Martica, Punta Rossotti, Chiusarelletta e Chiusarella.
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Domenica scorsa il tempo era brutto, per la prossima sarà anche peggio...decido di approfittare di questo pomeriggio di sole per andare a fare quattro passi. Parto poco prima delle 14 da casa, imbocco la Strada Militare per la Martica e devio poi per La Rasa, il sottobosco è un'esplosione di colori: il giallo delle primule ed il viola delle epatiche. Gli uccelli cantano e le lucertole si muovono fra le foglie secche.È un piacere essere qui. Arrivo a La Rasa, attraverso la Strada Provinciale e salgo al Passo Varrò, da qui mi dirigo verso Brinzio, il sentiero è bello ma spesso tanto invaso dall'acqua che mi tocca starne a lato, arrivo al Masso Erratico di Brinzio, uno dei monumenti naturali del Parco Campo dei Fiori, è la prima volta che lo vedo...sinceramente mi aspettavo qualcosa di più spettacolare ma è comunque un'emergenza interessante.
Eccomi a Brinzio, passo a lato dei campi dove in inverno viene battuta la pista di fondo, riattraverso la provinciale e mi dirigo verso la parte alta del paese seguendo le indicazioni per la Martica, la prima parte della salita è una bellissima rizzata che diviene poi una carrareccia lastricata, poco oltre approfitto comunque di un taglio per evitarmi un lungo giro, ritrovo la strada più in alto, corre incassata ed è divenuta un torrente: i rii della zona, stante la manutenzione nulla, hanno abbandonato il loro letto naturale riversandosi sul percorso. Incontro un paio di caprioli che si danno ad una fuga repentina quando appaiono due MTBiker in discesa. L'ultimo strappo verso la cima della Martica lo faccio seguendo le tracce delle loro bici. Eccomi in cima, panorama zero, mi dirigo verso la Punta Rossotti, la cima Ovest della Martica, da dove potrò quantomeno godere della vista verso Est e verso Sud. Scrivo il mio nome sul libro di vetta, mangio una barretta e scendo verso la Forcella del Monte Martica passando accanto ai grandi massi erratici, a questo punto decido che vale la pena di salire tutte le cime del massiccio, quindi Chiusarelletta, sempre più invasa dalla vegetazione e poi Chiusarella da cui il panorama è ancora, fortunatamente, a 360°.
Scendo all'Alpe Ravetta e, contrariamente al solito, decido di non percorrere la Strada Miltare ma di rientrare a Bregazzana per la mulattiera selciata che arriva ai Mirti. Non la percorro da anni ed è un'amara sorpresa constatare che non vi è più alcuna traccia del selciato che la ricopriva: tutto è invaso da fango, sterpi, massi ed alberi caduti, un autentico disastro. Fra qualche tempo il bosco fagociterà ogni cosa e non rimarrà che il ricordo di questo che era un pregevole manufatto.
Eccomi a Bregazzana, la perturbazione prevista per domani sembra ancora lontana ma la temperatura è già cambiata: fa decisamente freddo.
Eccomi a Brinzio, passo a lato dei campi dove in inverno viene battuta la pista di fondo, riattraverso la provinciale e mi dirigo verso la parte alta del paese seguendo le indicazioni per la Martica, la prima parte della salita è una bellissima rizzata che diviene poi una carrareccia lastricata, poco oltre approfitto comunque di un taglio per evitarmi un lungo giro, ritrovo la strada più in alto, corre incassata ed è divenuta un torrente: i rii della zona, stante la manutenzione nulla, hanno abbandonato il loro letto naturale riversandosi sul percorso. Incontro un paio di caprioli che si danno ad una fuga repentina quando appaiono due MTBiker in discesa. L'ultimo strappo verso la cima della Martica lo faccio seguendo le tracce delle loro bici. Eccomi in cima, panorama zero, mi dirigo verso la Punta Rossotti, la cima Ovest della Martica, da dove potrò quantomeno godere della vista verso Est e verso Sud. Scrivo il mio nome sul libro di vetta, mangio una barretta e scendo verso la Forcella del Monte Martica passando accanto ai grandi massi erratici, a questo punto decido che vale la pena di salire tutte le cime del massiccio, quindi Chiusarelletta, sempre più invasa dalla vegetazione e poi Chiusarella da cui il panorama è ancora, fortunatamente, a 360°.
Scendo all'Alpe Ravetta e, contrariamente al solito, decido di non percorrere la Strada Miltare ma di rientrare a Bregazzana per la mulattiera selciata che arriva ai Mirti. Non la percorro da anni ed è un'amara sorpresa constatare che non vi è più alcuna traccia del selciato che la ricopriva: tutto è invaso da fango, sterpi, massi ed alberi caduti, un autentico disastro. Fra qualche tempo il bosco fagociterà ogni cosa e non rimarrà che il ricordo di questo che era un pregevole manufatto.
Eccomi a Bregazzana, la perturbazione prevista per domani sembra ancora lontana ma la temperatura è già cambiata: fa decisamente freddo.
Tourengänger:
paoloski

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