Per il Corno Nero........ci vogliono i Sospiri!
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Amadeus
Bel concatenamento di cime, in una giornata velata ma solare, proviamo questa escursione con tre cime di circa 1200-1400 che sulla carta non sembrano chissacosa, ma che su un percorso assolutamente non segnato se non raramente e fatto di un bel tracciato su cresta con tanto di neve "marzolina" pertanto molle, ci siamo messi a dura prova su quei tratti in cui abbiamo dovuto "inventare" un percorso.
Infatti la traccia, se per l'accesso alla cima Sospiri era evidente, dalla cima in poi è stato tutto un dare fondo alla nostra esperienza per trovare un percorso che ricordasse o assomigliasse ad un sentiero, ma vuoi o non vuoi siamo riusciti ad arrivare ai piedi del Corno Nero, quì la salita ci ha portati su una zona esposta a nord e molto innevata, sulla Kompass la traccia ci indicava un percorso su un traverso molto scosceso sul fianco del Corno; dopo qualche centinaio di metri Domenico si accorge che la cosa si fà problematica, "pericolosa" aggiungo io, "torniamo Dome".
Al rientro ci accorgiamo che a destra, una esile traccia porta in alto, via! partiamo in salita e dopo circa 20 minuti siamo sulla cima.
Mangiamo e brindisi alla birra!
In alcuni tratti, potrebbe essere un T4.
Menek:
Come al solito Amadeus, in due parole ha saputo dire come è andata la giornata… sottoscrivo la sua relazione e come da copione ci aggiungo del mio, cercando di non essere troppo prolisso.
Questo è il classico giro dai due volti, perché se per un lungo tratto il percorso si svolge sulla comoda strada militare, dal Bivio 123 in poi la marcia si fa meno facile, la segnaletica fa più confusione che altro, e per salire alla Cima dei Sospiri bisogna intuire il sentiero giusto.
Giunti sulla prima cima, abbiamo fatto il primo pit-stop serio della giornata, consumando del buon cioccolato (grazie Alex) e del tè caldo, il tutto condito dalle prime foto degne di nota e dalla costruzione di un piccolo “ometto” per segnalarne la cima.
Da qua in poi, il percorso si fa un più complicato per la neve che copre la flebile traccia, e anche laddove sembrerebbe passare il nostro sentiero, tocca destreggiarsi tra gli arbusti che colpiscono il bulbo oculare e i diversi arroccamenti della Prima Guerra Mondiale posti appena sotto il crinale… tra una bestemmia e l’altra comunque giungiamo sulla Punta della Selva.
Purtroppo anche qua, trovare spazi percorribili per ridiscendere la cima e portarsi così al Passo di Brosa non è proprio roba facilissima, ma con un po’ di attenzione e il giusto ausilio dei bastoncini che svelano i tranelli posti sotto la neve, anche questo punto di passaggio lo guadagniamo senza colpo ferire.
Ora che dobbiamo puntare verso il Corno la traccia di sentiero sembra più visibile, e con discreta pendenza il cammino prosegue su di una stretta mezzacosta sino a quando ci accorgiamo che qualcosa non torna a livello di orientamento; la neve che è tornata ad essere invadente, ha fatto sparire la traccia e vediamo davanti a noi la Corna Vecchia. Ma il Corno Nero dov’è? E soprattutto, che cazzo facciamo adesso?
Dopo aver continuato per un po’ sul pericoloso traverso esposto, con la neve che arrivava all’altezza delle balle ( sembrava di averle in un bicchiere di granite), ad un certo punto abbiamo detto stop… Andare avanti in quella condizione sarebbe stato rischioso, un rischio che aumentava in prossimità di un passaggio strapiombante poco simpatico da fare anche in condizioni d’asciutto.
Ripresa la via del ritorno, nei pressi di uno speroncino roccioso ci siamo accorti che sulla destra qualcosa che assomigliava ad una traccia risaliva delle roccette, dopo aver valutato la fattibilità della salita, abbiamo affrontato questo crinalino che aveva una lieve esposizione sulla sinistra.
Tempo dieci minuti di cammino ed eccoci alla base dello strappo finale… giù gli zaini dalle spalle e su per le ripide roccette innevate, ancora cinque minuti di fatica e siamo sul Corno Nero! Bel punto panoramico che spazia a 360°. Foto di rito e via… è l’ora di pranzare accompagnati dall’ottima birra rossa portata dall’amico Alex.
