Val Malenco: un'escursione un pò troppo scivolosa ..
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Nonostante un tour di 12 ore all'Expo....( un carnaio incredibile!!!) e una notte brevissima e quasi insonne, è da troppo tempo che fantastico sulla Valmalenco, e rinunciarci non se ne parla. Mi riprendo sonnecchiando un po in viaggio, e poco dopo le 7.30, partiamo da Campo Moro con un bel clima frizzante. Gli ambienti sono davvero fantastici, pinete, grandi cime e panorami da ogni parte. La giornata è davvero splendida, serena e subito calda, nonostante la quota, bella passeggiata facile fino al rifugio Bignami, gia' questo in una posizione davvero invidiabile. Torta e caffe' x riprendersi del tutto, ascoltiamo i saggi consigli del rifugista sul ghiacciaio del Fellaria, e gia' qui abbiamo un po la sensazione di aver preso il giro con un po di leggerezza.....almeno io. La picozza l'ho lasciata in macchina, ho i ramponcini DF invece che quelli seri, che stamattina non ho trovato al loro posto.......
Comunque, si cambia itinerario, via decisi nel bel vallone che ci porta, su prati prima, su pietraie e rocce finali con un unico passaggio aiutato da catene poi, alla bella bocchetta di Caspoggio. Panorami incredibili e spettacolari da ogni parte, ce n'è di che riempirsi il cuore e lo spirito.....
Qui pero' il terreno cambia completamente, la discesa dall'altra parte, ancora in ombra, e su ghiacciaio e, lo scopriremo presto, per lunghi tratti su ghiaccio vivo.......Mettiamo i ramponi e all'inizio sembra non ci siano particolari problemi, addirittura una ragazza scende senza ramponi legata ad un amico.....
Io Paolo e Ivan, cominciamo a traversare verso destra, come suggerito dal rifugista, siamo gia' una ventina di metri avanti quando d'improvviso Ivan scivola, all'inizio sembra rallentare dopo pochi metri, poi invece riprende velocita', si gira, si rigira, e va.....giu....sempre piu' veloce....sembra non fermarsi piu'.......Sono secondi interminabili, restiamo tutti interdetti fermi immobili, col fiato sospeso, a guardarlo scivolare, tra mille pensieri e paure, sperando che non incroci qualche sasso.....
Per fortuna ad un certo punto, si ferma, lo vediamo rialzarsi, ci rassicura, nonostante anche da lontano notiamo gli avambracci belli rossi.....Io resto x qualche minuto bloccato, non so dove andare, la sicurezza di pochi secondi prima è svanita.....comincio a pensare che i ramponi non terranno......Max e Beppe, che erano molto piu' su, decidono di ritornare sui loro passi, ci ritroveremo alla fine, io decido che voglio scendere, non manca molto ad arrivare alla zona al sole dove prob.te smolla un po. Chiedo a Paolo, piu' esperto e l'unico con la picozza, di starmi vicino e scavarmi qualche passo nel ghiaccio x darmi sicurezza. Resto comunque sempre calmo, mi stupisce non essermi agitato...., con molta cautela e grazie al suo aiuto, lentamente arriviamo in zona tranquilla. I ramponcini comunque hanno tenuto benissimo. La discesa è ancora lunga, ci sono tratti con evidenti crepacci anche qui, qualche piccolo ponte di neve, con rivoli d'acqua dappertutto.
Raggiunto Ivan, puntiamo alle rocce sulla destra, ritrovati i bolli, ci avviamo verso il Marinelli parlando a piu' riprese di quanto successo. Arrivati al rifugio, ammiriamo la posizione incredibile e i panorami, lunga sosta pranzo rigenerante con birra. Verso le due, ci avviamo verso il rifugio Carate, che raggiungiamo in c.ca 45 minuti, altra sosta caffè e panasce' x dissetarci visto il caldo. Qui finalmente riusciamo a contattare gli altri e a tranquillizzarli definitivamente sulle condizioni di Ivan. Poi giu velocissimi verso Campo Moro, il bellissimo sentiero di discesa lo facciamo quasi di corsa....prima delle quattro siamo giu....Brindisi finale, offerto da Ivan, allo scampato pericolo, tutti insieme al rifugio.
Davvero una avventura coi brividi nonostante il caldo.....
E nonostante tutto, soddisfatto anche oggi.
