Al piazzale della Batteria per creste e canali (e scarp de tenis)
|
||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
"Il mio giro è questo" pensavo oggi pomeriggio alla Rasa mentre veloce salivo verso il passo Varrò.
Il giro che ho fatto decine di volte e che faccio a tutta birra quando ho poco tempo, che mi regala un buon allenamento e mi fa godere la montagna di casa in ogni stagione.
Questo pensavo, poi, arrivato al passo meravigliosamente innevato, ho messo gli occhi sulla cresta Pizzelle, proprio lì, a sinistra, bella immacolata e tutta da battere (credo di essere il primo questo inverno che la vìola). E allora l'ho percorsa la cresta, dapprima su neve dura e pendenze moderate, poi sfondando sino alle ginocchia su pendii molto ostili provando a dribblare la ramaglia sempre più densa e resa minacciosa dai recenti venti.
"E i piedi? Con i scarp de tenis?" Chiederai tu.
Non ti preoccupare, quelli erano già bagnati al parcheggio del cimitero, quando scendendo dall'auto, non mi sono accorto di una pozzanghera che sembrava il lago di Brinzio.
Comunque, alla fine delle ravanate (un passo avanti, due indietro, un moto di auto - incoraggiamento, tre parolacce), all'altezza delle roccette sommitali, ho goduto come una bestia, issato su un sasso e sospeso in un fantastico infinito circondato da boschi, pietre, laghi, monti e cielo.
C'ho preso gusto, sono sceso svelto su traccia ben battuta al valico Pizzelle e mi sono infilato sul sentiero E1 che sembrava una pista da fondo. Ma era troppo semplice e io oggi ero troppo carico e allora dopo un po', dove so io (di fronte a un pannello segnavia), ho girato a destra e via in falsopiano nel bosco, ogni passo un buco sino alle cosce. Poi le cose sono andate un po' meglio e la neve mi teneva abbastanza su e allora ho accelerato un pochino.
Però la deviazione che porta su a sinistra alla base della palestra di roccia non si vedeva mica con tutta quella neve e io sono andato a occhio e a un certo punto ho cominciato a risalire il bosco, tanto oltre le fronde si vedevano già le antenne della caserma. Ma non ho fatto conti con quel bosco inclinatissimo, innevatissimo e sfondosisissimo, cosicchè per risalire cento metri di dislivello c'è voluta un'eternità e tutto il glossario delle parolacce che conosco (pensate, non dette: di fiato non ce n'era più). Ho dovuto anche mettere giù le mani in modo da far par condicio con i piedi, ghiacciati da tempo.
E comunque alla base della palestra di roccia ci sono arrivato e ho scelto il primo canale disponibile che mi sa era anche il più difficile, anche se a vederlo sembrava una stupidata. "Eccheccivuole" mi sono detto "un piede qua, uno là". Ci vuole maggiore capacità di valutazione, ecco cosa ci vuole. Il canale è breve (30/50 m di dislivello) ma nelle condizioni odierne molto complicato: a metà le pendenze superano i cinquanta gradi su neve che non sostiene. Senza picca, ho dovuto spostarmi sulle insidiose rocce a destra dove avevo difficoltà a far presa perchè le mani (causa freddo) erano praticamente inutilizzabili e l'erba una mezza sentenza. A un certo passaggio ho dovuto smettere di pensar parolacce e cominciare a dire preghiere.
Comunque, alla fine son venuto fuori (meno male che nessuno ha visto la tragicommedia del momento), la traccia si è fatta battuta e in breve son saltato fuori prima allo sperone sopra la Palestra e poi al piazzale della Batteria dove mi sono ripreso un attimo.
Son dunque sceso su strada (avevo una gran voglia di asfalto), sino al Grand Hotel e da lì, con il sentiero E1 son tornato al valico Pizzelle dove ho voltato a destra e son corso al Sacro Monte.
Dal ristorante "Il Ceppo", sul solito sentiero, ormai privo di neve, in venti minuti sono arrivato alla Rasa e all'automobile che mi aspettava preoccupata da tre e ore e mezzo.
Cresta Pizzelle: T3, non esposta e non pericolosa, sebbene con neve, dunque all'occhio.
Canale alla palestra di roccia (vergine): T4, basta poco per fare un ruzzolone di 50 metri!!
Andatura lenta, soprattutto nei sopracitati luoghi, una ventina di minuti di pause totali.
