Monte Tamaro (m.1962), cresta Nord
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Con un sabato dal meteo così così, influenzato da lievi piovaschi notturni e in vista di una domenica annunciata pessima, ma poi rivelatasi al contrario splendida, torno alle sane abitudini delle "montagne amate", quelle verso le quali nutro quell'attaccamento "territoriale" difficile a spiegarsi con le parole, poichè semplicemente una ragione non c'è...
Innanzitutto mi mancava ancora una salita al Tamaro direttamente dal Maggior Lago, ma soprattutto c'era l'interesse mai celato di arrivarci seguendo interamente la lunga e movimentata cresta/dorsale nord che dall'elevazione semi-isolata del Poncino della Croce conduce in vetta a sua Maestà.
Parto neanche tanto presto da Vira Gambarogno (m.209), e dopo un primo breve tratto su asfalto incontro il bellissimo e curato sentiero-mulattiera che con pendenza piacevole ed abbordabile nel castagneto conduce prima a Campei (m.641), quindi allo splendido balcone panoramico dei Monti di Vira (m.814), dove presto s'incontra il bivio per l'Alpe Trecciura e il Passo di Neggia. Faccio notare che il sentiero è stato molto facilitato per la discesa in Mountain Bike, in quanto in alcuni punti si può ancora riconoscere qualche vecchio tratto di sentiero e mulattiera che saliva più ripido (ma mai irresistibile) di quello attuale.
Dal bivio dei Monti di Vira (paletti segnavia) si prosegue pertanto a sinistra entrando in faggeta, con più rade betulle ed abeti, in direzione del Poncino della Croce, dove la pendenza si fa decisamente sostenuta e l'ambiente diventa abbastanza selvaggio, traversando e risalendo ai bordi di un ripidissimo canalone. Il sentierino è a brevi tratti abbastanza stretto e l'esposizione è già quella da non ammettere troppe distrazioni, anche perchè il terreno è spesso umido essendo rivolto a settentrione. Con un traverso conclusivo tra prati ripidissimi appare davanti la prima cima di giornata (m.1471), che si raggiunge con breve salita dalla selletta. Il panorama sull'alto Verbano e le montagne a nord sarebbe sicuramente spettacolare essendo praticamente a picco, ma la giornata è purtroppo molto coperta benchè in fondo non disprezzabile.
Ridisceso alla selletta inizia la graduale salita alla seconda "tappa" di giornata, cioè il Poncione del Macello (m.1719), dove si arriva con gradevole percorso in saliscendi toccando due risalti secondari, Uomo del Sasso (m.1522) e Cimetto (m.1615): il sentiero è marcato e mostra recenti segni di sfalcio, quantomeno sino alla selletta che precede la salita finale, in quanto la marcatura e il sentiero principale lasciano la dorsale per procedere a mezzacosta verso il Passo di Neggia con sentiero in parte attrezzato (ponticelli e scalette) a seguito di frane e smottamenti sul versante della Valle di Vira.
Prima ancora di giungere sul Poncione s'intuisce subito che a breve la Musica cambierà, perchè il tutto si riduce a una piccola traccia nei rododendri, con qualche pianta caduta (ero stato qui nel 2007 e non trovo nulla di cambiato...), che in breve porta sull'anonima e più alta elevazione di questa sinora "quieta" dorsale. Ma dal "quieto" all'"inquieto" il passo è breve, ed ecco la dorsale divenire stretta cresta tormentata da innumerevoli colli, torri e torrette di cui ancora non si capisce bene l'articolazione: la "vicinanza" al Tamaro si fa davvero relativa.
La "traversata" in sè non offre particolari problemi, in quanto un sentierino è quasi sempre presente, e i brevi tratti rocciosi, perlopiù placche e rocce quasi esclusivamente rivolte a meridione, sono facili e su buona roccia. I tratti aerei o esposti non sono molti, e mai difficili, benchè sul lato della Valle di Vira (destro in direzione di marcia) sia un salto pressochè unico. A metà traversata s'intravvede poco sotto il sentiero marcato per il Tamaro e l'Alpe di Neggia, e volendo ci si riesce a collegare con molta cautela (terreno ripido ed esposto), abbandonando il percorso di cresta: così scelse di fare
Gbal nel 2011 (http://www.hikr.org/tour/post35980.html) per questioni di tempo. L'unico passaggio che richiede attenzione supplementare è la discesa dall'ultima e più imponente "torre", prima del Colle m.1688 che precede la più semplice ma discretamente ravanosa e imboscata risalita al Tamaro prima d'incontrare finalmente il sentiero normale, da cui l'arrivo in vetta è questione di una decina di minuti.
In poco meno di 5 ore sono in vetta... e direi davvero che dal lago questa sia la salita al Tamaro più bella e spettacolare possibile, specie in una bella giornata.
Il resto è senza storia: raggiungo velocemente la Capanna Tamaro per gustarmi una strepitosa fetta di torta dagli irriducibili capannari Jonatha e Sueli, poi mi volgo alla bellissima Valle Duragno per una quantomai rapida discesa alla stazione di Mezzovico, da cui posso riportarmi in Valganna.
Avanti così.
