Uri Rotstock
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Ci sono cime che si desiderano salire per anni ma di cui, per varie ragioni, l'ascesa viene posticipata a lungo, oggi però è arrivato il momento dell'Uri Rotstock.
L'idea è quella di salire dalla Musenalp, scendere alla Gitschenhoerelihütte e da qui traversare alla Bywadalp , fare la Sassigrat e ridiscendere alla Musenalp.
Un giro decisamente lungo ma le giornate ad inizio luglio sono lunghe per cui...
I nostri progetti vengono ridimensionati quando do un ultimo sguardo ad internet, il sito della Musenalp parla di una grossa frana sul versante occidentale della catena Uri Rotstock - Schlieren, diversi sentieri sono chiusi, controllo anche il sito della Bywadalp: la capanna risulta chiusa a causa della frana
Vabbè si va comunque, chiederemo in loco ed eventualmente saliremo e scenderemo dalla stessa parte.
Il ritrovo con Monica è alle 6,30 ma, come sempre, siamo entrambi in anticipo, il viaggio non è breve ma, pur facendo una sosta all'autogrill di Airolo e con qualche difficoltà ad attraversare Seedorf a causa di una manifestazione sportiva, alle 9,05 abbiamo gli scarponi ai piedi a Neihüttli, chiamiamo al telefono la proprietaria della Musenalp, prendiamo posto nella "cabina", diciamo nel cassone, della funivia ed in pochi minuti eccoci depositati in un luogo a dir poco idilliaco: la Musenalp è un vero gioiello posto su un poggio della Chlital, laterale della Isenthal, per un attimo abbiamo la tentazione di fermarci qui a rosolarci al sole per tutta la giornata.
Paghiamo la corsa alla signora e chiediamo informazioni sullo stato dei sentieri sull'altro versante: la frana è grossa, qualcuno passa ma la cosa non è nè agevole nè sicura.
Vabbè scenderemo da dove saliremo.
Partiamo: la prima parte del percorso è un tranquillo sentiero che corre fra magnifici pascoli ma, ben presto, si approssima all'enorme salto che si trova alla testata della Chlital, pur rimanendo un bel sentiero l'esposizione è, a tratti, decisamente notevole, qualche catena e qualche corda assicurano i tratti più aerei, il fondo, ghiaietto e sabbia fine, non è dei migliori ma con cautela procediamo, attraversiamo diversi impluvi dove la neve indugia ancora e dove la temperatura è fresca e veramente piacevole: anche qui infatti il caldo si fa sentire.
Arriviamo alla fine del primo muro, vi è una palina con i cartelli indicanti il bivio fra il nostro percorso e quello che conduce al Gitschen. Ci dirigiamo verso destra, qui inizia il secondo risalto, la pendenza si fa sempre più accentuata, la traccia compie innumerevoli svolte su un fondo di sabbietta e pietrisco fine che offre un'aderenza non eccelsa, ecco poi un tratto molto inclinato con un cavo che permette di risalire uno scivolo di roccia marcia, raggiungiamo un pendio di neve, estraiamo le piccozze e lo risaliamo molto più rilassati, abbiamo anche i ramponi ma con questo caldo la neve è già abbastanza morbida da poterne fare a meno.
Eccoci alla fine del secondo salto, davanti a noi si apre un enorme bacino che fino a qualche anno fa doveva essere occupato dal fronte del Chlitaler Firn, ora vi è un enorme pietraia, come dice Monica un bel lago non ci starebbe male, la traccia continua sulla destra e si alza sotto le pendici del Chessel percorrendo con un'ascesa continua un versante nevoso, superiamo il Chessel, intorno il paesaggio diviene sempre più incredibile: si impongono all'attenzione la massa scura del Rot Gitschen e, più a Nord, il Gitschen che , visto da qui giustifica il soprannome di "Teschio" affibbiatogli.
Facciamo un largo giro in senso orario e finalmente vediamo la nostra cima, è ancora abbastanza lontana, ci resta ancora da risalire il Chlitaler Firn, salire in cresta e poi fare gli ultimi 200 metri.
Vediamo un paio di persone che stanno scendendo, scambiamo qualche parola: loro sono saliti dalla Bywalalp e ci chiedono informazioni sulla discesa verso la Musenalp, noi chiediamo invece com'è il versante da cui sono saliti; a quanto pare si passa ma non è molto consigliabile: la frana è grossa e vi sono diversi punti instabili ed esposti. Ci salutiamo, ora affrontiamo l'ultimo tratto fino a portarci sotto il risalto che adduce alla cresta, l'ultima decina di metri è abbastanza in piedi e l'affrontiamo direttamente, un ultimo sforzo e siamo fuori, ecco apparire l'altro versante: al centro la massa scura ed enorme del Titlis, tira anche una piacevole aria, cosa che non può che rallegrarci dopo il caldo patito finora. Ci rimangono i 200 metri finali, un sentiero, sgombro da neve, che risale un versante di pietrisco rosso, a parte il colore sembra il tratto sommitale del Piz Terri.
