La scoperta del Monte Piambello – 2° Episodio - MTB
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Durante la mia precedente visita a questo Monte il problema nato proprio all’inizio della discesa con ritorno zoppicante per via dei crampi insorti mi aveva fatto desiderare un rientro in bicicletta. Avevo infatti notato che la via che fui costretto a seguire per il mio ritorno non era affatto impossibile per una MTB, anzi, magari l’avessi avuta in quella circostanza. Qui si potrebbe aprire un lungo dibattito sull’uso della MTB in montagna (che infatti si chiama Mountain Bike, no?). Sarebbe solo l’ultimo di una lunga serie. Lo stesso CAI, dopo parecchie controversie tra i Soci l’ha infine accettata e istituito appositi gruppi dediti a questa disciplina. Ma non sto qui a dibattere sulla etica del buon alpinista nei riguardi del “cavallo d’acciaio”. Vorrei fare solo un parallelo con lo sci-alpinismo. Anche qui quasi sempre la salita può essere difficoltosa, lenta e faticosa fatta magari con i rampanti o addirittura giù dagli sci per indossare i ramponi. Analogamente, la MTB sui sentieri di montagna spesso impegna il biker a scendere di sella per spingere il suo mezzo. Entrambi, però, una volta in vetta, godono di una discesa notevolmente più rapida e divertente di quella che l’escursionista possa apprezzare, spesso stanco per la salita e desideroso di abbreviare il ritorno a valle. Certamente ci sono sentieri e sentieri, difficoltà affrontabili e quelle insuperabili per cui di volta in volta io scelgo se organizzare una escursione o tentare la sorte sulla MTB.
Detto questo, dico anche che questo secondo episodio della Scoperta del Monte Piambello, fatto in MTB, è nato con un enorme errore di valutazione che mi ha fatto auto-congratulare per la mia incredibile capacità di gettarmi nel ravano, qualunque mezzo io usi per i miei giri. Se questa dote venisse premiata sarei il primo della classe. Sulla carta individuavo una via che partendo dalla frazione Signo di Marchirolo si inerpicava variamente lungo il versante ovest del Monte per raggiungere la Forcorella di Marzio, già raggiunta la 1° volta per altra via. Parto però da Ganna dove la bella ciclabile del Lago di Ghirla mi aiuta a raggiungere Marchirolo. Dopo un avvio su strade asfaltate e poi forestali scopro che il proseguimento è in realtà un sentiero da classificarsi T2, quindi facile per l’hiker, impossibile per il biker, almeno in salita. Quindi quest’ultimo ri-diventa escursionista e spinge il suo fardello pensando più volte di fare un bel dietro-front. Ma la curiosità e l’ostinazione prevalgono ed alla fine la ripida china diventa una bella forestale più che piacevole in prossimità della Cascina Bozzolo ed in breve arrivo alla Forcarella. Prima di proseguire vorrei spendere due parole sulla cartografia: la zona è rappresentata in modo pessimo, impreciso e contrastante. Ancora una volta devo dire che la migliore delle carte in mio possesso è la CNS online, malgrado dipinga un territorio sito in Italia. La seconda in classifica, ma solo cartacea, si è rivelata essere la n.2 della collezione Strade di Pietra edita da Cartografia di Novara dove apprendo che il “sentieraccio” percorso è parte di un così nominato Sentiero Cadorna. Inutile dire che questa scoperta abbia cancellato le fatiche della salita e aumentato di gran lunga la mia autostima :):):)
Tornando al percorso, dalla Forcarella, con una iniziale esitazione (leggi sbaglio), imbocco la bella forestale per la Bocchetta dei Frati la quale, dopo un grandioso esordio in leggera discesa si trasforma in un accidentato percorso che spesso costringe alla spinta e che, con il senno di poi, andrebbe percorso al contrario (difatti una delle vie più gettonate in MTB è appunto il Piambello-Forcarella). Arrivato infine alla Bocchetta, depongo per fatica l’idea di salire al Monte Piambello e mi lancio in una bellissima discesa targata M00 (indice di difficoltà MTB che equivale al T1 dell’hiker). Rapidamente mi ritrovo all’Ospedale di Cuasso al Monte (solo perché si transita al suo interno e non per incidente di percorso!) che attraverso uscendo sulla provinciale SP29 la quale con bella salita attraversa l’amena Alpe del Tedesco per poi scollinare al passo omonimo. Una lunga e veloce discesa su asfalto che in bici è un divertimento, mentre a piedi, pur con le scorciatoie, diventa infinita, mi riporta al paesino di Ganna dove, nel posteggio del Cimitero ritrovo la mia auto.
Nel complesso una bella esperienza ma da rifare per altra via.
Alla prossima!
Pillole…della gita:
Dislivello totale 768 m
Lunghezza totale 23,7 km
Tempo netto 3h15’
Tempo lordo 4h11’
(Nota: Consigliata visione con Impostazioni/Qualità = 1080p o 720p)

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