Blinnenhorn 3374 m
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La partenza all’alba ci priva del solito caffè, cosa che in occasioni normali avrebbe fatto iniziare male la giornata a Marco ma, essendo una giornata in parte rubata, la cosa passa in secondo piano.
Alla partenza è tutt’altro che bello però. In bassa valle e in tutta l’Ossola nemmeno una nuvola, qui, la Svizzera ci sta mandando nuvoloni a manetta e anche qualche goccia se stiamo a sottilizzare!
Lasciamo l’auto sotto la diga, saliamo tagliando i tornanti, costeggiamo il lago Morasco dirigendoci verso quel nero che imperversa sul P.so del Gries. La cosa che ci fa sperare è il vento, forte e freddo.
Man mano che saliamo, notiamo che il tempo nella nostra direzione è notevolmente migliore. Sembra che il rifugio Città di Busto faccia da confine alle nuvole e non le lasci andare oltre. A parte una breve sosta tecnica al bivio tra la salita al Città di Busto e la diga dei Sabbioni, raggiungiamo il rifugio Claudio e Bruno senza fermarci.
Qui la sosta è doverosa. Colazione tardiva con te e biscotti. Anche il pane e nutella dei bambini non era male…. Qualche chiacchiera con i gestori e quindi riprendiamo la salita.
Poco sopra il rifugio troviamo la prima neve. La traccia fino al ghiacciaio è bella sostenuta e anche se la neve ormai sta cedendo, si prosegue ancora decentemente.
Raggiunto il ghiacciaio, lo attraversiamo tirando un po’ il fiato dopo di che si riprende a salire.
Il panorama è da togliere il fiato. In Val Formazza ci saremo stati una dozzina di volte e, una giornata così spettacolare non l’avevamo mai trovata, anzi il più delle volte ci siamo presi, magari anche per poco, una lavata, compresa la prima gita Cai al rifugio Città di Busto nel lontano 1996!
Purtroppo tra il tempo limitato e il vento gelido da cui non si riesce a trovare riparo, la sosta sarà giusto il minimo indispensabile per fare un po’ di foto, e bearci di tanta bellezza, oggi ancora più apprezzata perché inaspettata!
Scesi dalla cima, risaliamo, più che altro per curiosità, sul dosso di fronte dove, scopriamo una traccia all’asciutto e segnata con ometti che costeggia il ghiacciaio. Seguendolo arriviamo al punto, dove si riprende a scendere ripidamente. La neve sempre più molle ci permette una discesa veloce al rifugio Claudio e Bruno, dove facciamo sosta pranzo e dove, riusciamo a pagare un caffè 2 euro! Cordiali e disponibili i gestori ma un caffè 2 euro e tantino!!!! Anche se, purtroppo, non è la prima volte che ci capita in un rifugio!
Tornati alla diga dei Sabbioni, controlliamo l’ora, possiamo permetterci l’anello al rifugio Città di Busto. Siamo alla stessa altezza ma il sentiero scende per poi risalire, cosa che dice Marco, mi aveva fatto notare stamattina….me la sono persa!
Passiamo sotto il rifugio Città di Busto e prendiamo il sentiero più comodo per il Battelmatt. Sul sentiero un fiume di persone con le fogge escursionistiche più strampalate, dopo vari “scusi” e “permesso” riusciamo a raggiungere una lingua di neve che ci permette una discesa veloce al piano. Breve risalita e quindi discesa al lago Morasco, in mezzo a una fioritura spettacolare. Ricosteggiamo il lago, sembra quasi di essere sul lungo lago di Lecco, quindi discesa al posteggio.
Per nostra grande fortuna non incontriamo nessun mamao lungo la strada nè pullman nè camper. All’incrocio con il bivio per il Devero vediamo il cartello “posteggi esauriti”. Speriamo di non dover fare un rientro epico mi dico. Fortunatamente a parte qualche rallentamento non troviamo intoppi e siamo a casa per tempo.
Lunedì scopriamo che anche Daniele con Ilaria e anche un altro amico di Marco erano in zona. Se invece di andare al Città di Busto avessimo girato per i Sabbioni probabilmente ci saremmo incontrati!
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