Pizzo Cavregasco (m.2535)
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Partiamo da Corte Terza (m.1196), da cui per agile pista silvo-pastorale guadagniamo i 1368 m. di Corte Seconda e per bel sentiero Corte Prima (m.1540), ove abbandoniamo l'itinerario marcato per la Bocchetta del Notaro, insinuandoci nell'oscuro e tetro anfiteatro settentrionale dominato dall'impressionante mole del Pizzo Cavregasco, nostra meta odierna.
Superato il torrente ci si alza tra prati, rododendri e ganne verso l'evidente conoide in direzione della Bocchetta delle Streghe, affrontando dapprima un infido e ripido canale erboso tra macchie di ontani, quindi un più pulito pendio che conduce alla conca (Zòchia dal Cavarghiàsc, m.2068), da cui per ripide ganne e tracce di sentiero si perviene alla Bocchetta delle Streghe Orientale (m.2276). Si percorre ora in lieve salita la conca di pietrame sotto la parete S del Cavregasco giungendo all'ampio intaglio (m.2335) di accesso alla Val Cavrig e il suo bel laghetto, da cui ci si cala tramite ripido canalino di placche e rocce rotte ai prati sottostanti perdendo una cinquantina di metri. Si contorna ora, sempre a SE, uno sperone roccioso puntando l'intaglio tra la cresta S del Cavregasco alla cresta delle Lavine Rosse, salendo per pendii detritici e infine ripide ma ben appigliate placche (m.2450).
Si entra così nella parete NE tramite una naturale cengia erbosa, con forte esposizione sulla Val Soè, pervenendo a una zona di placche appoggiate: le si risale a zigzag per poi toccare l'importante terrazzo erboso (presente uno spit) da cui con brusca inversione di marcia diparte la cengia superiore, gradualmente ristretta a pochi centimetri. Transitando con attenzione sotto uno spuntone si affronta ora un delicato e singolo passaggio di II°+, scegliendo due possibili soluzioni tra arrampicata e spaccata aerea. Superatolo si sale ancora su cengia, rifattasi più ampia, all'intaglio della cresta E affacciandosi nuovamente sulla Val Cavrig, da cui per tracce di sentiero su terreno ora più semplice, ma sempre esposto, si risalgono i metri finali del Pizzo Cavregasco (m.2535). Panorama indescrivibilmente spazioso ed emozionante nonostante le nubi ballerine vicine e lontane.
Dopo un veloce spuntino rientriamo con inalterata concentrazione dalla stessa via, affrontando con molta circospezione, per via della roccia non del tutto solida, il "passaggio chiave", dopo il quale gradualmente la tensione si stempera. Tuttavia, dato il terreno affrontato, non è quasi mai possibile farsi mancare la concentrazione fino al raggiungimento di Corte Prima, da cui si riguadagna in relax il percorso marcato per Corte Terza, ove giungiamo a 10 ore esatte dalla partenza.
Onore al Leone, una grandissima cima, autentico ed elevato simbolo dei Muncech.
Dovessi dissolvermi nel nulla anche in questo istante sarei comunque felice (Anonimo, 2017)
Avanti così.
Fonti:
- Mesolcina, Spluga, Monti dell'Alto Lario (CAI-TCI) di Alessandro Gogna e Angelo Recalcati (Milano 1999)
- https://sites.google.com/site/itineralp/relazioni/pizzo-cavregasco
Un ringraziamento particolare va a
Itineralp per la descrizione "millimetrica" della via di salita.
Superato il torrente ci si alza tra prati, rododendri e ganne verso l'evidente conoide in direzione della Bocchetta delle Streghe, affrontando dapprima un infido e ripido canale erboso tra macchie di ontani, quindi un più pulito pendio che conduce alla conca (Zòchia dal Cavarghiàsc, m.2068), da cui per ripide ganne e tracce di sentiero si perviene alla Bocchetta delle Streghe Orientale (m.2276). Si percorre ora in lieve salita la conca di pietrame sotto la parete S del Cavregasco giungendo all'ampio intaglio (m.2335) di accesso alla Val Cavrig e il suo bel laghetto, da cui ci si cala tramite ripido canalino di placche e rocce rotte ai prati sottostanti perdendo una cinquantina di metri. Si contorna ora, sempre a SE, uno sperone roccioso puntando l'intaglio tra la cresta S del Cavregasco alla cresta delle Lavine Rosse, salendo per pendii detritici e infine ripide ma ben appigliate placche (m.2450).
Si entra così nella parete NE tramite una naturale cengia erbosa, con forte esposizione sulla Val Soè, pervenendo a una zona di placche appoggiate: le si risale a zigzag per poi toccare l'importante terrazzo erboso (presente uno spit) da cui con brusca inversione di marcia diparte la cengia superiore, gradualmente ristretta a pochi centimetri. Transitando con attenzione sotto uno spuntone si affronta ora un delicato e singolo passaggio di II°+, scegliendo due possibili soluzioni tra arrampicata e spaccata aerea. Superatolo si sale ancora su cengia, rifattasi più ampia, all'intaglio della cresta E affacciandosi nuovamente sulla Val Cavrig, da cui per tracce di sentiero su terreno ora più semplice, ma sempre esposto, si risalgono i metri finali del Pizzo Cavregasco (m.2535). Panorama indescrivibilmente spazioso ed emozionante nonostante le nubi ballerine vicine e lontane.
Dopo un veloce spuntino rientriamo con inalterata concentrazione dalla stessa via, affrontando con molta circospezione, per via della roccia non del tutto solida, il "passaggio chiave", dopo il quale gradualmente la tensione si stempera. Tuttavia, dato il terreno affrontato, non è quasi mai possibile farsi mancare la concentrazione fino al raggiungimento di Corte Prima, da cui si riguadagna in relax il percorso marcato per Corte Terza, ove giungiamo a 10 ore esatte dalla partenza.
Onore al Leone, una grandissima cima, autentico ed elevato simbolo dei Muncech.
Dovessi dissolvermi nel nulla anche in questo istante sarei comunque felice (Anonimo, 2017)
Avanti così.
Fonti:
- Mesolcina, Spluga, Monti dell'Alto Lario (CAI-TCI) di Alessandro Gogna e Angelo Recalcati (Milano 1999)
- https://sites.google.com/site/itineralp/relazioni/pizzo-cavregasco
Un ringraziamento particolare va a

Tourengänger:
Poncione,
froloccone


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