Pizzo Badile - 3308 m
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Erano due anni che un padre ed una figlia sognavano la salita al Pizzo Badile. Ma, come spesso accade, questo sogno veniva accantonato nel cassetto... vuoi perchè la salita è davvero lunga... vuoi perchè bisogna portarsi un certo qual peso sulle spalle... vuoi per la logistica...
Dopo la rinuncia di due settimana fa a causa dell'imprevista nevicata settembrina che ci ha sconvolto tutti i piani, vediamo che per venerdì dan bello... O meglio, qualche nuvoletta in giro, ma zero acqua...
E così prendiamo la palla al balzo per toglierci questo sassolino dalla scarpa: si parte!
Sono le 6,15 del mattino quando due sagome scure accompagnate solo dalla tenue luce delle loro frontali abbandonano il calduccio della macchina, in direzione dell'inarrivabile Rifugio Gianetti.
Man mano che saliamo il cielo si tinge di colori sempre più chiari e rosei, ma al contempo alcune nuvolette apparentemente innocue cominciano ad addensarsi sul fondovalle.
Col fiato corto a causa dello zaino un po' più pesante del solito, finalmente arriviamo in Gianetti: volgendo lo sguardo all'insù, la salita al Badile è ben evidente... così come ci appare assolutamente evidente l'infinita strada che ancora ci manca da percorrere... Ma quanto è lontano questo Badileeeeeeee!
Raggiunto l'attacco della via normale, quasi come per scherzo, quelle innocue nuvolette che riposavano tranquille sul fondovalle in quattro e quatr'otto han deciso di venirci incontro per farci compagnia... E va beh, scacciarle ci sembrava scortese... :D
Dopo quasi 3 ore di divertente arrampicata finalmente ci appare sotto al naso l'inconfondibile piramide che contraddistingue la cima del Badile... Nonostante i mille dubbi e timori ce l'abbiamo fatta!
Ed ora non ci resta che percorrere a ritroso l'interminabile percorso di salita... E così come avevamo lasciato la macchina quasi 14 ore prima... ci ritorniamo sempre scortati dal mantello della notte e dalla luce delle nostre frontaline...
Bellissima avventura col mio papà!
Dai Bagni di Masino (q. 1178 m), inoltrarsi nel fondovalle fino ad un cartello dei sentieri: ignorare sulla sinistra il bivio per il Rifugio Omio, quindi svoltare a destra in direzione del Rifugio Gianetti. Attraversato un praticello, inizia subito una ripida mulattiera che, con lunghi tornanti, conduce all'Alpe Corte Vecchia (q. 1405 m).
A questo punto il sentiero passa sotto a due caratteristici ed enormi massi, conosciuti come le Termopili (q. 1450 m), per poi compiere un lungo traverso ascendente verso destra.
Su terreno piuttosto pianeggiante si giunge al guado del torrente che scende dalla selvaggia Val Sione (q. 1700 m circa), quindi con una serie di tronantelli su terreno un po' disconnesso si guadagna l'ampio Piano del Porcellizzo (q. 1899 m). Attraversare la piana, quindi oltrepassare il bel ponticello in legno posto appena dopo l'indicazione rossa su un masso per il Rifugio Gianetti.
A questo punto il sentiero torna nuovamente a salire tra pascoli prima e bellissime placche di granito poi sormontando un grande dosso. Per vallette e dossi più piccoli si giunge finalmente al panoramicissimo Rifugio Gianetti (q. 2534 m), posto alle pendici del Pizzo Badile e della bellissima guglia della Punta S. Anna.
Portarsi alle spalle del Rifugio e, ignorato il bivio sulla destra per il Rifugio Allievi, seguire i numerosi ometti che si addentrano nella conca compresa tra il Badile, la Punta S. Anna, la Punta Torelli e i Denti della Vecchia.
Seguendo una traccia su terreno sconnesso e poco stabile, aggirare sulla sinistra una fascia rocciosa, quindi giungere nella conca detritica alla base della parete SW del Pizzo Badile. Proseguire in direzione della parte più bassa della parete, quindi spostarsi leggermente a sinistra (faccia a monte) puntando ad un grande ed evidente diedro (ometti): qui parte la via normale (q. 2930 m circa) al Pizzo Badile.
Senza risalire il diedro, sfruttare una comoda cengia di erba e roccette per compiere un lungo traverso ascendente verso destra nel mezzo della parete. Oltrepassato un masso che costringe ad un passo aggettante e un po' esposto, raggiungere la cresta vera e propria (II).
A questo punto, risalire l'evidente canalino d'erba e detriti, quindi proseguire lungo il filo di cresta (esposto ma facile) o appena sotto di esso fino a raggiungere la base di un verticale camino strapiombante (II+).
