dopo aver dormito al posteggio in auto
- Il manto nevoso continuo inizia dal Rifugio Pizzini
- Durante la notte il rigelo è stato abbastanza buono: solo in pochi punti si sfondava
- L'idea iniziale era quella di salire il Gran Zebrù dal Canale delle Pale Rosse, ma una volta giunti al Colle delle Pale Rosse (e quindi all'attacco dell'omonimo Canale), le condizioni della salita erano pessime: la prima metà del canale, anche se magra, era in buone condizioni, mentre la parte alta era completamente secca (vedi foto). Quindi abbiamo deciso di tornare sui nostri passi e di "ripiegare" lungo la Via Meraldi
- Via Meraldi in buone condizioni (neve portante e roccette ben coperte). Purtroppo non abbiamo potuto seguire il tracciato originario nella parte medio-alta a causa di piccole scariche
- La cresta nevosa finale che conduce in vetta al Gran Zebrù è bella tracciata e priva di cornici, ma molto esposta sulla sottostante Parete Nord
- Discesa lungo la pala della via normale in ottime condizioni
- Discesa lungo il Canale del Collo di Bottiglia in buone condizioni: il canale è interamente nevoso (solo pochissimi metri in entrata sono su sfasciumi)
- Noi siam scesi dalla vetta dello Zebru' intorno alle 10,00 e la neve aveva già remollato fin troppo (dalla base del Collo di Bottiglia alla Pizzini è stato un calvario visto che si sprofondava in continuazione)
con Graby
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