L'Altissima - Hohe Wilde 3480 m
|
||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
A causa del caldo mostruoso abbandoniamo i progetti pensati per la domenica, a rischio squagliamento e decidiamo di tornare all’Altissima, adocchiata ieri dal Roteck e salita parecchi anni fa durante un trekking, ricordi Daniele?
Quel bellissimo trekking iniziato con Maurizio che diceva: “Chissà se gli scarponi reggeranno?”, qualche ora ressero ma non arrivarono nemmeno al primo rifugio, e quindi trekking con scarponi legati con il fil di ferro! Quel trekking che al secondo giorno ci ha visto diventare pastori di capre, sembrava una candid camera, dove i panorami sono stati in pratica nulli, dove quando la relazione diceva il sentiero sale, il sentiero saliva eccome se saliva! Dove siamo tornati al rifugio Plan grazie al rumore del generatore del rifugio…beh però è stato bello, per te con l’Altissima finiva il trekking, per noi non era finita…eccome se non era finita!
Beh oggi torniamo su quella cima ma il rifugio non è più lo stesso di tanti anni fa, una valanga nell’inverno 2014 ha portato via un pezzo di storia, ci aspettavamo un bivacco messo lì alla bella e meglio invece hanno fatto un bel prefabbricato in attesa di ricostruire la storia! Anche l’Altissima non è più la stessa…ma partiamo dall’inizio.
Arriviamo al posteggio all’inizio della Val di Fosse, trasversale della più conosciuta Val Senales. Il posteggio dovrebbe essere a pagamento ma se non c’è il posteggiatore non si paga (così ci ha detto un local), e per noi così è stato!
Risaliamo la lunga Val di Fosse, tanto lunga quanto bella. Prima sterrata, fino a poco dopo la Eisalm, poi militare che prende quota con una lentezza mostruosa. Al ritorno abbiamo sfruttato i sentieri che la tagliano.
Finalmente raggiungiamo il P.so Gelato e poco sotto appare il “prefabbricato di lusso” che è il rifugio Petrarca. Scambiamo due parole con il gestore, l’Altissima è tutta pulita si sale senza problemi in un’ora e mezzo/due…ricordavamo meno! Comunque il tempo l’abbiamo, lasciamo gli zaini al rifugio e ripartiamo.
Poco dopo la morena sul sentiero troviamo un cartello di divieto che lo sbarra, un po’ perplessi vediamo però che prosegue alle nostre spalle con una bollatura diversa. Troviamo una prima catena e poi un’altra. Sempre più perplessi, chi si ricorda se c’erano catene, forse un paio, ma in verità ricordavamo un sentiero dove potevi utilizzare tranquillamente i bastoncini, cosa che ora sono di impiccio e quindi li lasciamo nei pressi della terza catena. Raggiungiamo una sorta di balconcino e vediamo il resto della salita, dove molto chiaramente non può esserci il sentiero che ricordavamo, troppo roccioso. Breve traverso, si cambia versante e con facili passaggi di I° raggiungiamo altre catene, pioli e infine la cresta…tutto un altro percorso. La conferma definitiva l’abbiamo poco prima della cima quando incrociamo l’altro sentiero e dalla coppia che ci precedeva. Veniamo quindi a sapere che la salita è stata modificata sei o sette anni fa perché il vecchio percorso era troppo pericoloso per la caduta massi.
La nuova salita è ora un po’ più faticosa, sicuramente più tecnica anche se non difficile ma anche molto più bella e divertente.
Tornati al rifugio facciamo una breve sosta e ritorniamo verso valle. Sosta pranzo alla Eisalm e cercando di incamerare l’ultima frescura torniamo al posteggio.
Kommentare (9)