Un Dosso Tondo fra Trentapassi e Cunicolo.
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In questo ultimo periodo sto girando in lungo e in largo, battendo zone a due passi da casa, si scoprono bei posti, tutti da guadagnare con salite articolate; poi invece, capita di fare giri già stra noti e relazionati, ma la sostanza non cambia, è sempre un piacere ritornarci.
Lungo questa ascensione ho conosciuto due giovani ragazze veronesi, di Bussolengo, quindi dirimpettaie di Alex
Amadeus, due giovani atlete. Una pallavolista, la più giovane, l'altra, atleta in un albergo gardesano... non "a ore", sia chiaro.
Queste due fanciulle hanno "galloni" da gemelle Kessler e camminano spedite, io invece, con le mie leve alla Magalli,arranco, ma non mi do per vinto. Inseguo il futuro che mi sfugge.
Al Forcellino del Zuf il gruppo, il peloton, è ancora compatto, manca il penultimo strappo che porta all'Anticima Est del Trentapassi; sul viso delle Gazzelle noto una piccola smorfia di dolore o di fatica... è il momento. Accelero, allungo il passo, diciamo che passo, sull'allungo stendo un velo pietoso, dietro di me si crea il vuoto, le Kessler ora non volteggiano più come prima, flettono solo, e si confondono con gli Ontanelli che alimentano il bosco sottostante.
Sono sull'Anticima, le mie "socie" sono distanti cento metri, dietro di loro altra gente insegue il sottoscritto, gente con cani che abbaiano ad altri cani e che mordono cani. Alla Fiera dell'Est per due soldi un topolino mio padre comprò...
Sull'Anticima mi fermo giusto il tempo di un respiro, poi riparto, ho sempre odiato essere un "cavaliere", è un atteggiamento borghese che svilisce il genere femminile. Vogliono ora tenere il mio passo? Mi seguano!
Perdo un po di quota e poi risalgo, per l'ultimissimo strappo che porta sul Trentapassi, mia seconda o terza casa a "IMU zero"; arrivo in cima, con un signore che mi accoglie con la stessa simpatia di Fassino, ma quando si sveglia bene, diciamolo. Il tipo mi ha sempre tenuto "nel mirino", io guardavo lui dall'Anticima e lui guardava me dal Trentapassi. Ha sempre tenuto d'occhio il mio trotterellare spedito...
Ho vinto qualcosa? Gli dico per ridere. Una medaglia, mi dice, ma le medaglie le vendono anche alle fiere. Merda, chissà se ha altre battute in serbo... Ma scoprirò dopo che centellina le parole; sembra il figlio di un alambicco.
Dal Trentapassi oggi la vista è stupefacente, il Lago ha mille colori e sfumature, mentre verso la Vallecamonica il binario oculare trova il suo punto d'incontro sull'Adamello. Le ragazze stanno arrivando, nel frattempo io ho già sgranocchiato qualcosa di veloce, ho il singhiozzo, faccio un rutto. Alla faccia dell'alambicco fassinizzato.
Stavolta aspetto le ragazze, mangiano veloci anche loro perchè vogliono visitare il Lago. Mi chiedono lumi su altri sentieri alternativi alla salita. Seguitemi, gli dico io, ma ora niente galoppo.
Scendiamo più o meno veloci, la più giovane delle due non ha molta esperienza di montagna. Siamo di nuovo al Zuf, e da qua ora facciamo la crestina che porta al Dosso Tondo. Nulla di difficile, ma comunque attenzione.
Via! Tempo quattro passi, meno dei Trenta, e la più giovane è distesa sulla roccia, ma non a prendere sole. E' caduta. Minchia! Qua adesso serve una gru per tirare in piedi Paola Egonu... Nulla di grave per fortuna.
Prima del Dosso Tondo le ragazze prendono la deviazione per Cusato, ci salutiamo, vorrei battere un "cinque alto", come fanno le pallavoliste, ma la mia mano per alto che vada arriverebbe si e no ai loro seni. Non mi sembra il caso... Buona vita ragazze, e alla prossima.
Io proseguo, passo il Dosso Tondo e poi il Vignole. Proseguo in cresta e scendo con attenzione al Forcellino del Gadol; poi con altrettanta attenzione comincio la mia salita al, o nel Cunicolo. La traccia è stata di recente ribollata, e, qualche anima bella, ha piazzato un paio di corde fisse nei due punti più esposti. Ottimo a sapersi e divulgo.
Sono sul Cunicolo, io il Cunicolo ce l'ho dentro, nel senso che mi piace il posto. Nooo, cialtroni, non quel posto... che palle! Nooo, azz, volevo dire... ma vaffanculo, non trovo le parole. Sto Cunicolo...
Ammiro il Lago, con i suoi giochi di luce, mangio un frutto poi scendo di nuovo al Forcellino. Da qua con passo spedito seguo le indicazioni per Cusato, faccio alcune foto ai fiori, poi eccomi di nuovo al parcheggio. Ragazze, dove siete? E il "cinque alto"??? Vabbè, sarà per la prossima...
Nota 1): Ricordi. Eric...
CIMA.
Con questa nuova impresa batto la mia rima,
lo faccio con orgoglio e non per anteprima,
guardando il sole alto mi adatto al microclima.
Cima,
il sangue che schiarisce è solo per l’enzima,
il grumo che si forma c’era già da prima,
e il botto che io sento è quello d’Hiroshima.
Cima,
mi allungo con la schiena e soffro di ependima,
sù e giù per le roccette mi viene anche la grima,
ma non mi tiro indietro e alzo l’autostima.
