2 pirati, un Dragoncello e il Senter Bandit.
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Dopo il mini raduno Hikr in terra varesina, dove i polpacci sono stati messi a dura prova, oggi c'era bisogna di relax, ma tanto relax, e per dare un giusto senso alla parola abbiamo scelto di camminare il lunedì, giornata lavorativa, giornata scelta con la speranza di non trovare anima viva lungo i sentieri.
Dal Colle di S. Vito le indicazioni sono chiare, almeno per quello che vogliamo fare noi: MonteDragoncello sentiero 391- 1h30. Seguiamo quindi la bella strada sterrata che punta verso N, passiamo la vicina chiesetta e poi il Roccolo di S. Vito dove una bella Volpe ci attraversa la strada, arrivati al bivio con il Senter Bandit lo ignoriamo e cominciamo una salita decisamente ripida, tanto che Rosa ad un certo punto sbotta:"eeeee,pòta, qua picchia sù di brutto è"!
Da questo momento in poi c'è una sorta di cesura con il tipo di terreno appena attraversato, qua le roccette sono predominanti e la conformazione morfologica è più severa, sembra un ambiente di media montagna; la salita alterna tratti a zig zag a tratti in cui il sentiero punta dritto verso l'alto.
Ignorata sulla sinistra una deviazione (segnale croce/campana), che poi scopriamo essere il sentiero che porta al M. Bonaga, la nostra traccia prosegue ancora ripida tra il rado bosco di piccoli agrifogli, ancora qualche tornante, ed ecco la piccola croce del M. Dragoncello, dove la vista verso S ci permette di vedere parte della nostra città, Brescia.
Speravamo di non beccare anima ed in effetti è così, siamo soli come Robinson Crusoe e Venerdì. Ora si mangia. 1h15.
Per la discesa scegliamo una via diversa dalla salita, una via che attira molto la nostra fantasia, il Senter Bandit, tracciato che come dice il nome è pregno di storia banditesca e contrabbandiera. Scendiamo così verso il Roccolo del Dragone Vecchio, spuntiamo al Passo Tordi, e mentre uno Scoiattolo ci osserva un po stranito, in maniera fotunosa (piccola bollatura a terra) troviamo un sentiero che punta a Sx, accertato che è il Senter Bandit, ora lo seguiamo in maniera malagevole.
Si scende ripidi su un sentiero scivoloso ed invaso dalle erbacce ed arbusti, puntando ora in direzione S.O. la traccia si fa ulteriormente infida. Passato un tratto di mulattiera quasi impossibile da attraversare secondo me a primavera inoltrata, causa onnipresenti rovi ed affini, il percorso ci porta ancora a perdere ulteriormente quota,arrivando quasi sopra l'abitato di Nave (450 mt), sapendo che spunteremo al bivio visto all'andata, i 250/300 mt di risalita ci costeranno grosso modo 14 o 15 bicchieri di sudore perchè il caldo ora è veramente soffocante.
Usciti dal groviglio di rovi del Senter Bandit adesso ci aspetta ancora la discesa, ma di tutt'altra pasta rispetto al sentiero appena affrontato, i 10 minuti che ci dividono dalla macchina li passiamo sorridendo pensando a quanto sia stata dura portare fuori il culo dal Senter Bandit, con tale nome non poteva che essere così!
A' la prochaine! Menek,Rosa
Dal Colle di S. Vito le indicazioni sono chiare, almeno per quello che vogliamo fare noi: MonteDragoncello sentiero 391- 1h30. Seguiamo quindi la bella strada sterrata che punta verso N, passiamo la vicina chiesetta e poi il Roccolo di S. Vito dove una bella Volpe ci attraversa la strada, arrivati al bivio con il Senter Bandit lo ignoriamo e cominciamo una salita decisamente ripida, tanto che Rosa ad un certo punto sbotta:"eeeee,pòta, qua picchia sù di brutto è"!
Da questo momento in poi c'è una sorta di cesura con il tipo di terreno appena attraversato, qua le roccette sono predominanti e la conformazione morfologica è più severa, sembra un ambiente di media montagna; la salita alterna tratti a zig zag a tratti in cui il sentiero punta dritto verso l'alto.
Ignorata sulla sinistra una deviazione (segnale croce/campana), che poi scopriamo essere il sentiero che porta al M. Bonaga, la nostra traccia prosegue ancora ripida tra il rado bosco di piccoli agrifogli, ancora qualche tornante, ed ecco la piccola croce del M. Dragoncello, dove la vista verso S ci permette di vedere parte della nostra città, Brescia.
Speravamo di non beccare anima ed in effetti è così, siamo soli come Robinson Crusoe e Venerdì. Ora si mangia. 1h15.
Per la discesa scegliamo una via diversa dalla salita, una via che attira molto la nostra fantasia, il Senter Bandit, tracciato che come dice il nome è pregno di storia banditesca e contrabbandiera. Scendiamo così verso il Roccolo del Dragone Vecchio, spuntiamo al Passo Tordi, e mentre uno Scoiattolo ci osserva un po stranito, in maniera fotunosa (piccola bollatura a terra) troviamo un sentiero che punta a Sx, accertato che è il Senter Bandit, ora lo seguiamo in maniera malagevole.
Si scende ripidi su un sentiero scivoloso ed invaso dalle erbacce ed arbusti, puntando ora in direzione S.O. la traccia si fa ulteriormente infida. Passato un tratto di mulattiera quasi impossibile da attraversare secondo me a primavera inoltrata, causa onnipresenti rovi ed affini, il percorso ci porta ancora a perdere ulteriormente quota,arrivando quasi sopra l'abitato di Nave (450 mt), sapendo che spunteremo al bivio visto all'andata, i 250/300 mt di risalita ci costeranno grosso modo 14 o 15 bicchieri di sudore perchè il caldo ora è veramente soffocante.
Usciti dal groviglio di rovi del Senter Bandit adesso ci aspetta ancora la discesa, ma di tutt'altra pasta rispetto al sentiero appena affrontato, i 10 minuti che ci dividono dalla macchina li passiamo sorridendo pensando a quanto sia stata dura portare fuori il culo dal Senter Bandit, con tale nome non poteva che essere così!
A' la prochaine! Menek,Rosa
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