Trentapassi nel Cunicolo e faccio anche il Vignole! Sei cime nell'Alto Sebino.
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Ero andato in “fissa” con sta Punta Cunicolo…
Il tempo è bello, solo un po’ di foschia, e per questo giro infrasettimanale doveva essere presente anche il buon Mauro C., ma purtroppo , un guaio fisico ha obbligato il sommelier de’ noantri ad un riposo forzato. Visto, appunto, che la Punta Cunicolo mi stava tarlando il cervello, mi fiondo a testa bassa nell’Alto Sebino!
Scartata l’ipotesi di salire alla Punta partendo da Marone ( c’è da ravanare un po’ e io non ho molto tempo a disposizione), il sentiero che parte da Cusato, mi sembra il giusto compromesso tra la difficoltà della salita, e la sua fattibile realizzazione. Dal parcheggio seguo le indicazioni per il M. Vignole, cammino per una decina di minuti calpestando il ripido sentiero bitumato, poi, giunto ad un bivio con palina, tengo la sinistra e proseguo per il M.Vignole sul sentiero sterrato 229 (EE). Arrivato in pochi minuti a Cà Pent, trovo un piccolo cartello che mi obbliga a proseguire sulla destra, il sentiero diventa una traccia e da qua in poi faccio attenzione a non perdere la rara bollatura ormai sbiadita; prima seguo un paio di bacchette di ferro colorate piantate a terra , poi, una volta immessomi nel boschetto di agrifoglie, controllo la mefistofelica bollatura, posta una volta sui rami, ed una volta sulle roccette. Questo è l’unico tratto di sentiero ove non bisogna avere fretta, controllate bene i flebili segnali, e vi troverete ripidamente d’incanto sul Forcellino del Gadol già visibile da Cà Pent.
Dal Forcellino ora è tutto più chiaro e, seguendo le indicazioni poste sulla palina, prendo il sentiero 264 direzione Punta Cunicolo… impossibile sbagliare.
Convinto di non trovare neve, sino ad ora era tutto bello “pulito”, proprio mentre con fatica mi aggrappo alle roccette risalendo il sentiero, il manto bianco si materializza e tutto si fa più complicato… è uno stretto crinale a tratti esposto, e alcuni passaggi, mi obbligano a calpestare punti dove un errore potrebbe risultare fatale.
Questo è stato l’unico momento difficile della giornata, perché spesso ho dovuto tastare la consistenza della neve che al momento del mio passaggio era “farinosamente compatta” ancorchè scivolosa, ed in più c’è il mio fidato Olmo da tenere sotto controllo… non vi nascondo che in alcuni momenti avrei voluto mollare questa mia “prima” sul Cunicolo; è incredibile come in questo momento io mi preoccupi più del mio cane che di me stesso... Olmo da esperto climber, si inerpica senza timore sino a giungere in vetta, io per non essere da meno, raggiungo il mio "bocia" sull’agognata meta. 0:15 dal Forcellino.
La visuale, se la foschia non la facesse da padrona, è da spettacolo assoluto… un balcone privilegiato che si affaccia sul lago, e più in generale, la visuale che si gode da questa cima, è a 360° con vista sulle vette più importanti del circondario; il quid, sta nell’assoluta mancanza di traffico escursionistico. Ok, tutto bello, ma si deve scendere alla svelta prima che la neve perda di consistenza, in più devo recuperare lo zaino che ho lasciato vicino al Forcellino… senza peso aggiuntivo la salita è stata più sicura ed agevole.
Dopo una breve pausa, dal Forcellino ho seguito le indicazioni per il M. Vignole (229), e dopo un primo ripido strappo (foto 3), mi sono portato sulla cresta che mi ha accompagnato prima sul Vignole, e poi sul Dosso Tondo; dal Dosso, con l’ennesima cresta aerea, sono giunto al Forcellino di Cogoreto dove poi, ho deciso di fare anche le due ultime cime di giornata… l’anticima e la Corna Trentapassi, mete non preventivate al momento della partenza. Anche sulla Corna, oggi silenzio tombale, tutta la gente che pullulava intorno alla croce, se ne è andata prima che io arrivassi, non mi resta che godermi lo spettacolo. Pranzo sotto un bel sole cocente e poi via… si ritorna all’auto prendendo al Forcellino di Cogoreto, l’evidente sentiero con bollatura rossa che mi porterà a Zone (Cusato). L’anello è chiuso.
Nota 1: Bel giro ad anello in un ambiente di media montagna, un giro molto appagante ma non privo di alcune difficoltà. La lunghezza e il dislivello sono alla portata di molti, ma alcuni passaggi in cresta, soprattutto verso la Punta Cunicolo, non sono da sottovalutare assolutamente, in più oggi la neve, ha reso ancora più tosta questa prima cima. Dalla Punta ho visto il sentiero che sale da Marone… bene ho fatto a non affrontarlo, la parte più ombreggiata della salita, era fortemente esposta e innevata. Con la primavera, tenterò la salita alla P. Cunicolo partendo da Marone. P.S. Scusate le foto poco nitide, ho lasciato a casa la macchina fotografica... solo lo smrtphone ha potuto porre rimedio.
Nota 2 : Cose a caso e dilemmi della vita:
Futurismo: Lotito si è ritirato in un convento di Cappuccini ed ha preso il nome di Frà Modestino… nel frattempo, ha già dichiarato che vuole diventare Papa!
Fashion: I Dieci Comandamenti sono stati incisi su una tavola in marmo di Carrara?
Miracolo a Liverpool: Finalmente ha segnato Balotelli! Adesso aspettiamo la resurrezione di John Lennon e dei Beatles!
Così disse “Quelo”: Se è tele…Norba, la guarda… l’orba, diventi… torba!
Politica: Emilio Fede ha fondato un movimento d’opinione. Che idea vi siete fatti?
Rettifico: Emilio Fede è “fatto”… e non è un’opinione!
Nota 3: In onore di questa nuova cima, ho chiesto al poeta Eric de Flatulance se poteva scrivermi un’ode… essendo un grande artista, ha lasciato questo scritto in calce:
CIMA.
Con questa nuova impresa batto la mia rima,
lo faccio con orgoglio e non per anteprima,
e guardando il sole alto mi adatto al microclima.
Ma Cima,
il sangue che schiarisce è solo per l’enzima,
il grumo che si forma c’era già da prima,
e il botto che io sento è quello d’Hiroshima.
Ma Cima,
mi allungo con la schiena e soffro di ependima,
saltando le roccette mi viene anche la grima,
ma non mi tiro indietro e alzo l’autostima.
Mi tolgo gli scarponi, telefono a Karima… col cazzo che stanotte, io ritorno in Cima!
A La Prochaine! Menek und Olmo!
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