Monviso double face - Punta Michelis, Punta Dante, Viso Mozzo, Punta Udine e Punta Venezia
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Questo week invece ci offre un Monviso “double face”, quello solitario e quello delle masse.
Partiamo da Castello di Pontechianale, direzione rifugio Vallanta. Parecchie auto nel posteggio ma sul sentiero poca gente. A metà circa, lo abbandoniamo svoltando a dx direzione Bivacco delle Forciolline. Tra i due sentieri per raggiungerlo scegliamo il percorso EE Ezio Nicoli che risale il Canale delle Forciolline. Il canale è ripido e con un paio di brevi tratti attrezzati. Il bivacco Boarelli alle Forciolline si trova in un ambiente che a dire spettacolare è poco! Pietre e laghetti sotto l’incombente sud del Monviso, ancora non posso credere che qualche anno fa eravamo lassù anche noi!
Dopo una doverosa sosta al bivacco riprendiamo seguendo la segnaletica gialla per la Cengia del Camoscio (breve tratto attrezzato a picco sul lago) volendo si può passare sopra con comodo sentiero. Al termine del lago, su un sasso, c’è l’indicazione Colletto Dante e Passo Fiorio Ratti”. Quasi tutta la salita la facciamo su neve portante e, visto il tipo di terreno, mi sa che è stato meglio, anche se qualche volta il piede è scappato! Il percorso è tutto bollato in giallo, anche se in queste condizioni trovare i bolli non è stato semplice.
Una cinquantina di metri sotto il colletto deviamo a sx, passiamo sotto un torrione e su sfasciumi abbastanza stabili, risaliamo una sorta di canalino che velocemente porta all’ometto della Punta Michelis (3150 m), beh la vista del Monviso è impagabile! Per raggiungere il Colletto Dante noi abbiamo aggirato il torrione alla sua base, altrimenti si può tornare dove si è abbandonato il percorso bollato, e quindi salire al colletto. Dal Colletto velocemente raggiungiamo Punta Dante (3166 m) dove facciamo una bella sosta. Fino a qui abbiamo incontrato solo 3 persone.
Tornati al colletto continuiamo seguendo la bollatura gialla e raggiungiamo il Passo Fiorio Ratti, breve passaggio di disarrampicata con catena. La discesa nel Vallone delle Giargiatte è molto ripida, su pietre mobili ma piccole e si scende quindi velocemente, quando le pietre cominciano a diventare più grandi, essendoci ancora una bella lingua di neve residua ne approfittiamo! Raggiungiamo il Colle di San Chiaffredo dove i cartelli indicano il rifugio Sella a 1,30 h. Mangiucchiamo qualcosa e quindi un ultimo sforzo e siamo al rifugio, naturalmente al completo, e qui finisce la giornata del Monviso solitario, domani sarà tutta un’altra storia!
La giornata non inizia benissimo. Troviamo i thermos di te e caffè comuni lasciati per la colazione, con tanto di cartello che chiede di non riempire le borracce, completamente vuoti, in quelli rimasti sui tavoli c’è solo latte! Prima di noi non sono partiti in molti a giudicare dalle tazze! Va beh colazione a secco!
Accogliamo il sorgere del sole mentre saliamo al Viso Mozzo (3019 m), il primo tremillino della giornata. Proseguiamo per il rifugio Giacoletti e come era prevedibile, oggi saremo in tanti!. Sapevamo che arrivando dal Sella avremmo trovato un po’ più di traffico per salire al colle del Coulour del Porco ma non fino a questo punto. Sappiamo che la salita non è lunga per cui avendo visto un gruppone che si stava apprestando a salirlo abbiamo aspettato un poco per farli andare avanti. Quello di cui non ci siamo accorti è che erano un gruppo di ragazzini, Alpinismo Giovanile. Nonostante la sosta li raggiungiamo alle prime catene, gentilmente trovano il modo di farci passare per cui con calma riusciamo a superarli, un’ultimo gruppeto, più sopra, invece non vuole cedere il passo, e solo negli ultimi metri, dove le catene si sdoppiano riusciamo a passarli.
Avendo letto che la Punta Udine (3022 m) è più semplice e più veloce puntiamo a quella, pensando che la maggior parte vadano da questa parte, questo è stato l’errore fatale della giornata. Poi, che sia più semplice è tutto da vedere! Per salire in cima, si percorre qualche tratto di sentiero ma si usano spesso le mani, facili passaggi cui però bisogna prestare attenzione, la via è indicata da qualche ometto ma sono più evidenti in discesa per cui non è poi così banale. In cima si è a picco sul rifugio Giacoletti, per cui occhio a come ci si muove! Tornando al colle vediamo che a differenza di quanto pensavamo, tutti stanno salendo a Punta Venezia (3095 m) che, di fatto, fino agli ultimi 4 m è un comodo sentiero bollato. Arrivati al bivacco al colle abbiamo la visione catastrofica della cima, un bel gruppone Cai ha messo una corda per salire i famosi metri di II° e si alternano nella discesa e nella salita, uno sale e uno scende. Marco vorrebbe rinunciare subito, troppo casino, io lo spingo a provare. Ci portiamo sotto la cima e…una fila di una decina di persone, stile cassa al supermercato, è in attesa del suo turno, tutto belli imbragati. Sono solo pochi metri ma: foto in salita, foto alla croce, foto in discesa, la cosa si fa lunga! Dopo 10 minuti di attesa, sento un signore dire: “Allora ci diamo una mossa che dobbiamo salire anche noi?”, non so se riesco a rendere l’idea ma, mi sono sentita ridicola, quattro metri sotto la croce, tutti in fila in attesa di cosa? Toccare la croce? Speravamo che essendo solo in tre forse, magari ci avrebbero fatto passare…va beh è andata così Abbiamo sbagliato, saremmo dovuti venire prima da questa parte. La giornata per noi è ancora lunga e non abbiamo neppure la certezza che sia fattibile scendere in Francia dal colle. Abbiamo avuto info discordanti per cui…
Tornati al colle vediamo però che la discesa è bollata, una prima parte su pietraia ci porta in un orribile canalone dove c’è da augurarsi che non ci sia altra gente né sopra né sotto! Raggiungiamo il Lac Porcieroles. Poco dopo perdiamo i bolli, poco male tanto la segnaletica ci avrebbe portato al Refuge du Viso mentre noi dobbiamo risalire al P.so Vallanta. Raggiungiamo il fondovalle nei pressi del Lac Lestio e riprendiamo la salita per il P.so Vallanta dove è ancora presente un bel muro di neve. Le nebbie del versante italiano ci accolgono a braccia aperte, discesa al rifugio dove facciamo sosta pranzo. Ora con calma e parecchio stanchi ci avviamo verso Castello.
Alla fine ci rendiamo conto che abbiamo fatto un parziale Giro del Monviso aggiungendo ben cinque 3000.
Week end proficuo e bellissimo, soprattutto sabato!
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