Pizzo Ruscada (2004 m), diretta da Sud


Published by tapio , 12 January 2015, 10h17.

Region: World » Switzerland » Tessin » Locarnese
Date of the hike:10 January 2015
Hiking grading: T6+ - Difficult High-level Alpine hike
Mountaineering grading: PD+
Climbing grading: II (UIAA Grading System)
Waypoints:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo Ruscada 
Time: 6:30
Height gain: 1200 m 3936 ft.
Height loss: 1200 m 3936 ft.
Route:10 km. Dettaglio: Costa (872 m) – Ör da Costa (981 m) – Sertoo (1030 m) – direttissima sud – Castello (P. 1662 m) – Pizzo Ruscada (2004 m) – Cappellone (1879 m) – Corte Nuovo (1635 m) – I Coll (1527 m) – Vignal (1149 m) – guado Ri di Mulitt – guado Ri di Borgnone – Ör da Costa (981 m) – Costa (872 m)
Access to start point:Cannobio – Brissago – Losone – Golino – Intragna – Centovalli – Borgnone – Costa; alternativamente (al ritorno): Costa – Borgnone – Camedo – Val Vigezzo – Re – Malesco – Valle Cannobina - Cannobio
Maps:map.geo.admin.ch

Non è mio costume aumentare artificiosamente le difficoltà di una gita, quindi non lo farò nemmeno in questo caso. Devo però premettere che la diretta da sud al Pizzo Ruscada è senz’altro una delle salite più difficili ed impegnative che abbia mai fatto. Nessun tremila ticinese – dalla via normale – impegna così tanto. Certo, l’ambiente severo, la salita senza traccia, il non sapere mai se ci trova nel punto giusto né come si potrà avanzare influiscono su queste mie valutazioni. Il fatto stesso che la via non sia citata dal Brenna può già far pensare. Comunque siamo al limite dall’usare materiale d’assicurazione e, dovessi ripetere la cosa, senz’altro apporterei due varianti: ci andrei con qualcuno, possibilmente alpinista esperto, e porterei il predetto materiale, oltre magari anche ad un altimetro. Fatta così come l’ho fatta, non la ripeterei. Anche perché ritrovare esattamente tutti i passaggi percorsi, già questo sarebbe una bella impresa. Ritengo quindi che la presente relazione possa avere forse una qualche utilità solo in termini generali, ma sul campo ogni singolo metro va poi provato e testato con spirito d’avventura. Diciamo inoltre che ciò che mi ha fatto procedere ed arrivare in vetta senza ripensamenti è stata l’esistenza di un’altra via (parecchie, anzi) per la discesa: da dove sono passato all’andata, non mi sarebbe mai venuto in mente di scendere.

Il percorso dovrebbe ricalcare (ed in parte lo fa) quello di questa salita di Zaza (la relazione contiene anche un link esterno in lingua italiana). Ma poi bisogna metterci del proprio (e non poco…).

Vediamo di ricostruire quanto fatto… Dunque, da Costa salgo su bella traccia a Ör ed ignorando i cartelli ufficiali per il Pizzo, che mandano a destra, proseguo diritto e giungo a Sertoo. Alle spalle dell’ultima cascina entro nel bosco dove, con mia grande sorpresa, trovo dei bolli rossi sugli alberi che, quantomeno, indirizzano la prima parte del percorso.

Terminati i bolli salgo diretto sulla dorsale, senza inoltrarmi verso W. Qui cominciano i problemi. Per evitare delle emergenze rocciose sulla sinistra, mi infilo in un canalino ripido, anzi ripidissimo (la  ricostruzione “a spanne” ex post dirà circa 65°), completamente ricoperto da fogliame e, da metà in su, senza appigli. Per passare in (relativa) sicurezza devo ricorrere alla piccozza, che poi – salvo per i tratti d’arrampicata – non abbandonerò più. Poco prima dell’uscita, ancora più ripida del resto del canale, mi arrampico sulle rocce a sinistra e, più agevolmente, giungo in cima al canale.

Continuo ora brevemente verso N, ma ben presto, uscendo su bosco più rado (e su paglia), devo piegare a destra (est) ed abbassarmi leggermente per aggirare delle rocce verticali proprio sopra di me.

Dopo questa variante, finalmente, trovo qualche segno di umano passaggio: piccoli noccioli tagliati con falcetto mi infondono qualche speranza circa la correttezza della via. La piccozza continua a sostituire i bastoni, a causa della ripidità del pendio, ma ora la dorsale si fa via via più amena, con anche degli abeti bianchi ad ingentilire l’ambiente, ed anche una qualche parvenza di traccia (forse passaggi di animali). Sono sui prati di Castello.