Ignorare il camino, quindi traversare leggermente verso destra aggirando lo spigolo e puntando ad un'evidente tettino giallo. Dopo essere passati a carponi sotto al tetto ("Passo del Gatto"), si raggiunge la base di un caminetto verticale con cordoni. Risalire il camino (spesso umido) con arrampicata fisica e di opposizione fino alla Croce Castelli Piatti, ove è possibile allestire una sosta su cordini (III+ continuo... forse IV-).
Salire dritti sopra la Croce per un facile camino ben appigliato, inizialmente abbastanza verticale e poi via via più appoggiato. Reperiti gli ometti e i bolli rossi, abbandonare la cresta e iniziare una lunga traversata in leggera discesa verso destra (faccia a monte) sfruttando una serie di cenge erbose e detritiche (pochi tratti esposti) fino a guadagnare la base del grande canalone sud del Pizzo Badile (II).
Risalire lungamente il canale (numerose soste a chiodi o cordini utili per proteggersi) alternando tratti di facili arrampicata a tratti un su placche un po' più delicate fino a quando questo non risulta essere sbarrato da una placconata verticale (II+).
Qui occorre traversare per facile cengia verso sinistra in direzione di due canalini: risalire il canalino di destra, quindi uscire a sinistra per aereo ma semplice sperone (III) fino alla comoda sosta con anellone (più a sinistra c'è anche una sosta a spit, ma si tratta della prima sosta per le calate sul versante SW).
Proseguire lungo le divertenti rocce ricche di fessure e lame staccate sulla destra dello stretto canalino appena sotto la cresta fino a raggiungere una seconda sosta (III).
A questo punto non resta che seguire l'evidente cengia detritica inizialmente da sinistra verso destra e poi da destra verso sinistra fino a guadagnare la cresta sommitale del Pizzo Badile (II). Da qui, in breve, si è al caratteristico obelisco di vetta del Pizzo Badile (q. 3308 m).
Dalla cima del Pizzo Badile, seguendo a ritroso le due cenge molto sfasciumose tornare all'anello di calata: con una calata da 40 metri si raggiunge il ripiano alla base del tratto roccioso terminale. Da qui, con una serie di calate da circa 40 metri (nel canale si trovano una serie di soste a chiodi con maglia rapida o su cordoni sempre provvisti di maglia rapida) si ritorna alla base del canalone sopra gli strapiombi basali. Senza proseguire per il canale, occorre ripercorrere a ritroso (questa volta in leggera salita) il sistema di cenge erbose e detritiche che riportano alla Croce Castelli Piatti (lungo questo tratto bisogna lasciarsi guidare dagli ometti e dai bolli rossi, in discesa decisamente più visibili, per non rischiare di sbagliare strada).
Dalla Croce effettuare una calata di circa 30 metri nel camino verticale e strapiombante osservato in salita; reperita l'ultima sosta posta in corrispondenza dell'uscita del diedro posto nei pressi dell'attacco, con un'ultima calata di 30 metri si torna alla base della parete.
Da qui come per la salita.
NOTE: Dopo la prima calata di 40 metri, poco a sinistra (faccia a monte) dell'anellone per la successiva doppia, è possibile osservare la presenza di una sosta a spit con anello di calata. Si tratta di una serie di calate (quattro) di circa 60 metri lungo il versante SW che riportano direttamente alla base della parete. Soluzione non verificata, in quanto questo ancoraggi sono stati allestiti in inverno, quindi non facili da trovare.
TEMPI DI PERCORRENZA:
BAGNI DI MASINO - ALPE CORTE VECCHIA: 30 minuti
ALPE CORTE VECCHIA - PIANO DEL PORCELLIZZO: 1,20 ora
PIANO DEL PORCELLIZZO - RIFUGIO GIANETTI: 1,25 ora
RIFUGIO GIANETTI - ATTACCO VIA NORMALE: 1,00 ora
ATTACCO VIA NORMALE - VETTA PIZZO BADILE: 3,00 ore
VETTA PIZZO BADILE - ATTACCO VIA NORMALE: 2,00 ore
ATTACCO VIA NORMALE - RIFUGIO GIANETTI: 45 minuti
RIFUGIO GIANETTI - BAGNI DI MASINO: 2,30 ore
Classicissima e imperdibile via normale ad una delle cima più famose della Val Masino. Nonostante i gradi piuttosto ristretti (max III+/IU-) la salita non è affatto da sottovalutare, poichè l'orientamento non sempre risulta essere semplice. Portare 3/4 friends di varie misure e cordini per allestire eventuali soste su spuntoni. La via può essere percorsa sia in conserva, sia a tiri (lunghezza dei tiri a proprio piacimento), sia in conserva protett; noi abbiamo optato per la conserva lunga protetta.