Mi tolgo gli scarponi, telefono a Karima… col cazzo che stanotte io ritorno in Cima!
A' la prochaine! Menek lo stolto.
Lungo questa ascensione ho conosciuto due giovani ragazze veronesi, di Bussolengo, quindi dirimpettaie di Alex

Queste due fanciulle hanno "galloni" da gemelle Kessler e camminano spedite, io invece, con le mie leve alla Magalli,arranco, ma non mi do per vinto. Inseguo il futuro che mi sfugge.
Al Forcellino del Zuf il gruppo, il peloton, è ancora compatto, manca il penultimo strappo che porta all'Anticima Est del Trentapassi; sul viso delle Gazzelle noto una piccola smorfia di dolore o di fatica... è il momento. Accelero, allungo il passo, diciamo che passo, sull'allungo stendo un velo pietoso, dietro di me si crea il vuoto, le Kessler ora non volteggiano più come prima, flettono solo, e si confondono con gli Ontanelli che alimentano il bosco sottostante.
Sono sull'Anticima, le mie "socie" sono distanti cento metri, dietro di loro altra gente insegue il sottoscritto, gente con cani che abbaiano ad altri cani e che mordono cani. Alla Fiera dell'Est per due soldi un topolino mio padre comprò...
Sull'Anticima mi fermo giusto il tempo di un respiro, poi riparto, ho sempre odiato essere un "cavaliere", è un atteggiamento borghese che svilisce il genere femminile. Vogliono ora tenere il mio passo? Mi seguano!
Perdo un po di quota e poi risalgo, per l'ultimissimo strappo che porta sul Trentapassi, mia seconda o terza casa a "IMU zero"; arrivo in cima, con un signore che mi accoglie con la stessa simpatia di Fassino, ma quando si sveglia bene, diciamolo. Il tipo mi ha sempre tenuto "nel mirino", io guardavo lui dall'Anticima e lui guardava me dal Trentapassi. Ha sempre tenuto d'occhio il mio trotterellare spedito...
Ho vinto qualcosa? Gli dico per ridere. Una medaglia, mi dice, ma le medaglie le vendono anche alle fiere. Merda, chissà se ha altre battute in serbo... Ma scoprirò dopo che centellina le parole; sembra il figlio di un alambicco.
Dal Trentapassi oggi la vista è stupefacente, il Lago ha mille colori e sfumature, mentre verso la Vallecamonica il binario oculare trova il suo punto d'incontro sull'Adamello. Le ragazze stanno arrivando, nel frattempo io ho già sgranocchiato qualcosa di veloce, ho il singhiozzo, faccio un rutto. Alla faccia dell'alambicco fassinizzato.
Stavolta aspetto le ragazze, mangiano veloci anche loro perchè vogliono visitare il Lago. Mi chiedono lumi su altri sentieri alternativi alla salita. Seguitemi, gli dico io, ma ora niente galoppo.
Scendiamo più o meno veloci, la più giovane delle due non ha molta esperienza di montagna. Siamo di nuovo al Zuf, e da qua ora facciamo la crestina che porta al Dosso Tondo. Nulla di difficile, ma comunque attenzione.
Via! Tempo quattro passi, meno dei Trenta, e la più giovane è distesa sulla roccia, ma non a prendere sole. E' caduta. Minchia! Qua adesso serve una gru per tirare in piedi Paola Egonu... Nulla di grave per fortuna.
Prima del Dosso Tondo le ragazze prendono la deviazione per Cusato, ci salutiamo, vorrei battere un "cinque alto", come fanno le pallavoliste, ma la mia mano per alto che vada arriverebbe si e no ai loro seni. Non mi sembra il caso... Buona vita ragazze, e alla prossima.
Io proseguo, passo il Dosso Tondo e poi il Vignole. Proseguo in cresta e scendo con attenzione al Forcellino del Gadol; poi con altrettanta attenzione comincio la mia salita al, o nel Cunicolo. La traccia è stata di recente ribollata, e, qualche anima bella, ha piazzato un paio di corde fisse nei due punti più esposti. Ottimo a sapersi e divulgo.
Sono sul Cunicolo, io il Cunicolo ce l'ho dentro, nel senso che mi piace il posto. Nooo, cialtroni, non quel posto... che palle! Nooo, azz, volevo dire... ma vaffanculo, non trovo le parole. Sto Cunicolo...
Ammiro il Lago, con i suoi giochi di luce, mangio un frutto poi scendo di nuovo al Forcellino. Da qua con passo spedito seguo le indicazioni per Cusato, faccio alcune foto ai fiori, poi eccomi di nuovo al parcheggio. Ragazze, dove siete? E il "cinque alto"??? Vabbè, sarà per la prossima...
Nota 1): Ricordi. Eric...
CIMA.
Con questa nuova impresa batto la mia rima,
lo faccio con orgoglio e non per anteprima,
guardando il sole alto mi adatto al microclima.
Cima,
il sangue che schiarisce è solo per l’enzima,
il grumo che si forma c’era già da prima,
e il botto che io sento è quello d’Hiroshima.
Cima,
mi allungo con la schiena e soffro di ependima,
sù e giù per le roccette mi viene anche la grima,
ma non mi tiro indietro e alzo l’autostima.
Mi tolgo gli scarponi, telefono a Karima… col cazzo che stanotte io ritorno in Cima!
A' la prochaine! Menek lo stolto.
Tourengänger:
Menek

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