Scrigno di Poltrinone 1956mt - una bella scoperta
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Finalmente di nuovo una cima, e seppur modesta di altitudine, di gran soddisfazione
Una gran voglia di tornare su una vetta, dopo le ultime due escursioni “godereccie” dovute al maltempo. Ma oggi è una giornata spettacolare, ed il menù odierno prevede di godersi la vista di una bella cima. Decidiamo per una cima decisamente minore, ma a dispetto della scarsa altitudine si è dimostrata una gita di grande soddisfazione. Siamo saliti allo Scrigno di Pontirone, una cima poco inferiore ai 2000mt che si trova a destra (sinistra orografica) della Val Morobbia, l’ho notata spesso salendo con le ciaspole da Carena, e l’idea di visitarla era in aria da tempo.
Non ci sono molte visite, l’ultima “fresca” in tutti i sensi quella di Partiamo dalla solita sbarra dopo Carena per il Giumello, ci incamminiamo lungo la strada per 1Km circa, fino al primo tornante, da qui imbocchiamo la “Via del Ferro” direzione Alpe di Pisciarotto e Poltrinone. Si passa quasi subito su un ponticello di legno che scavalca il torrente che scende dalla Valletta, ed inizia una bella salita in bosco di faggio. In 01:15 siamo all’ Alpe di Piscarotto, il sentiero la scavalca da sopra, ma noi proseguiamo per vederla da vicino, decisamente in una bella posizione. Riprendiamo il sentiero, che sale ora molto blandamente, passando boschi di faggio e di abete, boschi bellissimi, me li sogno popolati da bei boletus che spuntano ovunque … peccato che la stagione sia passata. Ad un certo punto il sentiero si allarga, evidente il lavoro di sistemazione ed allargamento fatto con una piccola ruspa, qui incontriamo il primo ghiaccio, ma non sarà l’ ultimo. Aggiriamo da sotto lo Scrigno di Pontirone (le due cime quotate 1858 e 1771), ed entriamo nella Val Magginana e meglio nella Val Merdera (nessun riferimento …). Siamo al cospetto del Camoghè, il suo lato Nord, ben innevato, ripido e roccioso, fa veramente impressione da questo versante. Proseguiamo fino ad intravvedere l’ Alpe di Poltrinone, qui abbandoniamo il sentiero e per prato, cespugli e piante basse, puntiamo in libera verso la bocchetta che si trova tra la cima N e la cima S dello Scrigno. Ognuno sale a modo suo evitanto erba secca, rocce, cespugliame vario. Gimmy segue una direttissima, Paolo ed Angelo raggiungono la bocchetta e risalgono la cresta io seguo il Barba, che raggiunge la cresta verso la metà. Arrivo, ultimo come sempre, alle 11:00 in vetta, trovo gli amici a petto nudo, tempo e caldo davvero ottimale. Il paesaggio è notevole, pur essendo una cima piatta, la torre finale si colloca bene nella valle, offrendo una vista notevole dalla Val Morobbia, al S.Jorio, Gesero, Cicogne, Marmontana, alla cresta che dalla Cima Verta porta al Marmontana, e la stessa cresta che dalla bocchetta di Sommafiume scende verso il Garzirola, e verso il Pizzo di Gino. Lontane ma sempre visibili il Bernina, il Rosa, il Claro e le tante cime della Leventina. Ci fermiamo per ben 45min, anche perché Paolo ha deciso che lo Scrigno di Poltrinone si merita un ometto di vetta più significativo, quello che abbiamo trovato erano non più di quattro pietre sovrapposte.
L’impresa di costruzioni Brown & Barba si muove trasportando blocchi e pietre fino a realizzare un ometto degno del suo nome.
Il nostro giro prevede un anello (come quello di Scendiamo alla bocchetta e sempre per erba secca e cespugli proseguiamo senza sentiero all’ Alpe, unico rumore oltre alle nostre voci, lo svolazzare di un gallo forcello che fugge al nostro passaggio. Alle 12:10 ci accomodiamo fuori dall’ alpeggio, purtroppo la fontana è chiusa, ma quella della stalla (la stalla si trova poco prima dell’ Alpe), eroga acqua con grande pressione. Pranzo al sacco di grande relax, tutto è veramente troppo bello per voler andar via, ma le giornate sono corte, quindi dopo poco più di un’oretta ci incamminiamo, direzione bocchetta di Poltrinone Q1850, e visto che l’ Alpe si trova a Q1700, sono 150mt di dislivello post-pranzo. Una penitenza … ma dopo 20min siamo in bocchetta, lo sguardo verso il lato opposto la gelida Valletta. Il sentiero si divide, un ramo scende verso la Valletta ed uno prosegue sulla cresta verso il Motto di Leven Q2023 e poi il Mottone della Tappa o Cima della Valletta Q2130, confine italo-svizzero. Noi scendiamo come da programma, si perde rapidamente quota, sentiero poco marcato ma visibile, che diventa ben presto una pista di ghiaccio …. Neve e ghiaccio per oltre mezz’ora di discesa niente di esposto o pericoloso, ma il rischio scivolone è elevato, quindi si procede con la massima attenzione. Raggiunto il fondo valle, Alpe Valletta, troviamo il tornante della strada che sale al Giumello, Q1259, e proseguiamo in discesa lungo la strada per circa 1km, all’ altezza di una palina (di fronte in salita c'e' la ricostruzione della fascina per la carbonella) tagliamo per sentiero il tornante, ritrovandoci alla palina di partenza della mattina, da qui al parcheggio. E’ una escursione che merita, sicuramente il ritorno dalla Valletta è da evitare con più ghiaccio o neve (zona sicuramente soggetta a slavine), ma nulla vieta di rifare il percorso a ritroso.
Alla prossima … |
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Scrigno di Poltrinone , un nome buffo per una cima veramente molto panoramica.
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Altre foto, diario, tracce sul nostro sito www.girovagando.net escursione # 232
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