Finalmente siamo in vetta, ecco la croce e poco lontano la gavetta con il libro di vetta. Lo compiliamo e poco dopo veniamo raggiunti, alla spicciolata, da una comitiva di quattro ragazzi, è l'occasione per farci fare una bella foto. Mangiamo qualcosa e poi decidiamo di scendere, prendiamo la via facile per la Gitschenhoerelihütte per poi spostarci sulla testata del Chlitaler Firn e da li abbassarci sul ghiacciaio. Percorriamo la morena quasi piana che divide il Blüemlisalp Firn dal Chlitaler Firn fin quasi nei pressi della piramidina rossa dello Stelli, ma da qui vi sono solo dei salti di roccia verticali, torniamo un po' più indietro e finalmente riusciamo ad abbassarci su un pendio nevoso ed a raggiungere le tracce di salita.
Ora non ci resta che ripercorrere l'itinerario fatto stamane, il punto più problematico è la discesa del secondo risalto con la sua esposizione ed il fondo di sabbia e pietrisco, ci prendiamo il nostro tempo e lo discendiamo con cautela, visto che vi sono anche diversi tratti innevati ci teniamo la piccozza in mano, finalmente raggiungiamo il bivio Uri Rotstock - Gitschen, da qui l'esposizione è sempre notevole ma il fondo è meno sdrucciolevole per cui possiamo rilassarci un attimo. La portata dei torrenti degli impluvi che abbiamo attraversato stamane sembra più che triplicata e una doccia è assicurata, con questo caldo però la facciamo volentieri.
Finalmente la Musenalp: un bel succo di mele ce lo meritiamo! Poi il propietario fa salire a monte la funivia, ci accomodiamo e scendiamo. Fine della gita, siamo abbastanza stanchi ma decisamente soddisfatti.
La manifestazione a Seedorf non è ancora terminata così impieghiamo un'ora per raggiungere l'autostrada, ma va bene così.
Gran gita, fra le più belle che mi sia capitato di fare, una cima giustamente celebrata per il panorama che è veramente grandioso, da non trascurare la varietà eccezionale di specie botaniche che si incontrano durante la salita.
Da farsi con tempo stabile: la discesa verso la Musenalp è delicata e con il fondo bagnato direi poco consigliabile. Forse l'ideale sarebbe farla quando il pendio del secondo salto è ancora innevato: con piccozza e ramponi si salirebbe e scenderebbe molto più agevolmente.
L'idea è quella di salire dalla Musenalp, scendere alla Gitschenhoerelihütte e da qui traversare alla Bywadalp , fare la Sassigrat e ridiscendere alla Musenalp.
Un giro decisamente lungo ma le giornate ad inizio luglio sono lunghe per cui...
I nostri progetti vengono ridimensionati quando do un ultimo sguardo ad internet, il sito della Musenalp parla di una grossa frana sul versante occidentale della catena Uri Rotstock - Schlieren, diversi sentieri sono chiusi, controllo anche il sito della Bywadalp: la capanna risulta chiusa a causa della frana
Vabbè si va comunque, chiederemo in loco ed eventualmente saliremo e scenderemo dalla stessa parte.
Il ritrovo con Monica è alle 6,30 ma, come sempre, siamo entrambi in anticipo, il viaggio non è breve ma, pur facendo una sosta all'autogrill di Airolo e con qualche difficoltà ad attraversare Seedorf a causa di una manifestazione sportiva, alle 9,05 abbiamo gli scarponi ai piedi a Neihüttli, chiamiamo al telefono la proprietaria della Musenalp, prendiamo posto nella "cabina", diciamo nel cassone, della funivia ed in pochi minuti eccoci depositati in un luogo a dir poco idilliaco: la Musenalp è un vero gioiello posto su un poggio della Chlital, laterale della Isenthal, per un attimo abbiamo la tentazione di fermarci qui a rosolarci al sole per tutta la giornata.
Paghiamo la corsa alla signora e chiediamo informazioni sullo stato dei sentieri sull'altro versante: la frana è grossa, qualcuno passa ma la cosa non è nè agevole nè sicura.
Vabbè scenderemo da dove saliremo.
Partiamo: la prima parte del percorso è un tranquillo sentiero che corre fra magnifici pascoli ma, ben presto, si approssima all'enorme salto che si trova alla testata della Chlital, pur rimanendo un bel sentiero l'esposizione è, a tratti, decisamente notevole, qualche catena e qualche corda assicurano i tratti più aerei, il fondo, ghiaietto e sabbia fine, non è dei migliori ma con cautela procediamo, attraversiamo diversi impluvi dove la neve indugia ancora e dove la temperatura è fresca e veramente piacevole: anche qui infatti il caldo si fa sentire.
