Monte delle Forbici (2910 m), Punta Marinelli (3182 m) e Vallone dello Scerscen
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Torna dalla Spagna, per lavoro, alle 11 del mattino e sebbene sia stanca vista la settimana trascorsa a 40°C e la sveglia delle 5, prepariamo zaini e partiamo per la Valtellina dopo pranzo.
Lasciamo l'auto sulla strada che porta alla Diga di Campo Moro e mettiamo sulle spalle io uno zainetto micro e Raffa uno zaino da ben 70 litri...che avrà mai li dentro?
Attraversata la diga scendiamo quei 3 tornanti sterrati da cui dipartono le due possibilità di sentiero. Prendiamo quello estivo, più diretto. All'ombra di alberi sempreverde prendiamo un pò di quota e dopo il traverso, sempre in ombra, sbuchiamo al sole per affrontare la salita al Rifugio Carate.
Quando lo raggiungiamo noto Silvia in terrazza, un richiamo identificativo la fa voltare. Ci viene incontro e ci accoglie con il suo solito bel sorriso.
Salutiamo tutto lo staff: il capo Alessandro, il cuoco Massimo, la new entry Valentino. Raffaele non resiste, estrae dalla sua zavorra un'anguria. Sul suo volto si vede la voglia matta di affettarla e mangiarsela, ma dovrà attendere il giorno dopo.
Prima di cena saliamo al Monte delle Forbici. Una ventina di minuti su terreno sasso per ammirare le principali cime come il Roseg ed il Bernina dritte davanti a sé. Spettacolo!
Scambiamo qualche parola con altri 4 ragazzi con cui poi saremo a tavola e ci apprestiamo a scendere per cena. La serata scorre piacevole, dietro le quinte è ancor più familiare.
Il mattino ci svegliamo con calma e dopo colazione partiamo per il pensato anello. Saliamo dietro il rifugio superando la Bocchetta delle Forbici per poi percorrere il lungo traverso che porta al Lago di Musella. Da qui si inizia a salire dolcemente per poi impennare sempre più fino al Rifugio Marinelli Bombardieri. Ho ancora questa terribile tosse che mi brucia i bronchi e mi toglie il respiro. Mentre saliamo per Punta Marinelli mi fermo spesso, sento un fuoco proprio sopra il petto. La traccia è cosparsa di ometti, così tanti da confondere le idee. Quando mi fermo su un masso per riprendere fiato e alleviare il dolore Raffa mi dice " se stai così torniamo indietro". Ed è allora che mi intestardisco, mi rialzo, e a testa bassa proseguo senza più fermarmi (o quasi). Mentre saliamo sulle ultime placche rocciose, a picco sul versante ovest, raggiungiamo una famiglia con due bimbi. Bravissimi!
Dopo una brevissima pausa sulla cima di Punta Marinelli, riprendiamo il sentiero di salita fino al Rifugio Marinelli.
Da qui proseguiamo sul retro dell'edificio e percorriamo un altro lungo traverso, avvicinandosi sempre più con lo sguardo al ghiacciaio. Mi sembra di stare meglio! Passiamo al di sotto di queste splendide cime e tra sali e scendi attraversiamo due torrenti e parecchi rigagnoli d'acqua. Il torrente che proviene dal ghiacciaio dello Scerscen Inferiore è particolarmente agitato ed il colore marrone grigio si confonde con il colore delle sabbie in cui corre.
Eccoci nel vallone dello Scerscen, sentito parecchie volte da Silvia e Federico.
Arrivati ad una sella è presente una palina che indica il Cimitero degli Alpini, raggiungibile in 5 minuti di deviazione. Un altare con un monumento ricorda i 24 alpini spazzati via da 2 valanghe nell'Aprile 1917.
Tornati alla palina, proseguiamo la bellissima discesa, una valle che si stringe piano piano, a sinistra pareti rocciose, a zone molto scure (dove è presente la miniera di amianto), e tanto, tantissimo verde smeraldo. Quasi al termine della valle riguadagniamo pochissima quota e raggiungiamo l'Alpe Musella. Ci fermiamo a fianco una baita dove pascolano cavalli e gattini appena anti. Ci rinfreschiamo e riempiamo le borracce ad una sorgente, proprio a ridosso del recinto.
Scendiamo ancora un pò per prendere il sentiero che riporta al Rifugio Carate. Il caldo rallenta i miei passi, mentre Raffaele doppia le mie distanze. Ricongiunti al sentiero estivo risaliamo come il giorno precedente, questa volta sarà Alessandro ad accorgersi del nostro arrivo.
Dopo la mangiata di cocomero in compagnia a quattro chiacchiere scendiamo a Campo Moro per lo stesso sentiero estivo.
