Pizzo Morisciöi (2065 m)
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Dato lo stato dell’innevamento attuale e la voglia di conoscere cime fuori dai “soliti” giri, la CNS, una carta che parla, mi propone il Pizzo Morisciöi da Coglio. Posso restare sordo al suo richiamo? Non direi proprio. Parto dalla piazzetta di Coglio situata tra la chiesa e il vecchio municipio. Salendo nel bosco tocco prima la località di Sert, poi il bel monte di Spin, poi Rovöira e successivamente Tasmei (molto ben tenuto!). Salendo verso le Selve, ad un bivio non segnalato prendo a sinistra. La scelta si rivelerà inesatta, visto che la traccia su prato ottimamente falciato comincia a perdere quota e lo fa costantemente e regolarmente (immagino sia una seconda variante “alta” per Curbazoi). Ritorno sui miei passi e dopo aver riguadagnato l’incrocio precedente, provvedo a segnalare la via corretta (quella che sale a destra) con un ometto. Da qui raggiungo Setmeo (1427 m) e successivamente, passando a fianco di una bella crestina, da dove faccio appena in tempo a vedere il Madom da Sgiòf, visto che la nebbia galoppa e sta per raggiungermi, arrivo all’Alpe Morisciöi (1838 m). Qui abbandono il sentiero e salgo per via diretta sulla pietraia che porta verso la cresta S del Pizzo Morisciöi. Raggiuntala, piego a sinistra sul tratto restante di cresta e su chiazze di neve in breve raggiungo la cima (2065 m). La visuale è nulla, ma non ne faccio un dramma, meglio la nebbia adesso in autunno che in piena estate, come sul Medel...
Qualche foto senza nebbia l'ho già scattata in salita, fortunatamente, quindi me ne ritorno di buon grado giù dalla ganna ed arrivato all’Alpe Morisciöi mangio qualcosa (in vetta, oltre alla visuale mancante, non c’è nemmeno un angolino sgombro dalla neve, almeno per appoggiare lo zaino).
Ritorno per la via di salita, con l’unica variante, non troppo consigliata, della discesa diretta su traccia segnata ma debole, tra Tasmei e Spin (senza passare a sinistra da Revöira).
Anche se il Pizzo Morisciöi non è “una cima importante”, anche se in vetta il panorama è mancato, anche se per tutto questo bisogna comunque sostenere 1700 m di dislivello, a me questa gita è piaciuta: il sapore dell’autunno, i camosci che sfuggono al minimo fruscio, le due aquile che si palesano al mio arrivo in cresta, l’indefinita sensazione di “fuori dal tempo” che solo la bruma autunnale sa dare, tutte queste cose hanno conferito un fascino particolare a questa giornata.
tempo totale: 7 ore (4 andata – 3 ritorno)

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