Sviluppo: 9 km circa; SE: 15 km circa.
Il giro che ho fatto decine di volte e che faccio a tutta birra quando ho poco tempo, che mi regala un buon allenamento e mi fa godere la montagna di casa in ogni stagione.
Questo pensavo, poi, arrivato al passo meravigliosamente innevato, ho messo gli occhi sulla cresta Pizzelle, proprio lì, a sinistra, bella immacolata e tutta da battere (credo di essere il primo questo inverno che la vìola). E allora l'ho percorsa la cresta, dapprima su neve dura e pendenze moderate, poi sfondando sino alle ginocchia su pendii molto ostili provando a dribblare la ramaglia sempre più densa e resa minacciosa dai recenti venti.
"E i piedi? Con i scarp de tenis?" Chiederai tu.
Non ti preoccupare, quelli erano già bagnati al parcheggio del cimitero, quando scendendo dall'auto, non mi sono accorto di una pozzanghera che sembrava il lago di Brinzio.
Comunque, alla fine delle ravanate (un passo avanti, due indietro, un moto di auto - incoraggiamento, tre parolacce), all'altezza delle roccette sommitali, ho goduto come una bestia, issato su un sasso e sospeso in un fantastico infinito circondato da boschi, pietre, laghi, monti e cielo.
C'ho preso gusto, sono sceso svelto su traccia ben battuta al valico Pizzelle e mi sono infilato sul sentiero E1 che sembrava una pista da fondo. Ma era troppo semplice e io oggi ero troppo carico e allora dopo un po', dove so io (di fronte a un pannello segnavia), ho girato a destra e via in falsopiano nel bosco, ogni passo un buco sino alle cosce. Poi le cose sono andate un po' meglio e la neve mi teneva abbastanza su e allora ho accelerato un pochino.
Però la deviazione che porta su a sinistra alla base della palestra di roccia non si vedeva mica con tutta quella neve e io sono andato a occhio e a un certo punto ho cominciato a risalire il bosco, tanto oltre le fronde si vedevano già le antenne della caserma. Ma non ho fatto conti con quel bosco inclinatissimo, innevatissimo e sfondosisissimo, cosicchè per risalire cento metri di dislivello c'è voluta un'eternità e tutto il glossario delle parolacce che conosco (pensate, non dette: di fiato non ce n'era più). Ho dovuto anche mettere giù le mani in modo da far par condicio con i piedi, ghiacciati da tempo.
E comunque alla base della palestra di roccia ci sono arrivato e ho scelto il primo canale disponibile che mi sa era anche il più difficile, anche se a vederlo sembrava una stupidata. "Eccheccivuole" mi sono detto "un piede qua, uno là". Ci vuole maggiore capacità di valutazione, ecco cosa ci vuole. Il canale è breve (30/50 m di dislivello) ma nelle condizioni odierne molto complicato: a metà le pendenze superano i cinquanta gradi su neve che non sostiene. Senza picca, ho dovuto spostarmi sulle insidiose rocce a destra dove avevo difficoltà a far presa perchè le mani (causa freddo) erano praticamente inutilizzabili e l'erba una mezza sentenza. A un certo passaggio ho dovuto smettere di pensar parolacce e cominciare a dire preghiere.
Comunque, alla fine son venuto fuori (meno male che nessuno ha visto la tragicommedia del momento), la traccia si è fatta battuta e in breve son saltato fuori prima allo sperone sopra la Palestra e poi al piazzale della Batteria dove mi sono ripreso un attimo.
Son dunque sceso su strada (avevo una gran voglia di asfalto), sino al Grand Hotel e da lì, con il sentiero E1 son tornato al valico Pizzelle dove ho voltato a destra e son corso al Sacro Monte.
Dal ristorante "Il Ceppo", sul solito sentiero, ormai privo di neve, in venti minuti sono arrivato alla Rasa e all'automobile che mi aspettava preoccupata da tre e ore e mezzo.
Cresta Pizzelle: T3, non esposta e non pericolosa, sebbene con neve, dunque all'occhio.
Canale alla palestra di roccia (vergine): T4, basta poco per fare un ruzzolone di 50 metri!!
Andatura lenta, soprattutto nei sopracitati luoghi, una ventina di minuti di pause totali.
Sviluppo: 9 km circa; SE: 15 km circa.
Tourengänger:
rochi

Communities: Hikr in italiano, Montagne di Casa
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (6)