Dopo una mezz’ora di rilassante pausa, abbiamo riportato le chiappe sul sentiero affrontato all’andata, siamo ritornati al Passo di Brosa, e da qua, sulla bella strada militare 106 siamo ritornati a Vesio. Altro? Claro que si! Il prodigioso ominide dell’Urbe ha dimenticato le luci della macchina accese… e non dico altro.
Nota 1): Questa è una zona veramente bella e tutta da scoprire, la segnaletica è presente ma a volte paradossalmente depista, e anche qua come da altre parti, non ci sono le indicazioni per le diverse cime. Un discorso a parte merita invece il tragitto che va dalla Cima dei Sospiri al Corno Nero, perché la traccia è poco visibile e la neve non ci ha di certo aiutati; da valutare con la bella stagione il tragitto tra il Corno Nero e la Corna Vecchia, ad occhio e croce è un percorso da non sottovalutare. Corna Vecchia aspettami, ho un conto in sospeso! :)
Nota 2) Cose a caso & chi se ne frega.
Chi se ne frega: Francesco Totti è diventato padre per la terza volta.
Chi se ne frega: La Bedori del Movimento 5 Stelle ha rinunciato alla corsa per diventare sindachessa di Milano.
Milan, un tifoso su tre è cinese. E CHISSENEFREGA!!!
Nota 3) Come sempre Eric… e il traverso nevoso .
TRAVERSO.
Questo è un grande giro, ma un poco controverso,
il cielo sopra i monti è proprio bello terso,
“mannaia” che goduria… mi sento un po’ perverso.
Traverso,
la traccia che mi aspetta mi porta all’Universo,
ma non si vede un cazzo e mo mi sono perso,
da tutta questa neve adesso son riemerso.
Traverso,
sul Corno ci son stato e vado via all’inverso,
col culo inumidito, direi che è proprio asperso,
rileggo le mie rime e vado al capoverso.
Se prima ero sporco adesso son deterso e in fondo mi domando: che cazzo di Traverso?
A la prochaine! Menek & Olmo
Bel concatenamento di cime, in una giornata velata ma solare, proviamo questa escursione con tre cime di circa 1200-1400 che sulla carta non sembrano chissacosa, ma che su un percorso assolutamente non segnato se non raramente e fatto di un bel tracciato su cresta con tanto di neve "marzolina" pertanto molle, ci siamo messi a dura prova su quei tratti in cui abbiamo dovuto "inventare" un percorso.
Infatti la traccia, se per l'accesso alla cima Sospiri era evidente, dalla cima in poi è stato tutto un dare fondo alla nostra esperienza per trovare un percorso che ricordasse o assomigliasse ad un sentiero, ma vuoi o non vuoi siamo riusciti ad arrivare ai piedi del Corno Nero, quì la salita ci ha portati su una zona esposta a nord e molto innevata, sulla Kompass la traccia ci indicava un percorso su un traverso molto scosceso sul fianco del Corno; dopo qualche centinaio di metri Domenico si accorge che la cosa si fà problematica, "pericolosa" aggiungo io, "torniamo Dome".
Al rientro ci accorgiamo che a destra, una esile traccia porta in alto, via! partiamo in salita e dopo circa 20 minuti siamo sulla cima.
Mangiamo e brindisi alla birra!
In alcuni tratti, potrebbe essere un T4.
Menek:
Come al solito Amadeus, in due parole ha saputo dire come è andata la giornata… sottoscrivo la sua relazione e come da copione ci aggiungo del mio, cercando di non essere troppo prolisso.
Questo è il classico giro dai due volti, perché se per un lungo tratto il percorso si svolge sulla comoda strada militare, dal Bivio 123 in poi la marcia si fa meno facile, la segnaletica fa più confusione che altro, e per salire alla Cima dei Sospiri bisogna intuire il sentiero giusto.
Giunti sulla prima cima, abbiamo fatto il primo pit-stop serio della giornata, consumando del buon cioccolato (grazie Alex) e del tè caldo, il tutto condito dalle prime foto degne di nota e dalla costruzione di un piccolo “ometto” per segnalarne la cima.
