Cima di Solda (3376m) dal Rifugio dei Forni
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Dal rifugio dei Forni si imbocca l'ampia carrozzabile che sale in direzione del rifugio Pizzini. Dopo pochi metri si incontra subito un bivio. Da un lato si può continuare a salire lungo la gippabile, dall'altro la si può abbandonare, imboccando il sentiero panoramico che raggiunge il medesimo rifugio in circa 10'/15' in più.
Per l'andata decidiamo per la prima opzione, così proseguiamo lungo la larga "autostrada" che, salendo dolcemente e con ritmo costante, in circa 1h20' ci porta al rifugio Pizzini (2706m). Volendo, fino a questo punto ci si può far portare con le frequenti jeep-navette che continuano a fare su e giù tra i due rifugi.
Dal rifugio Pizzini proseguiamo in direzione del rifugio Casati. Il sentiero si fa più stretto e, attraversato un letto detritico, conduce a un alpeggio poco oltre il Pizzini. Da qui, non appena si oltrepassano i laghi del Cedec, il sentiero inizia ad impennarsi e a diventare più impervio. Si prosegue su pietraie e roccette, attraversando alcuni piccoli nevai residui e un breve tratto attrezzato con catene che non presenta la ben che minima difficoltà tecnica. Dopo aver lasciato il rifugio Pizzini da circa 1h30' raggiungiamo finalmente il passo del Cevedale (3256m) dal quale raggiungiamo in pochi passi il vicinissimo Rifugio Casati (3269m). Qui l'ambiente è spettacolare. Da un lato svetta imponente la cima rocciosa del Gran Zebrù, dall'altro il grosso ghiacciaio risale dolcemente fino alla vetta del Cevedale.
La nostra meta si trova lì a breve distanza e si raggiunge seguendo una via escursionistica a bordo del ghiacciaio e sul filo di cresta. Dal Casati si ridiscende un poco, perdendo qualche decina di metri. Poi, attraversato un nevaio, si riprende a salire su rocce e traccia di sentiero, raggiungendo in circa 15' i 3376m della Cima di Solda. L'aria è fredda e pungente, così ci soffermiamo per poco (solo il tempo di scrivere qualcosa sul libro di vetta e fare le foto di rito). Quindi ridiscendiamo al Casati dove ci fermiamo per pranzare. La via di discesa è uguale fino al Pizzini. Da qui, però, imbocchiamo il sentiero panoramico. Questo procede in mezzo a pascoli, districandosi tra torrenti, piccoli laghetti e bellissimi massi erratici. Prosegue in falsopiano, in leggera discesa, perdendo quota molto lentamente. Solo nell'ultimo tratto si fa più ripido, addentrandosi nel bosco e portando in breve tempo al bivio posto pochi metri dopo il rifugio dei Forni.
CONSIDERAZIONI
Escursione veramente molto bella in una vallata fantastica. Adatta a persone con un po di allenamento. Da tener presente, oltre alla lunghezza del percorso (circa 20km) e al dislivello (quasi 1300m), che l'escursione si sviluppa per una parte in ambiente di alta montagna (oltre i 3000m). Indispensabili (almeno nella giornata in cui siamo saliti noi) pile e giacca anti-vento. Il sentiero è nella prima parte (fino al Pizzini) classificabile come T1.. Oltre al Pizzini diventa dapprima T2, per poi, prima e dopo il Casati, diventare T3. Il sentiero panoramico usato in discesa è un comodo T2.
Per l'andata decidiamo per la prima opzione, così proseguiamo lungo la larga "autostrada" che, salendo dolcemente e con ritmo costante, in circa 1h20' ci porta al rifugio Pizzini (2706m). Volendo, fino a questo punto ci si può far portare con le frequenti jeep-navette che continuano a fare su e giù tra i due rifugi.
Dal rifugio Pizzini proseguiamo in direzione del rifugio Casati. Il sentiero si fa più stretto e, attraversato un letto detritico, conduce a un alpeggio poco oltre il Pizzini. Da qui, non appena si oltrepassano i laghi del Cedec, il sentiero inizia ad impennarsi e a diventare più impervio. Si prosegue su pietraie e roccette, attraversando alcuni piccoli nevai residui e un breve tratto attrezzato con catene che non presenta la ben che minima difficoltà tecnica. Dopo aver lasciato il rifugio Pizzini da circa 1h30' raggiungiamo finalmente il passo del Cevedale (3256m) dal quale raggiungiamo in pochi passi il vicinissimo Rifugio Casati (3269m). Qui l'ambiente è spettacolare. Da un lato svetta imponente la cima rocciosa del Gran Zebrù, dall'altro il grosso ghiacciaio risale dolcemente fino alla vetta del Cevedale.
La nostra meta si trova lì a breve distanza e si raggiunge seguendo una via escursionistica a bordo del ghiacciaio e sul filo di cresta. Dal Casati si ridiscende un poco, perdendo qualche decina di metri. Poi, attraversato un nevaio, si riprende a salire su rocce e traccia di sentiero, raggiungendo in circa 15' i 3376m della Cima di Solda. L'aria è fredda e pungente, così ci soffermiamo per poco (solo il tempo di scrivere qualcosa sul libro di vetta e fare le foto di rito). Quindi ridiscendiamo al Casati dove ci fermiamo per pranzare. La via di discesa è uguale fino al Pizzini. Da qui, però, imbocchiamo il sentiero panoramico. Questo procede in mezzo a pascoli, districandosi tra torrenti, piccoli laghetti e bellissimi massi erratici. Prosegue in falsopiano, in leggera discesa, perdendo quota molto lentamente. Solo nell'ultimo tratto si fa più ripido, addentrandosi nel bosco e portando in breve tempo al bivio posto pochi metri dopo il rifugio dei Forni.
CONSIDERAZIONI
Escursione veramente molto bella in una vallata fantastica. Adatta a persone con un po di allenamento. Da tener presente, oltre alla lunghezza del percorso (circa 20km) e al dislivello (quasi 1300m), che l'escursione si sviluppa per una parte in ambiente di alta montagna (oltre i 3000m). Indispensabili (almeno nella giornata in cui siamo saliti noi) pile e giacca anti-vento. Il sentiero è nella prima parte (fino al Pizzini) classificabile come T1.. Oltre al Pizzini diventa dapprima T2, per poi, prima e dopo il Casati, diventare T3. Il sentiero panoramico usato in discesa è un comodo T2.
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