La scoperta del Monte Piambello – 1° Episodio
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Galeotto fu il post e chi lo scrisse. Mi vien fatto di esordire così il mio racconto. Difatti fu leggendo il report di Poncione che, oltre a meravigliarmi per il bel giro fatto sui monti suoi dirimpettai, scopersi che la vetta principale io, vergognosamente, non l’avevo mai salita. Allora mi misi all’opera per colmare questa lacuna (una delle mie tante) iniziando con un giro ispirato ma non fotocopia anche perché le gambe di Emiliano…ce le ha solo lui. Per prima cosa collegai i suoi waypoint organizzando quella che credo sia stata la traccia da lui seguita:
Un bel giro come si vede.
Organizzai poi il mio e mi presentai alla partenza, a Ghirla, iniziando a salire per la strada asfaltata che raggiunge la Forcorella di Marzio. L’idea però era quella di abbandonarla al più presto risalendo il versante Sud con un sentiero che la carta mostrava. Un po’ di difficoltà nell’individuarlo e ancor più poi nel seguirlo. Purtroppo, come attestato anche dal mio predecessore che pur seguì un altro itinerario, la zona è ricchissima di sentieri ma la maggior parte dei minori o è inerbata o è intricata e non affatto segnalata. Una salita solitaria in ambiente piacevole e mai difficile che mi porta all’Alpe Manera e successivamente, dopo aver intersecato la provinciale un paio di volte mi scodella alla Forcarella di Marzio dove chi vuole scollina e può scendere in Val Ceresio. Finora il paesaggio tipico dei boschi di media montagna (la vetta obiettivo supera di poco i 1100m); castagno, faggio, sterpaglia varia la fanno da padrone ma alla Forcarella, comodamente raggiungibile in auto, oltre ai richiami turistici compare la neve residua delle ultime nevicate. Individuo subito il sentiero per il Monte Piambello che transita dapprima per il suggestivo Sasso di Bol. Anche questo è un sentiero mai impegnativo per l’escursionista allenato. Seguo nella neve la traccia lasciata da una moto da enduro e immagino il baccano che avrà provocato. Piccola deviazione sul Sasso di Bol con ascensione (!) dello stesso e poi proseguo per il Piambello in vetta al quale la neve si fa più consistente. Un cartello che recita Pianbell ricorda la trasformazione del toponimo in lingua. Sosto un po’ girando per le fortificazioni di vetta del solito Cadorna e inizio poi a scendere per il crinale opposto (Sud) a quello di salita. Purtroppo nello stesso momento una fitta nel polpaccio dx mi ricorda che i recenti antibiotici oltre a fare l’azione per cui prescritti hanno instaurato anche una brutta tendinite che si fa sentire e come! Spero in un falso allarme ma non è così e mentre scendo lo stupore per le opere di fortificazione che entro a visitare è accompagnato dal dolore che mi costringe ad una zoppìa di compenso. Arrivato a Boarezzo, attraverso il simpatico paesino e mi metto alla ricerca di un sentiero che la CNS mostra diramarsi dalla provinciale, scendere al Rio Campane, attraversarlo e proseguire poi per Ghirla. Forse non sono stato capace di trovarlo (malgrado il GPS) o forse non esiste più (è assente da OSM e altre carte). Fatto sta che con la gamba in quelle condizioni ho preferito proseguire per la provinciale che con lunghi zig-zag e qualche taglione per il sentiero E1 (anch’esso malridotto ed è una vergogna per un sentiero che collega la Sicilia alla Norvegia!) arrivo a Ganna dove mi attendono i 2 km sulla litoranea del Lago di Ghirla fatti trascinando la zampetta offesa fino all’auto che mi attendeva a Ghirla.
Inconvenienti a parte devo dire che questo giro mi è piaciuto molto, ha suscitato in me molte curiosità ed ha stimolato parecchie idee per meglio conoscere questo territorio.
Grazie Emiliano!
Pillole…della gita:
Dislivello totale 740 m
Lunghezza totale 14,1 km
Tempo netto 4h40’

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