Pizzo Verde (1956 m) & Pizzo Croadino (2038 m) – Via di cresta
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Secondo il Brenna, il Pizzo Croadino ed il Pizzo Verde sono i pària delle montagne ticinesi; il Maestro si esprime infatti così a proposito delle due cime: “Modeste elevazioni situate sulla cresta di congiunzione tra il Pizzo Morisciöi ed il Poncione Piancascia. Si raggiungono mediante l’itin 1407 del Poncione Piancascia.”
L’itin. 1407 viene però presentato, mediante una certa contraddizione valutativa (EE, II+), così: “Dal Pizzo Morisciöi si raggiunge per cresta il Pizzo Croadino e il Pizzo Verde, in prossimità del quale si devono scalare dei tratti rocciosi (II+)”.
Mai come in questa occasione posso riaffermare la correttezza del detto “Der Weg ist das Ziel”: non è tanto la verde cima del Pizzo Verde a costituire un irrefrenabile richiamo per chi va per monti, quanto piuttosto la bellezza della via seguita per raggiungerlo.
Dunque, anche se queste cime non restituiscono un panorama paragonabile a quello dell’Adula, la fatica e la soddisfazione legata alla percorrenza di questa via li rendono mete di sicuro richiamo, anche se, probabilmente, solo per amatori.
Parto da Maggia, in quanto la salita da Coglio, più “naturale”, mi è già nota: ho infatti già raggiunto il Pizzo Morisciöi con partenza da quella località in data 11-11-11.
Devo però rinunciare a parcheggiare l’auto nei pressi della partenza del sentiero dei monti: non ci sono posti disponibili, quindi mi tocca scendere verso la cantonale e lasciare la macchina sul retro del Municipio.
Un altro motivo legato alla partenza da Maggia è la curiosità legata a quel versante della Valle del Salto: l’altro mi è noto per la salita al Pizzo Costisc (e non solo…); da questa parte non sono mai salito.
Da Maggia mi dirigo quindi verso la Cappella di Santa Maria della Pioda; passo poi sul ponte che valica l’orrido della Valle del Salto e, giunto di là, prendo a destra verso Braiaa.
Al bivio de La Doa salgo a sinistra (quindi di Valle del Salto ne percorrerò solo un pezzo…) e qui, complici indicazioni sentieristiche poco chiare, intraprendo una pascolata di non poco momento. Capisco poi che “La Doa non è Marena”, quindi, tornato sui miei passi, continuo la salita verso sinistra che mi porta a superare lo scoglio di Marena, fantastico balcone su Maggia e sull’omonima valle.
Da Marena taglio tutto il versante su sentiero (qui) ottimamente segnalato e raggiungo Tasmei.
Da Tasmei, via Setmeo e Alpe Morisciöi salgo alla prima vetta di giornata, il Pizzo Morisciöi, che è anche la più alta. Ora inizia la parte selvaggia del giro odierno.
La discesa dalla cresta NE del Pizzo Morisciöi è sì ripida, ma non presenta difficoltà particolari (T3, max. T4). Dalla bocchetta situata un centinaio di metri di dislivello più in basso risalgo verso la cima del Pizzo Croadino (2039 m).
Scendo poi nuovamente verso il P. 1968 e da qui, sempre senza grosse difficoltà risalgo verso il P. 2020, ben presidiato da un gregge di pecore marchiate in rosso.
Aggiro ora la discesa diretta dalla cima mediante uno spostamento sul versante W al termine del quale, in picchiata alla nuova bocchetta, c’è un primo passaggio interessante, in discesa (II), in cui gli appigli sono per lo più costituiti da zolle erbose e rododendri.
Rimango ora sul versante di Val della Sponda (qualcuno forse mi saprà spiegare come mai negli ultimi tempi, diciamo negli ultimi due anni, c’è stato un cambiamento sulla CN: la Val di Laor, che prima – correttamente a mio giudizio – scendeva dal Pizzo Verde verso Laor ed Antrona è stata spostata a destra sotto il Pizzo Costisc; la Val della Sponda ha preso il suo posto “migrando” dai pendii WSW del Costisc a quelli SSE del Pizzo Verde; inoltre, anche la quota del Pizzo Morisciöi ha subito una modifica, essendo stata alzata di un metro, da 2065 a 2066) e salgo al P. 2027, corno selvaggio ben profilato.
In discesa dal P. 2027 c’è uno dei due passaggi chiave di giornata, una disarrampicata qualificata II+ dal Brenna (magari in discesa la valutazione potrebbe anche essere un po’ stretta, ma lasciamo che la letteratura faccia il suo corso…). Sono 7-8 metri ben appigliati (in cui però è buona norma saggiare per quanto possibile la saldezza della roccia); verso la fine si può uscire a destra su ontanelli, risparmiando un paio di metri di adrenalina.
Da questo ennesimo intaglio risalgo verso la cima gemella, di pochi metri più bassa (diciamo intorno a 2021 m). Questa cima, avendo una vena verde che scende verso la Valle di Coglio, potrebbe secondo me essere anch’essa qualificata come Pizzo Verde, al posto del poco pronunciato panettone che si presenta più avanti sulla cresta (opinione del tutto personale, è ovvio; naturalmente ci saranno motivi “storici” e "geografici" per questo nome, a cui però il Brenna non accenna, forse perchè si tratta solo di "modeste elevazioni"...).
Scendo comunque i restanti 60 metri di dislivello (anche di più, visto che poi c’è ancora una lieve risalita) in fondo ai quali c’è un terzo passaggio impegnativo: anche qui la valutazione di II+ va un pochino stretta, ma ormai sono in ballo, e ballerò. Gli appigli ci sono, bisogna solo verificare che non siano “false friends”…
Dopo un ulteriore breve tratto di risalita sono finalmente sul Pizzo Verde, all’apice della Val della Sponda (che dovrebbe essere la Val di Laor, visto che sotto, persa tra i macigni, c’è Laor con i suoi splüi).
La discesa da questo versante (Laor, Antrona, Gramalena, Triep, Talpign etc.) sarebbe elegante e mi tenterebbe anche ma, non volendo buttarmi ancora di più nelle braccia dell’ignoto, e intendendo riprovare tutti i passaggi tecnici dell’andata (ma in salita), dopo una veloce birretta torno sui miei passi.
Ovviamente i tratti d’arrampicata sono ora più piacevoli, e la conoscenza della pregressa cresta mi permette quasi di dimezzare i tempi di percorrenza nonostante la progressione prevalente sia ora in salita. Arrivato sul Pizzo Morisciöi faccio la vera pausa di giornata (non molto lunga a dir la verità) e poi ripercorro a ritroso il sentiero dell’andata.
Arrivato a Maggia, un po’ per non voler disturbare dei bambini che giocano vicino alla fontanella che ben conosco, un po’ perché l’altra fontanella che altrettanto ben conosco è praticamente di strada (poco prima di Gordevio), prendo l’auto e mi sposto a Gordevio per il rito della birra finale. Verde, ovviamente, anche lei…
Tempi:
Maggia – Pizzo Morisciöi : 4 ore e 30’
Pizzo Morisciöi – Pizzo Croadino – Pizzo Verde: 1 ora e 50’
Pizzo Verde – Pizzo Croadino – Pizzo Morisciöi: 1 ora e 10’
Pizzo Morisciöi – Maggia: 3 ore e 15’

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