Cima Carega - Ferrata Campalani
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Ultimi giorni di vacanze, con Irene proviamo a muovere le gambe, tornando al nostro "amore" per le ferrate; in effetti sul gruppo del Carega non ne mancano, a Luglio abbiamo fatto la Pojesi, ora in attesa di fare la Biasin che è in effetti una costa di 100 metri tutta dritta con camino terminale e molto tecnica, ci decidiamo ad intraprendere la Campalani che si è ben lunga 300 metri ma la si affronta dopo una bella salita dal rifugio Pertica a 1530 metri fin oltro il rifugio Scalorbi a 1770 metri, piegando a sinistra sul sentiero per il Fraccaroli.
Obiettivo è la cima Carega a 2259 metri.
Partiamo in netto ritardo, per colpa di una notte insonne per il caldo di questo inizio settembre che non dà pace, alle 11 siamo al rifugio Revolto a 1336 metri, fino qui possiamo arrivare con la macchina, ci sistemiamo e prendiamo la strada per il rifugio Pertica, oltrepassando il confine con il Trentino Alto Adige, odore di casa per me e per Irene. dopo circa 30 minuti siamo rifugio, pausa per mangiare un paio di panini e poi si parte lungo la ex strada militare, sorpassiamo diverse coppie e incrociamo i primi che scendono, sono passate da poco le 12.
Alle 13 circa siamo al bivio tra i rifugi Scalorbi e Fraccaroli, un segna-sentieri ci dà tutte le indicazioni del caso(?), mentre decidicamo dove girare e facciamo alcune foto arriva un ragazzo tedesco, si ferma per offrirsi come fotografo e con Irene inizia a parlare, scopriamo che è partito alcuni giorni fà da Ginevra e con il sentiero Europeo E5 è sceso in Italia ed intende arrivare a Verona dopo circa 600 Km, dico ragazzi è veramente una bella impresa!
Dopo aver dato le indicazioni in merito si riprende la salita, le tracce sono poche e sfumate, riusciamo a vedere la freccia che ci fà girare a sx e prendiamo a salire ancora più verticalmente, siamo ai piedi di una parte di circa 400 metri, ora il sentiero corre ai suoi piedi e gira a dx, dopo un pò arriviamo finalmente all'attacco, sono circa le 13.45; ci attrezziamo e dopo avere fatto le foto ad una simpatica marmotta saltata su un masso per assistere alla nostra fatica, partiamo.
L'inizio è alquanto surreale, si tratta di attaccarsi(letteralmente) alla catena ed a forza di braccia tirarsi fino a sistemarsi su una staffa di ferro, ce la facciamo e poi inizia il "delirio", non ci aspettavamo una ferrata così bella e interessante, traversi, cengie, salite a forza sulla corda; fortunatamente gli appigli non mancano.
Alle 15.10 siamo alla fine della ferrata, ma non alla fine della fatica, ci aspetta un bel percorso su un sentiero in cresta notevomente esposto, sapevo di questo "regalo" finale e mi stò mettendo in gioco, sò che ora sono molto più sicuro e non avverto più le difficoltà di giugno sul Vidi al Brenta.
Inizio e con Irene al seguito percorriamo tutta la cresta, stupendomi per la mia sicurezza, ed arriviamo ai piedi della salita verso il Rifugio Fraccaroli a 2239 metri, foto e ripartenza sono un tutt'uno, si va verso la cima e poi si scende al rifugio, ci fermiamo per bere un "RADLER" e mangiare una torta della nonna, poi alle 16 circa si parte per il rientro, siamo alla macchina verso le 17.20.
Obiettivo è la cima Carega a 2259 metri.
Partiamo in netto ritardo, per colpa di una notte insonne per il caldo di questo inizio settembre che non dà pace, alle 11 siamo al rifugio Revolto a 1336 metri, fino qui possiamo arrivare con la macchina, ci sistemiamo e prendiamo la strada per il rifugio Pertica, oltrepassando il confine con il Trentino Alto Adige, odore di casa per me e per Irene. dopo circa 30 minuti siamo rifugio, pausa per mangiare un paio di panini e poi si parte lungo la ex strada militare, sorpassiamo diverse coppie e incrociamo i primi che scendono, sono passate da poco le 12.
Alle 13 circa siamo al bivio tra i rifugi Scalorbi e Fraccaroli, un segna-sentieri ci dà tutte le indicazioni del caso(?), mentre decidicamo dove girare e facciamo alcune foto arriva un ragazzo tedesco, si ferma per offrirsi come fotografo e con Irene inizia a parlare, scopriamo che è partito alcuni giorni fà da Ginevra e con il sentiero Europeo E5 è sceso in Italia ed intende arrivare a Verona dopo circa 600 Km, dico ragazzi è veramente una bella impresa!
Dopo aver dato le indicazioni in merito si riprende la salita, le tracce sono poche e sfumate, riusciamo a vedere la freccia che ci fà girare a sx e prendiamo a salire ancora più verticalmente, siamo ai piedi di una parte di circa 400 metri, ora il sentiero corre ai suoi piedi e gira a dx, dopo un pò arriviamo finalmente all'attacco, sono circa le 13.45; ci attrezziamo e dopo avere fatto le foto ad una simpatica marmotta saltata su un masso per assistere alla nostra fatica, partiamo.
L'inizio è alquanto surreale, si tratta di attaccarsi(letteralmente) alla catena ed a forza di braccia tirarsi fino a sistemarsi su una staffa di ferro, ce la facciamo e poi inizia il "delirio", non ci aspettavamo una ferrata così bella e interessante, traversi, cengie, salite a forza sulla corda; fortunatamente gli appigli non mancano.
Alle 15.10 siamo alla fine della ferrata, ma non alla fine della fatica, ci aspetta un bel percorso su un sentiero in cresta notevomente esposto, sapevo di questo "regalo" finale e mi stò mettendo in gioco, sò che ora sono molto più sicuro e non avverto più le difficoltà di giugno sul Vidi al Brenta.
Inizio e con Irene al seguito percorriamo tutta la cresta, stupendomi per la mia sicurezza, ed arriviamo ai piedi della salita verso il Rifugio Fraccaroli a 2239 metri, foto e ripartenza sono un tutt'uno, si va verso la cima e poi si scende al rifugio, ci fermiamo per bere un "RADLER" e mangiare una torta della nonna, poi alle 16 circa si parte per il rientro, siamo alla macchina verso le 17.20.
Tourengänger:
Amadeus
Communities: Hikr in italiano
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