Anche la discesa non è affatto semplice (anche se alcuni bolli rossi un po' sbiaditi aiutano nell'orientamento): prestare attenzione al percorso effettuato in salita!
con papà
Dopo la rinuncia di due settimana fa a causa dell'imprevista nevicata settembrina che ci ha sconvolto tutti i piani, vediamo che per venerdì dan bello... O meglio, qualche nuvoletta in giro, ma zero acqua...
E così prendiamo la palla al balzo per toglierci questo sassolino dalla scarpa: si parte!
Sono le 6,15 del mattino quando due sagome scure accompagnate solo dalla tenue luce delle loro frontali abbandonano il calduccio della macchina, in direzione dell'inarrivabile Rifugio Gianetti.
Man mano che saliamo il cielo si tinge di colori sempre più chiari e rosei, ma al contempo alcune nuvolette apparentemente innocue cominciano ad addensarsi sul fondovalle.
Col fiato corto a causa dello zaino un po' più pesante del solito, finalmente arriviamo in Gianetti: volgendo lo sguardo all'insù, la salita al Badile è ben evidente... così come ci appare assolutamente evidente l'infinita strada che ancora ci manca da percorrere... Ma quanto è lontano questo Badileeeeeeee!
Raggiunto l'attacco della via normale, quasi come per scherzo, quelle innocue nuvolette che riposavano tranquille sul fondovalle in quattro e quatr'otto han deciso di venirci incontro per farci compagnia... E va beh, scacciarle ci sembrava scortese... :D
Dopo quasi 3 ore di divertente arrampicata finalmente ci appare sotto al naso l'inconfondibile piramide che contraddistingue la cima del Badile... Nonostante i mille dubbi e timori ce l'abbiamo fatta!
Ed ora non ci resta che percorrere a ritroso l'interminabile percorso di salita... E così come avevamo lasciato la macchina quasi 14 ore prima... ci ritorniamo sempre scortati dal mantello della notte e dalla luce delle nostre frontaline...
Bellissima avventura col mio papà!
Dai Bagni di Masino (q. 1178 m), inoltrarsi nel fondovalle fino ad un cartello dei sentieri: ignorare sulla sinistra il bivio per il Rifugio Omio, quindi svoltare a destra in direzione del Rifugio Gianetti. Attraversato un praticello, inizia subito una ripida mulattiera che, con lunghi tornanti, conduce all'Alpe Corte Vecchia (q. 1405 m).
A questo punto il sentiero passa sotto a due caratteristici ed enormi massi, conosciuti come le Termopili (q. 1450 m), per poi compiere un lungo traverso ascendente verso destra.
Su terreno piuttosto pianeggiante si giunge al guado del torrente che scende dalla selvaggia Val Sione (q. 1700 m circa), quindi con una serie di tronantelli su terreno un po' disconnesso si guadagna l'ampio Piano del Porcellizzo (q. 1899 m). Attraversare la piana, quindi oltrepassare il bel ponticello in legno posto appena dopo l'indicazione rossa su un masso per il Rifugio Gianetti.
A questo punto il sentiero torna nuovamente a salire tra pascoli prima e bellissime placche di granito poi sormontando un grande dosso. Per vallette e dossi più piccoli si giunge finalmente al panoramicissimo Rifugio Gianetti (q. 2534 m), posto alle pendici del Pizzo Badile e della bellissima guglia della Punta S. Anna.
Portarsi alle spalle del Rifugio e, ignorato il bivio sulla destra per il Rifugio Allievi, seguire i numerosi ometti che si addentrano nella conca compresa tra il Badile, la Punta S. Anna, la Punta Torelli e i Denti della Vecchia.
Seguendo una traccia su terreno sconnesso e poco stabile, aggirare sulla sinistra una fascia rocciosa, quindi giungere nella conca detritica alla base della parete SW del Pizzo Badile. Proseguire in direzione della parte più bassa della parete, quindi spostarsi leggermente a sinistra (faccia a monte) puntando ad un grande ed evidente diedro (ometti): qui parte la via normale (q. 2930 m circa) al Pizzo Badile.
Senza risalire il diedro, sfruttare una comoda cengia di erba e roccette per compiere un lungo traverso ascendente verso destra nel mezzo della parete. Oltrepassato un masso che costringe ad un passo aggettante e un po' esposto, raggiungere la cresta vera e propria (II).
A questo punto, risalire l'evidente canalino d'erba e detriti, quindi proseguire lungo il filo di cresta (esposto ma facile) o appena sotto di esso fino a raggiungere la base di un verticale camino strapiombante (II+).
