Ober Gabelhorn
|
||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Approfittiamo delle ultime… per il momento… limpide giornate per uscire dai “confini” Ossola… giusto anche cambiare… e avventurarci nella Corona Imperiale di Zermatt… bella ma cara… alla “conquista” (nostra) di un magnifico 4000… l’Ober Gabelhorn!!!
Per quanto non rientri nella fascia “medio-alta” dei 4000, ed anche il dislivello per arrivarci dal rifugio non sia eccessivo, resta comunque un’arcigna articolata cima… non regala niente…, impegnativa, anche in termini di tempo, tanto l’andata quanto il ritorno… molta fatica, ma ne vale la pena…
Rothornhutte Ore 4.30: Attraversiamo il crepacciato ghiacciaio… pericoloso al ritorno… portandoci all’attacco della cresta E del Wellenkuppe, un 3900 obbligatorio per salire la via classica all’Ober Gabelorn.
Seguiamo inizialmente un po’ gli ometti, aggirando sulla sx i risalti più difficoltosi, portandoci alla base del rosso pilastro (100 mt max II) che collega alla calotta glaciale del Wellenkuppe… uno è fatto… dal quale ci appare, in tutto il suo splendore, la magnifica linea della cresta NE dell’Ober Gabelorn… è ancora lunghetta…
Scendiamo al colle glaciale e risaliamo l’ostico gendarme su cui, per ridurre in termini di tempo e pericolo, è stato piazzato un grosso canapone… e attaccarsi è lecito.
Superato il pilastro continuiamo lungo la cresta glaciale sino all’attacco (3900) delle rocce finali cercando la linea migliore… la più facile… per raggiungere i blocchi sommitali.
A parte un “dulfer” (III), circa a metà cresta, per il resto di passaggi difficoltosi non ce ne sono, manca solo un po’ (più da parte mia) allenamento alle vie alpinistiche… c’è un po’ di ruggine… e riprendere pratica e, soprattutto, “autosicurezza” vuol dir tanto… perciò meglio impegnare un po’ più tempo.
Ober Gabelhorn ore 11: Una cima piatta e alquanto anonima… neppure un ometto… con un eccezionale panorama 360 su alcuni illustri vicini… Zinalrothorn e Dent Blanche in primis…
Toccata e fuga, …prima ne siamo fuori meglio è… giusto dieci minuti “con autoscatto” e via che si riparte…
Al ritorno, tribolando anche più del previsto, sfruttiamo le esistenti soste per calata, rimanendo però un paio di volte con la corda bloccata in fase di recupero dovendo così… per forza… ritornare a sgrovigliare la matassa.
Una volta nuovamente arrivati alla base della Wellenkuppe, quando sembra che il “peggio” sia passato, dobbiamo ancora attraversare il bucherellato e sfondoso… ci entrano del tutto le gambe… rimollo glaciale… il vuoto c’è ma non si vede!!!
Rothornhutte ore 16.30: ...c’è da sorbirsi ancora tutta la discesa sino a Zermatt e il tardo rientro… Quarna ore 11… ma si può già tranquillamente dire che…
…e anche questa è andata!!!
PS: Ottima la gestione del rifugio… due ragazze (e un gatto) che non spiaccicano un solo vocabolo in Italiano…, ordinato e pulito e, soprattutto, con porzioni pasto più che abbondanti… non sarà di certo il TOP della cucina ma non si patirà la fame…
…attenzione solo, se si ha sete, a comandare l’acqua che forse qui la confondono con il Brunello di Montalcino…

Kommentare (20)