NB. Vira-Monti di Vira T2 - Monti di Vira-Poncino della Croce T2/T3 - Poncino della Croce-Poncione del Macello T2 - Poncione del Macello-Monte Tamaro T4/T4+ - Monte Tamaro-Capanna Tamaro-Mezzovico T2
Il Dislivello indicato è puramente relativo alle quote toccate, ma i molti saliscendi della dorsale/cresta nord lo aumenterebbero in positivo, che tuttavia mi è impossibile calcolare.
Innanzitutto mi mancava ancora una salita al Tamaro direttamente dal Maggior Lago, ma soprattutto c'era l'interesse mai celato di arrivarci seguendo interamente la lunga e movimentata cresta/dorsale nord che dall'elevazione semi-isolata del Poncino della Croce conduce in vetta a sua Maestà.
Parto neanche tanto presto da Vira Gambarogno (m.209), e dopo un primo breve tratto su asfalto incontro il bellissimo e curato sentiero-mulattiera che con pendenza piacevole ed abbordabile nel castagneto conduce prima a Campei (m.641), quindi allo splendido balcone panoramico dei Monti di Vira (m.814), dove presto s'incontra il bivio per l'Alpe Trecciura e il Passo di Neggia. Faccio notare che il sentiero è stato molto facilitato per la discesa in Mountain Bike, in quanto in alcuni punti si può ancora riconoscere qualche vecchio tratto di sentiero e mulattiera che saliva più ripido (ma mai irresistibile) di quello attuale.
Dal bivio dei Monti di Vira (paletti segnavia) si prosegue pertanto a sinistra entrando in faggeta, con più rade betulle ed abeti, in direzione del Poncino della Croce, dove la pendenza si fa decisamente sostenuta e l'ambiente diventa abbastanza selvaggio, traversando e risalendo ai bordi di un ripidissimo canalone. Il sentierino è a brevi tratti abbastanza stretto e l'esposizione è già quella da non ammettere troppe distrazioni, anche perchè il terreno è spesso umido essendo rivolto a settentrione. Con un traverso conclusivo tra prati ripidissimi appare davanti la prima cima di giornata (m.1471), che si raggiunge con breve salita dalla selletta. Il panorama sull'alto Verbano e le montagne a nord sarebbe sicuramente spettacolare essendo praticamente a picco, ma la giornata è purtroppo molto coperta benchè in fondo non disprezzabile.
Ridisceso alla selletta inizia la graduale salita alla seconda "tappa" di giornata, cioè il Poncione del Macello (m.1719), dove si arriva con gradevole percorso in saliscendi toccando due risalti secondari, Uomo del Sasso (m.1522) e Cimetto (m.1615): il sentiero è marcato e mostra recenti segni di sfalcio, quantomeno sino alla selletta che precede la salita finale, in quanto la marcatura e il sentiero principale lasciano la dorsale per procedere a mezzacosta verso il Passo di Neggia con sentiero in parte attrezzato (ponticelli e scalette) a seguito di frane e smottamenti sul versante della Valle di Vira.
Prima ancora di giungere sul Poncione s'intuisce subito che a breve la Musica cambierà, perchè il tutto si riduce a una piccola traccia nei rododendri, con qualche pianta caduta (ero stato qui nel 2007 e non trovo nulla di cambiato...), che in breve porta sull'anonima e più alta elevazione di questa sinora "quieta" dorsale. Ma dal "quieto" all'"inquieto" il passo è breve, ed ecco la dorsale divenire stretta cresta tormentata da innumerevoli colli, torri e torrette di cui ancora non si capisce bene l'articolazione: la "vicinanza" al Tamaro si fa davvero relativa.
La "traversata" in sè non offre particolari problemi, in quanto un sentierino è quasi sempre presente, e i brevi tratti rocciosi, perlopiù placche e rocce quasi esclusivamente rivolte a meridione, sono facili e su buona roccia. I tratti aerei o esposti non sono molti, e mai difficili, benchè sul lato della Valle di Vira (destro in direzione di marcia) sia un salto pressochè unico. A metà traversata s'intravvede poco sotto il sentiero marcato per il Tamaro e l'Alpe di Neggia, e volendo ci si riesce a collegare con molta cautela (terreno ripido ed esposto), abbandonando il percorso di cresta: così scelse di fare

In poco meno di 5 ore sono in vetta... e direi davvero che dal lago questa sia la salita al Tamaro più bella e spettacolare possibile, specie in una bella giornata.
Il resto è senza storia: raggiungo velocemente la Capanna Tamaro per gustarmi una strepitosa fetta di torta dagli irriducibili capannari Jonatha e Sueli, poi mi volgo alla bellissima Valle Duragno per una quantomai rapida discesa alla stazione di Mezzovico, da cui posso riportarmi in Valganna.
Avanti così.
NB. Vira-Monti di Vira T2 - Monti di Vira-Poncino della Croce T2/T3 - Poncino della Croce-Poncione del Macello T2 - Poncione del Macello-Monte Tamaro T4/T4+ - Monte Tamaro-Capanna Tamaro-Mezzovico T2
Il Dislivello indicato è puramente relativo alle quote toccate, ma i molti saliscendi della dorsale/cresta nord lo aumenterebbero in positivo, che tuttavia mi è impossibile calcolare.
Tourengänger:
Poncione

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Kommentare (19)