Grazie Amici, così ospitali e accoglienti. Ci siamo sentiti a casa e in famiglia. Torneremo ancora e molto presto :*
Lasciamo l'auto sulla strada che porta alla Diga di Campo Moro e mettiamo sulle spalle io uno zainetto micro e Raffa uno zaino da ben 70 litri...che avrà mai li dentro?
Attraversata la diga scendiamo quei 3 tornanti sterrati da cui dipartono le due possibilità di sentiero. Prendiamo quello estivo, più diretto. All'ombra di alberi sempreverde prendiamo un pò di quota e dopo il traverso, sempre in ombra, sbuchiamo al sole per affrontare la salita al Rifugio Carate.
Quando lo raggiungiamo noto Silvia in terrazza, un richiamo identificativo la fa voltare. Ci viene incontro e ci accoglie con il suo solito bel sorriso.
Salutiamo tutto lo staff: il capo Alessandro, il cuoco Massimo, la new entry Valentino. Raffaele non resiste, estrae dalla sua zavorra un'anguria. Sul suo volto si vede la voglia matta di affettarla e mangiarsela, ma dovrà attendere il giorno dopo.
Prima di cena saliamo al Monte delle Forbici. Una ventina di minuti su terreno sasso per ammirare le principali cime come il Roseg ed il Bernina dritte davanti a sé. Spettacolo!
Scambiamo qualche parola con altri 4 ragazzi con cui poi saremo a tavola e ci apprestiamo a scendere per cena. La serata scorre piacevole, dietro le quinte è ancor più familiare.
Il mattino ci svegliamo con calma e dopo colazione partiamo per il pensato anello. Saliamo dietro il rifugio superando la Bocchetta delle Forbici per poi percorrere il lungo traverso che porta al Lago di Musella. Da qui si inizia a salire dolcemente per poi impennare sempre più fino al Rifugio Marinelli Bombardieri. Ho ancora questa terribile tosse che mi brucia i bronchi e mi toglie il respiro. Mentre saliamo per Punta Marinelli mi fermo spesso, sento un fuoco proprio sopra il petto. La traccia è cosparsa di ometti, così tanti da confondere le idee. Quando mi fermo su un masso per riprendere fiato e alleviare il dolore Raffa mi dice " se stai così torniamo indietro". Ed è allora che mi intestardisco, mi rialzo, e a testa bassa proseguo senza più fermarmi (o quasi). Mentre saliamo sulle ultime placche rocciose, a picco sul versante ovest, raggiungiamo una famiglia con due bimbi. Bravissimi!
Dopo una brevissima pausa sulla cima di Punta Marinelli, riprendiamo il sentiero di salita fino al Rifugio Marinelli.
Da qui proseguiamo sul retro dell'edificio e percorriamo un altro lungo traverso, avvicinandosi sempre più con lo sguardo al ghiacciaio. Mi sembra di stare meglio! Passiamo al di sotto di queste splendide cime e tra sali e scendi attraversiamo due torrenti e parecchi rigagnoli d'acqua. Il torrente che proviene dal ghiacciaio dello Scerscen Inferiore è particolarmente agitato ed il colore marrone grigio si confonde con il colore delle sabbie in cui corre.
Eccoci nel vallone dello Scerscen, sentito parecchie volte da Silvia e Federico.
Arrivati ad una sella è presente una palina che indica il Cimitero degli Alpini, raggiungibile in 5 minuti di deviazione. Un altare con un monumento ricorda i 24 alpini spazzati via da 2 valanghe nell'Aprile 1917.
Tornati alla palina, proseguiamo la bellissima discesa, una valle che si stringe piano piano, a sinistra pareti rocciose, a zone molto scure (dove è presente la miniera di amianto), e tanto, tantissimo verde smeraldo. Quasi al termine della valle riguadagniamo pochissima quota e raggiungiamo l'Alpe Musella. Ci fermiamo a fianco una baita dove pascolano cavalli e gattini appena anti. Ci rinfreschiamo e riempiamo le borracce ad una sorgente, proprio a ridosso del recinto.
Scendiamo ancora un pò per prendere il sentiero che riporta al Rifugio Carate. Il caldo rallenta i miei passi, mentre Raffaele doppia le mie distanze. Ricongiunti al sentiero estivo risaliamo come il giorno precedente, questa volta sarà Alessandro ad accorgersi del nostro arrivo.
Dopo la mangiata di cocomero in compagnia a quattro chiacchiere scendiamo a Campo Moro per lo stesso sentiero estivo.
Grazie Amici, così ospitali e accoglienti. Ci siamo sentiti a casa e in famiglia. Torneremo ancora e molto presto :*
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