Generoso Wild - Tri Bocc o Casa dei Pagani.
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Mi piace il Generoso e mi piace in tutte le sue pieghe nascoste. Il versante ovest, da Mendrisio ad Arogno, è pieno di chicche da andare a scoprire. Mesi fa mi è capitato di vedere una relazione di
mong sulla Casa dei Pagani e mi sono fatto un nodo al fazzoletto. La relazione di
mong era fin troppo dettagliata nelle descrizioni e nelle foto (quasi 500 foto!!!) e si perdevano, a favore dell'aspetto poetico, alcuni dettagli pratici. Approfittando del meteo bruttino e della mezza giornata a disposizione sono andato a curiosare.
Premetto che si tratta di un percorso difficile (ho scritto T6 per scoraggiare ma non siamo lontani...), da montanari esperti. Avevo dietro una corda da 20m e in discesa è stata la mano di Dio... Il secco dell'ultimo periodo ha dato problemi di poca tenuta del terreno, vi è qualche problema di orientamento che cercherò di spiegare e, soprattutto, necessari piede fermo ed esperienza. Meglio essere in pochi per i sassi che volano.
Cosa sia la costruzione medioevale che siamo andati a cercare è ancora un mistero, anche per gli storici. Dopo averla vista sembra più un posto dove i briganti si rifugiavano dopo aver razziato che un posto dove venivano recluse le persone. Il libro di Valsecchi sul Generoso spiega alcune cose tra cui una descrizione di salita del Lavizzari che è preferibile leggere a "cose fatte". Il Valsecchi descrive il percorso da Somazza, raccontandolo come più pericoloso di quello dal basso. Forse ho capito dove si incontrano le due vie e lo mostro in una foto.
Partiamo: auto ai crotti di Mendrisio, posto splendido che non conoscevo e scaletta tra due case fino ad un cartello "strada alta" che non si capisce a cosa faccia riferimento. Quindi salita fino ad una rete paramassi per cercare il pilone 13, passarci a dx e salire dritti per cercare la via, assolutamente virtuale, descritta da una serie di tondini in acciaio conficcati nel terreno.
Frequentemente i tondini sono coperti da materiale di frana ma, seguendoli, il percorso diventa sempre più erto e in piedi fino a trovare il cosiddetto Tanun, grotta con muretto davanti. Appena a destra dovrebbe scendere la via da Somazza (visto cordino e sosta) ma non garantisco.
Dal Tanun il percorso diventa più alpinistico ma il terreno, paradossalmente migliora... Si arrampica qualcosa e aumenta l'esposizione, si seguono i tondini e si arriva alla corda fissa che precede di 10m l'imbocco della costruzione. La corda è in buono stato e ben fissata e ci siamo fidati, dentro c'è tanto spazio e tanta suggestione e una gamella per la raccolta delle firme con descrizione del Lavizzari. Si intuisce che la costruzione aveva un interno su tre piani e la vista è da i brividi. In discesa calate di 10m da un albero all'altro fino a miglioramento del terreno e discesa libera fino ai crotti.
Molto selvaggio e di soddisfazione....., con Giuseppe, valente e solido.


Premetto che si tratta di un percorso difficile (ho scritto T6 per scoraggiare ma non siamo lontani...), da montanari esperti. Avevo dietro una corda da 20m e in discesa è stata la mano di Dio... Il secco dell'ultimo periodo ha dato problemi di poca tenuta del terreno, vi è qualche problema di orientamento che cercherò di spiegare e, soprattutto, necessari piede fermo ed esperienza. Meglio essere in pochi per i sassi che volano.
Cosa sia la costruzione medioevale che siamo andati a cercare è ancora un mistero, anche per gli storici. Dopo averla vista sembra più un posto dove i briganti si rifugiavano dopo aver razziato che un posto dove venivano recluse le persone. Il libro di Valsecchi sul Generoso spiega alcune cose tra cui una descrizione di salita del Lavizzari che è preferibile leggere a "cose fatte". Il Valsecchi descrive il percorso da Somazza, raccontandolo come più pericoloso di quello dal basso. Forse ho capito dove si incontrano le due vie e lo mostro in una foto.
Partiamo: auto ai crotti di Mendrisio, posto splendido che non conoscevo e scaletta tra due case fino ad un cartello "strada alta" che non si capisce a cosa faccia riferimento. Quindi salita fino ad una rete paramassi per cercare il pilone 13, passarci a dx e salire dritti per cercare la via, assolutamente virtuale, descritta da una serie di tondini in acciaio conficcati nel terreno.
Frequentemente i tondini sono coperti da materiale di frana ma, seguendoli, il percorso diventa sempre più erto e in piedi fino a trovare il cosiddetto Tanun, grotta con muretto davanti. Appena a destra dovrebbe scendere la via da Somazza (visto cordino e sosta) ma non garantisco.
Dal Tanun il percorso diventa più alpinistico ma il terreno, paradossalmente migliora... Si arrampica qualcosa e aumenta l'esposizione, si seguono i tondini e si arriva alla corda fissa che precede di 10m l'imbocco della costruzione. La corda è in buono stato e ben fissata e ci siamo fidati, dentro c'è tanto spazio e tanta suggestione e una gamella per la raccolta delle firme con descrizione del Lavizzari. Si intuisce che la costruzione aveva un interno su tre piani e la vista è da i brividi. In discesa calate di 10m da un albero all'altro fino a miglioramento del terreno e discesa libera fino ai crotti.
Molto selvaggio e di soddisfazione....., con Giuseppe, valente e solido.
Tourengänger:
danicomo,
giuseppino


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Kommentare (23)