Da qua in poi, il percorso si fa un più complicato per la neve che copre la flebile traccia, e anche laddove sembrerebbe passare il nostro sentiero, tocca destreggiarsi tra gli arbusti che colpiscono il bulbo oculare e i diversi arroccamenti della Prima Guerra Mondiale posti appena sotto il crinale… tra una bestemmia e l’altra comunque giungiamo sulla Punta della Selva.
Purtroppo anche qua, trovare spazi percorribili per ridiscendere la cima e portarsi così al Passo di Brosa non è proprio roba facilissima, ma con un po’ di attenzione e il giusto ausilio dei bastoncini che svelano i tranelli posti sotto la neve, anche questo punto di passaggio lo guadagniamo senza colpo ferire.
Ora che dobbiamo puntare verso il Corno la traccia di sentiero sembra più visibile, e con discreta pendenza il cammino prosegue su di una stretta mezzacosta sino a quando ci accorgiamo che qualcosa non torna a livello di orientamento; la neve che è tornata ad essere invadente, ha fatto sparire la traccia e vediamo davanti a noi la Corna Vecchia. Ma il Corno Nero dov’è? E soprattutto, che cazzo facciamo adesso?
Dopo aver continuato per un po’ sul pericoloso traverso esposto, con la neve che arrivava all’altezza delle balle ( sembrava di averle in un bicchiere di granite), ad un certo punto abbiamo detto stop… Andare avanti in quella condizione sarebbe stato rischioso, un rischio che aumentava in prossimità di un passaggio strapiombante poco simpatico da fare anche in condizioni d’asciutto.
Ripresa la via del ritorno, nei pressi di uno speroncino roccioso ci siamo accorti che sulla destra qualcosa che assomigliava ad una traccia risaliva delle roccette, dopo aver valutato la fattibilità della salita, abbiamo affrontato questo crinalino che aveva una lieve esposizione sulla sinistra.
Tempo dieci minuti di cammino ed eccoci alla base dello strappo finale… giù gli zaini dalle spalle e su per le ripide roccette innevate, ancora cinque minuti di fatica e siamo sul Corno Nero! Bel punto panoramico che spazia a 360°. Foto di rito e via… è l’ora di pranzare accompagnati dall’ottima birra rossa portata dall’amico Alex.
Dopo una mezz’ora di rilassante pausa, abbiamo riportato le chiappe sul sentiero affrontato all’andata, siamo ritornati al Passo di Brosa, e da qua, sulla bella strada militare 106 siamo ritornati a Vesio. Altro? Claro que si! Il prodigioso ominide dell’Urbe ha dimenticato le luci della macchina accese… e non dico altro.
Nota 1): Questa è una zona veramente bella e tutta da scoprire, la segnaletica è presente ma a volte paradossalmente depista, e anche qua come da altre parti, non ci sono le indicazioni per le diverse cime. Un discorso a parte merita invece il tragitto che va dalla Cima dei Sospiri al Corno Nero, perché la traccia è poco visibile e la neve non ci ha di certo aiutati; da valutare con la bella stagione il tragitto tra il Corno Nero e la Corna Vecchia, ad occhio e croce è un percorso da non sottovalutare. Corna Vecchia aspettami, ho un conto in sospeso! :)
Nota 2) Cose a caso & chi se ne frega.
Chi se ne frega: Francesco Totti è diventato padre per la terza volta.
Chi se ne frega: La Bedori del Movimento 5 Stelle ha rinunciato alla corsa per diventare sindachessa di Milano.
Milan, un tifoso su tre è cinese. E CHISSENEFREGA!!!
Nota 3) Come sempre Eric… e il traverso nevoso .
TRAVERSO.
Questo è un grande giro, ma un poco controverso,
il cielo sopra i monti è proprio bello terso,
“mannaia” che goduria… mi sento un po’ perverso.
Traverso,
la traccia che mi aspetta mi porta all’Universo,
ma non si vede un cazzo e mo mi sono perso,
da tutta questa neve adesso son riemerso.
Traverso,
sul Corno ci son stato e vado via all’inverso,
col culo inumidito, direi che è proprio asperso,
rileggo le mie rime e vado al capoverso.
Se prima ero sporco adesso son deterso e in fondo mi domando: che cazzo di Traverso?
A la prochaine! Menek & Olmo
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