Sugli infiniti sentieri del Carega.
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Che dire, grazie a Menek ho scoperto nuove prospettive e nuovi sentieri di questo massiccio bellissimo e poco conosciuto a livello nazionale; ma devo dire che andare per gli infiniti sentieri del Carega ti rilassa e ti fa capire quanto sia bello il mondo, il nostro mondo fatto di boschi, di ruscelli, di roccia, di creste, di pareti, di vento, di sole, di luce, di neve, di freddo, di amore per tutto questo.
Ci sentiamo per telefono venerdì " a Menek, come stai? che facciamo ? che ne dici del Carega ? Bene sabato sarà bello andiamo!"
Arriviamo al piccolo parcheggio in alto dove finisce la strada, lì inizia la riserva di Campobrun, siamo in Trentino; saliamo lenti sulla strada verso il rifugio Pertica, Menek fà fatica rallento e lo aspetto.
Al Pertica facciamo una sosta, caffè e dolcetto, riprendiamo sulla strada di arroccamento verso il rifugio Scalorbi, ora il Menek viaggia meglio, alle 10 siamo al bivio, lasciamo il sentiero 109 ed a sx prendiamo il sentiero 192 che ci porterà alla bocchetta Mosca, snodo centrale del traffico degli escursionisti.
A bocchetta Mosca ci concediamo una piccola pausa, qualcuno sale dal Vajo dei colori così con Menek ci rendiamo conto della sua pendenza, poi iniziamo l'ultima salita quella più dura.
Alle 11.30 siamo al rifugio Fraccaroli, posiamo gli zaini e saliamo questi ultimi 50 metri di dislivello, Menek sale come una freccia e siamo sù ai 2200 metri.
Poi scendiamo, mangiamo al rifugio e poi riprendiamo a scendere, a bocchetta Mosca tagliamo a sx verso la parte alta del sentiero, da me mai fatto, il 109 che ci porta passando sotto le creste del monte Obante al rifugio Scalorbi; poi da lì riprendiamo a scendere.
Oggi il Carega me lo sento tutto mio, non tanto perché sia una cima particolarmente impegnativa dove bisogna rischiare la vita per arrivarci, ma perché sto riprendendo in mano parte del mio fisico, e lo dico dopo aver sofferto le pene dell’Inferno il giorno della bella escursione al Cornone del Blumone. Sul Carega ci sono arrivato ancora una volta grazie al mio amico Amadeus, perché sua è stata la proposta di questo bel giro, un giro che trova le sue radici nel mio desiderio di salire quanto prima su questa bella catena montuosa… desiderio espresso l’inverno scorso al caro Alex.
La parte tecnica di questa escursione l'ha già descritta egregiamente il mio socio, a me non resta che sottolineare qualche considerazione dell’Homo Romanus e aggiungere qualcosa di mio.
Come già detto, la prima oretta di cammino l’ho sofferta un po’, non tanto per il sentiero non particolarmente ripido, ma perché qualcosa non girava giusto nel “motore”, poi una volta giunti al Rifugio Pertica, improvvisamente la “molla” è scattata… sarà stato il breve riposo, sarà stato complice il buon dolcetto offertomi da Alex, ma da lì in poi il passo è migliorato ed una volta imboccato il sentiero 192, magicamente mi sono sentito rinascere . Almeno…questa è stata la mia sensazione.
Alex è davanti a me e spinge, io, con un briciolo di fatica in più cerco di tenere il suo passo da persona particolarmente in forma. Passiamo un famigliola, sorpassiamo un altro po’ di gente e subito dopo richiamo “all’ordine” Alex: uè vecio calma, ricordati di avere a traino un convalescente! Lui: Dai, avanti… abbiamo solo sorpassato un po’ di escursionisti della domenica.
Sarà stato anche come dice lui, ma quando abbiamo cominciato a lasciare indietro pure i trentenni la cosa non mi pareva più tanto chiara. La mia forma sarà pure pessima e le mie gambe potrebbero essere tranquillamente paragonate a quelle di Bruno Lauzi, ma alla mia ennesima rimostranza che il passo era decisamente bello spedito, al buon Alex non è rimasto altro che prendere atto dell’evidenza.
Passiamo la Bocchetta Mosca e subito si va verso il Rifugio Fraccaroli, depositiamo “armi e bagagli” e poi sù per la vicina e ripida Cima Carega… in meno di 5 minuti siamo sulla vetta dove la vista è a 360°. Bel posto veramente e i nostri sorrisi di soddisfazione sono immortalati nelle foto a corredo.
Tornati al Fraccaroli, ci fiondiamo nel locale “mangiatoia” ora affollato, mangiato l’ottimo pasto servitoci dalla casa partiamo di gran carriera senza incantarci troppo. Come già detto da Alex, allunghiamo il giro fin sotto le pendici del M. Obante per poi scendere al Rifugio Scalorbi, qua altra sosta ristoratrice con rutto libero d'ordinanza, poi, giù di nuovo alla macchina dove arrivo senza colpo ferire.
Nota 1): Che dire… bel giro in posti a me sconosciuti ma ben frequentati dai tanti escursionisti incontrati, i sentieri sono molteplici da queste parti e ad aver potuto usufruire di un paio di giorni di “congedo”, avremmo calpestato tante altre cime di questa bella catena montuosa. Detto questo, mi preme ringraziare ancora una volta il caro Amadeus per avermi regalato una splendida giornata, ora sono largamente in debito nei tuoi confronti, e non solo perché mi hai offerto il pranzo al Fraccaroli… alla prossima friend!
Nota 2): U.S. Open: Matteo Renzi è andato a tifare Italia nella sfida Pennetta-Vinci… anche a lui piace vincere facile!
Politica loffia: Salvini: Manderò al Governo uomini migliori di me. Su questa frase non c’è bisogno nemmeno di fare battute…
Tv spazzatura: I Casamonica invitati a Porta a Porta hanno “rubato” la scena a Bruno Vespa!
Nota 3): E vai Eric…
CAREGA.
Su questa bella cima io c’arrivo in piega,
e non per la mia moto ma per la mia sega,
per questo mi nascondo con la bella Suzanne Vega.
Carega,
in vetta c’è la ressa ed io attacco “bega”,
ma arriva un nerboruto con tutta la congrega,
allora allargo il pugno e mi faccio mega.
Carega,
i muscoli son duri come il ferrolega,
la bocca mia è tagliente comè ‘na motosega,
e con tutte ste battute io chiudo la bottega.
Se perdo il mio lavoro non c’ho più un collega e in fondo mi domando: che cazzo di Carega?
A’ la Prochaine! Menek und Olmo
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