Un insolita coppia: Maddalena & Dragoncello.
Oggi per mia fortuna ho una giornata libera, ma non ho voglia di andare troppo distante da casa, ho comunque un orario obbligato per tornare quindi rimango rigorosamente in zona. Ho una idea che mi frulla in mente da tempo e oggi sembra arrivato il momento di realizzarla.
Parto direttamente dalla città, precisamente dal quartiere S. Eufemia, e seguendo il sentiero 1 salgo in direzione del Monte Maddalena, mentre Rosa che ha problemi di lavoro abbandona la compagnia alla Sella della Poffa. Il M. Maddalena per i bresciani è un po come il Campo dei Fiori per i varesini, o il S. Primo per i lariani, o il Barro per i lecchesi, o la Presolana per gli orobici, o il M. Stella per i milanesi, o il Vesusio per i partenopei, o l’Uluru per gli aborigeni… insomma ci siamo capiti, è la “montagna di casa”.
Raggiungo la cima dopo meno di 2h, ma di restare a fare la guardia alle antenne militari proprio non mi va, così prendo subito la sterrata 3V che prosegue lungo la dorsale; passo le due cime del M. Salena anch’esse infestate da ripetitori poi fortunatamente la discesa regala altri panorami, non perchè si vede distante, sia chiaro, ma perché anche un bosco spoglio e disadorno sembra un paradiso se messo a confronto con i residuati della “civiltà”. Una volta arrivati alla Casina di Pino non resta che piegare a destra (nessuna indicazione) e scendere al Colle di S. Vito.
La giornata è abbastanza limpida e guardare quella crocetta posta la in alto fa un certo effetto. Da qua seguo la sterrata che passa diversi roccoli ben tenuti , e che porta in direzione del M. Ucia e Dragoncello, poi quando la sterrata si fa sentiero (abbastanza ripido) lo seguo sino a quando trovo una deviazione (campana+croce disegnata su una roccia) che mi porta verso sinistra. Il sentiero rimane ripido per un po, poi, con una pendenza più ragionevole raggiungo la croce aiutato da una fitta bollatura gialla. 3h50.
Io e la piccola May mangiamo qualcosa piuttosto in fretta, baciati dal sole ma con un’ariettina decisamente frizzante, scattate le dovute foto e lasciata la firma sul libro di vetta ritorniamo sui nostri passi per ritornare alla Chiesetta di S. Vito, dove c’è la deviazione per Nave. Faccio pochi passi, poi noto una deviazione sulla sinistra che intercetta una comoda crestina rocciosa oggi un po innevata, indicazioni ufficiali non ce ne sono ma qualche bollo sbiadito attira la mia curiosità. Si sale in moderata pendenza, restando sulla traccia abbastanza evidente, lasciata sulla destra la Cascina Dragoncello supero un impercettibile M. Agone e tempo una mezz’oretta dalla Croce sono in cima al M. Dragoncello.
Nel giro originario il M. Dragoncello non era contemplato, ma oramai sono qua e ora cerco di portare a casa questa escursione che sta prendendo una piega stramba; controllo la cartina e poi Oruxmaps, e per ultimo il mio senso dell’orientamento, messo tutto nel calderone continuo il mio cammino seguendo il sentiero che va oltre la crocetta di vetta. Faccio pochi metri in falsopiano, poi, con un sentiero innevato ed intonso, perdo quota attraversando qualche roccolo e ignorando le tanti deviazioni. Dal rudere del Roccolo del Dragone Vecchio a vista scendo verso la Sella delle Casine Ece.
Alla Sella le uniche indicazioni sono per il M. Ucia e il Dragoncello, che sono totalmente nella direzione opposta rispetto a Nave. Piego secco a sinistra e per qualche metro seguo la comoda sterrata, poi le sterrate diventano tre e qua bisogna decidere quale imboccare, un paio son segnate ma non hanno numero e soprattutto non dicono dove portano. Seguendo ancora una volta l’istinto prendo la deviazione che porta a S.E. e scendo finché la sterrata sparisce per trasformarsi in una flebile e malagevole traccia. A volte si trovano radi bolli del Cai e a volte flebili bolli gialli o blu.
E’ una traccia che ha diverse deviazioni fuorvianti, il bosco è selvaggio, ma se fate attenzione non vi sarà difficile restare sul sentiero giusto; di qualsivoglia segnaletica manco l’ombra. Gli alberi spogli aprono spiragli verso la valle, e questo è un bene, conoscendo Nave non faccio fatica a dirigermi verso di essa sbucando alla bellissima Pieve Vecchia di Mitria e subito dopo alla fermata del bus 7 che mi porterà verso la fermata Casazza della metropolitana. E anche stavolta sono fuori dal guano.
Nota 1): Ecco un giro sempre buono e ad emissioni zero se abiti in città. I sentieri sono ben segnalati sino al Colle di S. Vito, poi per salire alla Croce bisogna affidarsi ai volontari che hanno bollato il sentiero, idem per la traccia che dalla Croce porta al Dragoncello. Dal Dragoncello in poi ci vuole un discreto senso dell’orientamento. Le difficoltà tecniche sono praticamente assenti ma il rischio di perdersi non è da sottovalutare. Ecco perché ho messo T3.
Nota 2): Cazzeggi vari…
Lercio lavoro: Amazon fa correre i dipendenti in senso opposto alla rotazione terrestre per allungare la giornata lavorativa.
Lercio fantasmi: ”Non riesco a stare all’ombra del mio uomo”: il dramma della moglie di Fassino.
Lercio al top : ex elettore di sinistra si confessa: ho votato M5 Stelle per vedere cosa si prova quando si vince.
Lercio sbirro: Salvini: per risolvere il problema del traffico proporremo la circolazione a razze alterne.
A la prochaine! Menek, May

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