Ignorare il camino, quindi traversare leggermente verso destra aggirando lo spigolo e puntando ad un'evidente tettino giallo. Dopo essere passati a carponi sotto al tetto ("Passo del Gatto"), si raggiunge la base di un caminetto verticale con cordoni. Risalire il camino (spesso umido) con arrampicata fisica e di opposizione fino alla Croce Castelli Piatti, ove è possibile allestire una sosta su cordini (III+ continuo... forse IV-).
Salire dritti sopra la Croce per un facile camino ben appigliato, inizialmente abbastanza verticale e poi via via più appoggiato. Reperiti gli ometti e i bolli rossi, abbandonare la cresta e iniziare una lunga traversata in leggera discesa verso destra (faccia a monte) sfruttando una serie di cenge erbose e detritiche (pochi tratti esposti) fino a guadagnare la base del grande canalone sud del Pizzo Badile (II).
Risalire lungamente il canale (numerose soste a chiodi o cordini utili per proteggersi) alternando tratti di facili arrampicata a tratti un su placche un po' più delicate fino a quando questo non risulta essere sbarrato da una placconata verticale (II+).
Qui occorre traversare per facile cengia verso sinistra in direzione di due canalini: risalire il canalino di destra, quindi uscire a sinistra per aereo ma semplice sperone (III) fino alla comoda sosta con anellone (più a sinistra c'è anche una sosta a spit, ma si tratta della prima sosta per le calate sul versante SW).
Proseguire lungo le divertenti rocce ricche di fessure e lame staccate sulla destra dello stretto canalino appena sotto la cresta fino a raggiungere una seconda sosta (III).
A questo punto non resta che seguire l'evidente cengia detritica inizialmente da sinistra verso destra e poi da destra verso sinistra fino a guadagnare la cresta sommitale del Pizzo Badile (II). Da qui, in breve, si è al caratteristico obelisco di vetta del Pizzo Badile (q. 3308 m).
Dalla cima del Pizzo Badile, seguendo a ritroso le due cenge molto sfasciumose tornare all'anello di calata: con una calata da 40 metri si raggiunge il ripiano alla base del tratto roccioso terminale. Da qui, con una serie di calate da circa 40 metri (nel canale si trovano una serie di soste a chiodi con maglia rapida o su cordoni sempre provvisti di maglia rapida) si ritorna alla base del canalone sopra gli strapiombi basali. Senza proseguire per il canale, occorre ripercorrere a ritroso (questa volta in leggera salita) il sistema di cenge erbose e detritiche che riportano alla Croce Castelli Piatti (lungo questo tratto bisogna lasciarsi guidare dagli ometti e dai bolli rossi, in discesa decisamente più visibili, per non rischiare di sbagliare strada).
Dalla Croce effettuare una calata di circa 30 metri nel camino verticale e strapiombante osservato in salita; reperita l'ultima sosta posta in corrispondenza dell'uscita del diedro posto nei pressi dell'attacco, con un'ultima calata di 30 metri si torna alla base della parete.
Da qui come per la salita.
NOTE: Dopo la prima calata di 40 metri, poco a sinistra (faccia a monte) dell'anellone per la successiva doppia, è possibile osservare la presenza di una sosta a spit con anello di calata. Si tratta di una serie di calate (quattro) di circa 60 metri lungo il versante SW che riportano direttamente alla base della parete. Soluzione non verificata, in quanto questo ancoraggi sono stati allestiti in inverno, quindi non facili da trovare.
TEMPI DI PERCORRENZA:
BAGNI DI MASINO - ALPE CORTE VECCHIA: 30 minuti
ALPE CORTE VECCHIA - PIANO DEL PORCELLIZZO: 1,20 ora
PIANO DEL PORCELLIZZO - RIFUGIO GIANETTI: 1,25 ora
RIFUGIO GIANETTI - ATTACCO VIA NORMALE: 1,00 ora
ATTACCO VIA NORMALE - VETTA PIZZO BADILE: 3,00 ore
VETTA PIZZO BADILE - ATTACCO VIA NORMALE: 2,00 ore
ATTACCO VIA NORMALE - RIFUGIO GIANETTI: 45 minuti
RIFUGIO GIANETTI - BAGNI DI MASINO: 2,30 ore
Classicissima e imperdibile via normale ad una delle cima più famose della Val Masino. Nonostante i gradi piuttosto ristretti (max III+/IU-) la salita non è affatto da sottovalutare, poichè l'orientamento non sempre risulta essere semplice. Portare 3/4 friends di varie misure e cordini per allestire eventuali soste su spuntoni. La via può essere percorsa sia in conserva, sia a tiri (lunghezza dei tiri a proprio piacimento), sia in conserva protett; noi abbiamo optato per la conserva lunga protetta.
Anche la discesa non è affatto semplice (anche se alcuni bolli rossi un po' sbiaditi aiutano nell'orientamento): prestare attenzione al percorso effettuato in salita!
con papà
Tourengänger:
irgi99

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