Più su affiorano le prime placche, che supero senza problema. Poi, sempre rimanendo sul filo di cresta, mi avvicino al passaggio chiave, una placca ripida, inclinata e prolungata. Inizialmente la affronto sul filo; poi quando questa impenna preferisco cercare di aggirarla (forse sarebbe stato meglio forzare il passaggio sulla placca) su una cengetta a destra. La cengia è stretta, ci passo a malapena, e alla sua destra c’è un cospicuo salto di roccia; al termine la cengia finisce nel nulla. O meglio, ci sarebbe un passaggio aereo con soli appigli per le mani e nessun appoggio per i piedi (terreno strapiombante): ma lo giudico troppo rischioso. Torno quindi indietro con passo felino acquattato e a metà cengia provo a salire la placca sul suo fianco. Gli appigli ci sono, ma sotto c’è il vuoto. Salgo comunque e riguadagno il filo di cresta; poi lo percorro per un po’ tra placche e ginepri. Dopo qualche passo ed una breve disarrampicata (II) ritrovo – momentaneamente – un terreno più tranquillo (ma sempre molto ripido).

Aggiro ora altre rocce a destra, sulla paglia, rimanendo sempre vicino alla parete. Ad una sella ritorno brevemente sul filo per poi passare a sinistra (W). In questo modo evito il passaggio diretto su una serie di grossi blocchi. Riprendo nuovamente il filo, che devo però ben presto abbandonare per passare ancora a W su rododendri, ontani e neve.

Dei camosci sopra di me, fortunatamente ancora più a ovest, fanno partire una scarica di sassi che mi intimorisce non poco. Fortunatamente sono fuori traiettoria. Dopo aver toccato nuovamente il filo di cresta (ed essermi reso conto che sul fianco destro il salto è di decine e decine di metri), con un ultima uscita a sinistra arrivo finalmente davanti all’erta finale.

Ripidissima anch’essa, ma senza più salti: solo ginepri e qualche facile placchetta. Ci sono anche delle tracce di animali (camosci, verosimilmente): in ogni caso salgo con sempre maggiore fiducia ed arrivo così a toccare l’uomo di vetta del Pizzo Ruscada, mai così sudato come oggi. La parte finale dell’it.134 del Brenna (dalla quota 1662 m in poi) coincide con questo itinerario (almeno credo).

Il caldo, che si era fatto sentire in salita, sulla vetta svanisce e così, durante la pausa e nel primo tratto della discesa dalla normale, mi copro.

Mi dirigo a N, verso Cappellone, su neve abbastanza molle. Da qui piego poi, sempre sul sentiero ufficiale, verso SE, perdendo anche brevemente la traccia, a causa dell’innevamento. Poco prima di ritornare sulla cresta E del Pizzo Ruscada, la recupero, e senza ulteriori fuoriprogramma arrivo a Corte Nuovo, dove terminano i passaggi su neve (ed il caldo ricomincia a farsi sentire).

Da qui prendo il sentiero marcato - ma non indicato dai cartelli - che, attraverso I Coll e Vignal, una risalita subito dopo il Ri di Mulitt, e varcando infine il Ri di Borgnone in secca, mi conduce a Ör di Costa.

Qui passo a salutare micaela alla sua cascina e tra una birra e due chiacchiere giunge anche il momento del rientro all’auto a Costa.

Come detto: ambiente selvaggio di prim’ordine, adrenalina, natura incontaminata all’ennesima potenza e, ciliegina finale, tranquillo e defatigante dopo-gita con la spontanea ospitalità di Micaela. Tutto ottimo: però la prossima volta vado a fare il giro del Ritóm…

 

Tempi:

Costa – Pizzo Ruscada (via diretta da sud): 4 ore

Pizzo Ruscada – Costa (via Cappellone, Corte Nuovo e Vignal) : 2 h 30’
 


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Comments (26)


Post a comment

itineralp says:
Sent 12 January 2015, 11h27
Ciao Tapio
ero salito con Zaza per questo percorso, e da quanto ho capito credo che tu abbia "raddrizzato" ancora di più il nostro itinerario: le placche di cresta le avevamo aggirate abbassandoci di ca 20m sul fianco orientale.
Complimenti quindi!

tapio says: RE:
Sent 12 January 2015, 11h47
Ciao Corrado,
ho cercato di seguire la tua relazione (e quella di Zaza), ma su questo tipo di terreno (e senza altimetro) non è facile interpretare correttamente tutti i passaggi. Per cui, il fatto di aver "raddrizzato" il vostro itinerario è stato del tutto involontario. Adesso rileggendo le tue parole capisco che avrei potuto evitare quel passaggio delicato: ma questo è "il senno di poi"...
Complimenti a voi per aver indicato la via!