Dagli ambienti spettacolari, dalla compagnia, dal fatto di essere qui a brindare, ridere, e scherzare su quanto successo.
Alla prossima.

Il nostro programma di oggi prevede l’utilizzo dei ramponi e la visita di un angolo nella meravigliosa Valmalenco. Non abbiamo le idee chiare sulle condizioni del percorso, quindi ci facciamo consigliare al rifugio Bignami. Cartina alla mano, molto cordialmente e davanti ad un caffè, il gestore ci suggerisce la via più raccomandabile per scollinare verso la Marinelli.
Il sentiero che porta alla bocchetta di Caspoggio è un itinerario semplice e ben segnalato, ma il passaggio sulla vedretta omonima è obbligato se si vuole scendere verso la valle Scerscen. In primavera con l’abbondante copertura della neve è una divertente passeggiata sulla coltre bianca (purché si sappia scrupolosamente dove camminare), purtroppo il caldo estivo ha cambiato parecchio le condizioni e ci siamo trovati oggi ad affrontare qualche rischio. Rischio che peraltro può essere ridotto al minimo con un po’ di prudenza e la dovuta attrezzatura.
Fatti pochi passi in discesa, forse per eccesso di confidenza, sul ghiaccio vivo Ivan scivola. La velocità presa per un centinaio di metri in caduta ci fa vivere alcuni attimi di ansia.
La fortuna di non aver trovato pietre e crepacci aperti sulla traiettoria è confortante, anche se poi da lontano si vede evidente del rosso sulle sue braccia.
É squillato il campanello "allarme" e ci abbiamo messo la massima cautela per raggiungere Ivan, in particolare Mario che aveva dei ramponi poco affidabili. Estraggo la picca dallo zaino e la sostituisco alla racchetta. Beppe e Max ritornano indietro di pochi passi e ci salutiamo.
In ogni modo non sconsiglio l’attraversamento a chi volesse riprenderne il percorso, raccomanderei piuttosto di non sottovalutarne la pendenza e in particolare alcuni crepacci semichiusi che vanno scavalcati prima di raggiungere il sentiero. Per ritrovare il giusto cammino fuori dal ghiacciaio meglio evitare di abbassarsi troppo e bisogna tenere d’occhio il triangolo giallo dell’alta via dipinto sulla roccia a dx scendendo. Da qui il bollo bianco e rosso ci porterà alla Marinelli Bombardieri.
Con Mario e Ivan mangiamo in prossimità del rifugio e preferiamo rinunciare alla vetta nonostante i pochi metri di dislivello. Ovviamente i nostri discorsi sono in argomento alla discesa appena affrontata.
Non basta una bella giornata per fare una giornata bella… a volte occorre anche un pizzico di fortuna. La compagnia oggi si è forzatamente divisa, ma complessivamente abbiamo trascorso dei momenti, forse non spensierati, ma felici, allietati da un brindisi finale in amicizia e buonumore.
massimo Oggi c'è solo da essere festeggiare ed essere felici ......... ma che strimizi!!!!!!!
Chi se ne frega della Punta Marinelli, chi se ne frega del giro dei tre rifugi, chi se ne frega del dislivello e dei Km percorsi ........, a fine giornata l'importante è essere seduti davanti ad un ottimo Valdobbiadene a brindare allo scampato pericolo e a raccontarsi emozioni, paure vissute e anche qualche sfotto non stona in un clima di ritrovata serenità dopo la grande paura.
Grazie a tutti e in particolare a Beppe che mi è stato vicino nel ritorno lungo la via d'andata, per la discesa dal ghiacciaio ho alzato bandiera bianca.
Anche oggi la montagna ci ha ricordato se ce ne fosse ancora bisogno che non va mai sottovalutata e per ogni tipologia di percorso che sia per super esperti o per principianti è richiesto il massimo dell'attenzione e l'attrezzatura adeguata anche se nella maggior parte dei casi viene lasciata nello zaino soprattutto quando di mezzo c'è neve e ghiaccio e i percorsi più banali possono trasformarsi in vere e proprie trappole.
Ivan, come procedono le croste ?????? ..... e ricordati di non barare sullo sviluppo del percorso perchè nella discesa della bocchetta di Caspoggio hai fatto la super direttissima e sei quasi pronto per la prossima discesa libera delle olimpiadi invernali ah ah ah!!!!!
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