Arriviamo alla fine del primo muro, vi è una palina con i cartelli indicanti il bivio fra il nostro percorso e quello che conduce al Gitschen. Ci dirigiamo verso destra, qui inizia il secondo risalto, la pendenza si fa sempre più accentuata, la traccia compie innumerevoli svolte su un fondo di sabbietta e pietrisco fine che offre un'aderenza non eccelsa, ecco poi un tratto molto inclinato con un cavo che permette di risalire uno scivolo di roccia marcia, raggiungiamo un pendio di neve, estraiamo le piccozze e lo risaliamo molto più rilassati, abbiamo anche i ramponi ma con questo caldo la neve è già abbastanza morbida da poterne fare a meno.
Eccoci alla fine del secondo salto, davanti a noi si apre un enorme bacino che fino a qualche anno fa doveva essere occupato dal fronte del Chlitaler Firn, ora vi è un enorme pietraia, come dice Monica un bel lago non ci starebbe male, la traccia continua sulla destra e si alza sotto le pendici del Chessel percorrendo con un'ascesa continua un versante nevoso, superiamo il Chessel, intorno il paesaggio diviene sempre più incredibile: si impongono all'attenzione la massa scura del Rot Gitschen e, più a Nord, il Gitschen che , visto da qui giustifica il soprannome di "Teschio" affibbiatogli.
Facciamo un largo giro in senso orario e finalmente vediamo la nostra cima, è ancora abbastanza lontana, ci resta ancora da risalire il Chlitaler Firn, salire in cresta e poi fare gli ultimi 200 metri.
Vediamo un paio di persone che stanno scendendo, scambiamo qualche parola: loro sono saliti dalla Bywalalp e ci chiedono informazioni sulla discesa verso la Musenalp, noi chiediamo invece com'è il versante da cui sono saliti; a quanto pare si passa ma non è molto consigliabile: la frana è grossa e vi sono diversi punti instabili ed esposti. Ci salutiamo, ora affrontiamo l'ultimo tratto fino a portarci sotto il risalto che adduce alla cresta, l'ultima decina di metri è abbastanza in piedi e l'affrontiamo direttamente, un ultimo sforzo e siamo fuori, ecco apparire l'altro versante: al centro la massa scura ed enorme del Titlis, tira anche una piacevole aria, cosa che non può che rallegrarci dopo il caldo patito finora. Ci rimangono i 200 metri finali, un sentiero, sgombro da neve, che risale un versante di pietrisco rosso, a parte il colore sembra il tratto sommitale del Piz Terri.
Finalmente siamo in vetta, ecco la croce e poco lontano la gavetta con il libro di vetta. Lo compiliamo e poco dopo veniamo raggiunti, alla spicciolata, da una comitiva di quattro ragazzi, è l'occasione per farci fare una bella foto. Mangiamo qualcosa e poi decidiamo di scendere, prendiamo la via facile per la Gitschenhoerelihütte per poi spostarci sulla testata del Chlitaler Firn e da li abbassarci sul ghiacciaio. Percorriamo la morena quasi piana che divide il Blüemlisalp Firn dal Chlitaler Firn fin quasi nei pressi della piramidina rossa dello Stelli, ma da qui vi sono solo dei salti di roccia verticali, torniamo un po' più indietro e finalmente riusciamo ad abbassarci su un pendio nevoso ed a raggiungere le tracce di salita.
Ora non ci resta che ripercorrere l'itinerario fatto stamane, il punto più problematico è la discesa del secondo risalto con la sua esposizione ed il fondo di sabbia e pietrisco, ci prendiamo il nostro tempo e lo discendiamo con cautela, visto che vi sono anche diversi tratti innevati ci teniamo la piccozza in mano, finalmente raggiungiamo il bivio Uri Rotstock - Gitschen, da qui l'esposizione è sempre notevole ma il fondo è meno sdrucciolevole per cui possiamo rilassarci un attimo. La portata dei torrenti degli impluvi che abbiamo attraversato stamane sembra più che triplicata e una doccia è assicurata, con questo caldo però la facciamo volentieri.
Finalmente la Musenalp: un bel succo di mele ce lo meritiamo! Poi il propietario fa salire a monte la funivia, ci accomodiamo e scendiamo. Fine della gita, siamo abbastanza stanchi ma decisamente soddisfatti.
La manifestazione a Seedorf non è ancora terminata così impieghiamo un'ora per raggiungere l'autostrada, ma va bene così.
Gran gita, fra le più belle che mi sia capitato di fare, una cima giustamente celebrata per il panorama che è veramente grandioso, da non trascurare la varietà eccezionale di specie botaniche che si incontrano durante la salita.
Da farsi con tempo stabile: la discesa verso la Musenalp è delicata e con il fondo bagnato direi poco consigliabile. Forse l'ideale sarebbe farla quando il pendio del secondo salto è ancora innevato: con piccozza e ramponi si salirebbe e scenderebbe molto più agevolmente.
Tourengänger:
paoloski

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