Ciao, Fabio

Amedeo says:
Sent 12 January 2015, 12h42
Complimenti e saluti a Micaela.
Preferirei leggerti che fai certe cose in due ma capisco......non sempre è possibile.
A presto
Ciao
Amedeo

tapio says: RE:
Sent 12 January 2015, 14h04
Diciamo che dalle informazioni che avevo, questa salita me l'aspettavo difficile ma meno complicata. Comunque sì, quando possibile, è meglio essere in due...
Ciao, a presto, Fabio

Zaza says:
Sent 12 January 2015, 17h34
Ciao Fabio

Ovviamente hai trovato una variante più pepata dalla nostra ;-) Se mi ricordo bene, noi siamo rimasti per un dislivello di alcuni 50 metri sulla cresta rocciosa, poi abbiamo trovato delle difficoltà e siamo tornati per aggirare questa parte della cresta.

Ci sono ancora alcuni giri da fare in questo versante sud, sempre interessanti: clic

Ciao, Manuel

tapio says: RE:
Sent 12 January 2015, 18h09
Ciao Manuel, che piacere risentirti!

La variante pepata non era mia intenzione: credevo che in quel punto non ci fossero alternative, per questo ho proseguito sulla cresta.

Riguardo a tutti i giri che mi hai segnalato, sono uno più bello dell'altro: con calma, ma con grande interesse, provvederò ad approfondire le conoscenza di questo stupendo versante sud del Pizzo Ruscada.

Ciao, Fabio

micaela says:
Sent 12 January 2015, 18h22
Non ho parole per l' Ardito...
Questo solo, pur sapendoti schivo e modesto, mi viene spontaneo: Ti ammiro. Molto.
Ciao, Micaela

tapio says: RE:
Sent 12 January 2015, 20h12
Immagino ti riferisca sempre agli arditi dell'aria... Per il resto non posso che dirti grazie, e molto, per la tua accoglienza e per quelle note che ancora risuonano sulla muraglia nord del Gridone e che continuano ad echeggiare con la montagna dirimpettaia.
Ciao, Fabio

micaela says: RE:
Sent 12 January 2015, 20h27
"Ardito" è per te, Fabio. L' aggettivo, molto bello, mi è venuto spontaneo leggendo delle tue Rocce del Gridone...

tapio says: RE:
Sent 12 January 2015, 20h30
Sì, è davvero molto bello, ma credo si confaccia molto più a "quegli" arditi...

Sent 12 January 2015, 19h15
Non posso che farti per l'ennesima volta i complimenti!!!!!Nella nostra piccola esplorazione,ci eravamo subito accorti della "complessità" del versante SUD del Ruscada.Ci si muove su terreno "infido" cosparso di paglia placche e (per fortuna alberelli)senza capire mai bene dove ci si trova!!!!Naturalmente la nostra è stata una scampagnata in confronto alla tua,ma ci ha reso perfettamente l'idea con che tipo di ambiente ci si confronta!!!Per cui se avevamo una mezza idea di salirlo da quella via,adesso possiamo scordarcelo!!! Grande!!!!Ciao ALE

tapio says: RE:
Sent 12 January 2015, 20h19
Grazie mille, Ale! Come sicuramente avrai capito, lo stimolo per andare ad esplorare questa via me lo hai dato tu con il tuo commento ed il link che avevi apposto. Avendo già salito il Ruscada in passato con un itinerario molto più semplice, avevo una vaga idea della conformazione del terreno; certo è che la realtà si è imposta oltre ogni aspettativa. Comunque, dei vari itinerari riportati dal Brenna, ce ne sono almeno due che pur affrontando il versante sud sembrerebbero fattibili senza complicarsi troppo la vita. Vedremo...
Ciao, Fabio

Sent 12 January 2015, 20h28
Grazie a te per la citazione!!!!Se ci vorrai tornare e gradirai la nostra compagnia,noi ci siamo!!!!!
Ciao ALE

tapio says: RE:
Sent 12 January 2015, 20h32
Senz'altro! Questa è una montagna che ha tanto da dire e tanto da offrire...!
Ciao, Fabio

Poncione says:
Sent 12 January 2015, 20h38
Beh, qualcosa ci sarebbe da "riprovare"... certo, rispetto alla "Via Tapio" - che va ancora oltre all'umano da quanto ho letto - a questo punto diventa, sempre con rispetto parlando, davvero una "scampagnata".
Grande Fabio.

tapio says: RE:
Sent 12 January 2015, 20h53
Grazie mille Emiliano! Comunque, dopo questa esperienza, anche le vie fattibili vanno verificate e trattate con il giusto rispetto.
Ciao, Fabio

Poncione says: RE:
Sent 12 January 2015, 21h01
Assolutamente e sempre, Fabio.
Il termine era giusto per ricollegarmi a quanto scritto da Ale... perchè come puoi controllare nella sua relazione abbastanza recente, tutto si tratta fuorchè di una "scampagnata" anche riguardo all'accesso da noi tentato sempre a sud, arrestatosi per la neve e l'evidente, conseguente pericolosità.

tapio says: RE:
Sent 12 January 2015, 21h26
La ricordo bene la vostra recente relazione. Certo, in presenza di neve e di ghiaccio, questo versante sud sarebbe solo da lasciar riposare in attesa del disgelo...

veget says:
Sent 12 January 2015, 21h58
Ciao Fabio,
non mi riesce facile commentare questa tua ultima (di molte) impresa.
L' aver scelto di tentare una salita su un tracciato , che nemmeno il Tuo"vate" non ha mai tentato. Per ciò ti ritengo al suo stesso piano, e per ciò esserne orgoglioso..... questo naturalmente è il mio modesto parere.
Complimenti per la tenacia ed il fiuto nella ricerca della linea più logica.....
Buona Continuazione
Eugenio

P. S. Forse te l'avevo già segnalato, nel caso , perdonami. In un occasione ero salito lassù partendo da Verdasio transitando dal Pizzin e forse, arrivando dalla cresta finale dove hai terminata Tu l'impresa, O sbaglio???

tapio says: RE:
Sent 12 January 2015, 22h15
Caro Eugenio,
già il solo fatto di aver messo il mio nome nello stesso rettangolo con quello del "vate" mi fa venire i brividi, anche se l'affiancamento è del tutto improponibile (di Brenna ce n'è uno solo). Comunque grazie mille!
A proposito di linea più logica, forse ho sbagliato qualcosa, ma il fatto di esserne comunque uscito mi fa pensare che non fossi poi così lontano...
Ricordo che a suo tempo mi dicesti delle tue svariate salite al Pizzo, sia dall'Italia che da Verdasio: in effetti le combinazioni che questa montagna consente sono davvero tante e volendo c'è ancora molto da vedere.

Buona continuazione anche a Te,
Fabio

Simone86 says:
Sent 12 January 2015, 23h03
Tanta ammirazione per questa impresa. Si evince dal testo che in diversi punti c'è stata quella sensazione di "punto di non ritorno" che, sapendo di scendere da un'altra parte ti incoraggia ma, non sapendo cosa ti aspetta ti senti comunque un po' un topo in trappola... Fiducia in se stessi e nei propri mezzi, calma, sangue freddo, ragionamento. C'è tanto da imparare da uscite selvagge come le tue. I miei complimenti.
Simone

tapio says: RE:
Sent 13 January 2015, 10h31
Grazie mille Simone! Hai capito benissimo: il non sapere cosa ti aspetta, pur sapendo che più avanti (dopo la vetta) sarà tutto più facile, mantiene la tensione sempre ad alti livelli. E c'è da dire che, inaspettatamente, questo accade fin dall'inizio (o quasi). Non puoi immaginare la soddisfazione davanti alla rampa finale (ripida sì, ma tutta coperta di ginepri), quando ormai si capisce che non ci sarà un altro salto di roccia a sbarrarti la strada.
Ciao, Fabio

danicomo says:
Sent 13 January 2015, 08h10
Finalmente avuto tempo di ripercorrere (visivamente) il tuo viaggio...
Bellissimo.
Daniele

tapio says: RE:
Sent 13 January 2015, 10h33
Grazie mille Daniele! Per certi versi un po' inaspettato, ma senz'altro un bel viaggio...!

Ciao, Fabio

gbal says:
Sent 15 January 2015, 15h47
L'unica cosa che posso dire è che in questo momento in cui si imbastiscono gite un po' fuori standard lambiccandosi molto il cervello le tue escursioni (chiamiamole ancora così) sono una garanzia e credo non abbiano uguali.
Ciao

tapio says: RE:
Sent 15 January 2015, 17h53
Grazie mille Giulio, troppo gentile! Il periodo è un po' particolare, ma adesso sta per arrivare la neve a sistemare un po' le cose: vedremo...!
Ciao, Fabio


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