Luz-Saint-Sauveur Pirenei : escursioni varie
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In questo settore pirenaico le montagne più alte hanno spesso versanti rocciosi scoscesi, le strade si incuneano fino alle alte valli, ci sono attorno stazioni sciistiche ma i rifugi sono pochi. Oltre ai “refuges” ci sono le “cabanes”, piccole e incustodite come i nostri bivacchi.
Esiste il Parc National des Pyrénées che protegge soprattutto la zona più elevata, quella prossima allo spartiacque e alla frontiera con la Spagna.
In cielo non è difficile vedere volteggiare gli avvoltoi mentre tra i mammiferi il solo facile da vedere è la marmotta.
Avevo letto anni fa che è tipico dei Pirenei lasciare il bestiame all’aperto anche di notte ed è vero: abbiamo visto molti recinti ma nessuna stalla. L’allevamento degli ovini è decisamente più diffuso che da noi.
Cirque de Troumouse.
E’ un anfiteatro di montagne solo un po’ meno celebre di quello di Gavarnie. La montagna più alta si chiama Pic de La Munia (m.3133).
Lasciamo l’auto alla fine della strada per Héas, a quota 1565, raggiunta con una deviazione dopo Gèdre sulla strada per Gavarnie. Il sentiero sale a sinistra lasciando a destra la strada a pedaggio che segue un percorso completamente diverso. Dopo un primo tratto a mezza costa con salita graduale si incontra il confine del Parco Nazionale e si sbuca in un pianoro dove pascolava un bel gregge di pecore. Da qui il sentiero sale con ampi tornanti portandosi all’altezza del pianoro che sta alla base del Cirque de Troumouse, ora ben visibile nella sua interezza.
Lasciamo il bivio per la vicina Cabane (bivacco) des Aires e proseguiamo ormai con tracciato quasi pianeggiante verso la conca occupata una volta da uno dei Lacs des Aires e dove oggi pascolano gruppi di bovini, a circa 2100 metri. Superato un dosso erboso raggiungiamo un’altra conca dove si notano le tracce di un precedente lago. Il torrente scorre verso destra, noi pieghiamo a sinistra risalendo un altro dosso erboso percorso da alcuni sentierini.
Tutti i percorsi portano, con saliscendi più o meno marcati, al parcheggio di arrivo della strada a pedaggio (m.2103) e al dosso erboso panoramico su cui sorge la statua della Vierge (m.2134). Noi ci arriviamo con un sentierino che si tiene sulla destra, scende in una valletta per poi risalirla. Il sentiero principale si tiene invece a sinistra.
Dal parcheggio scendiamo al punto di partenza avendo come riferimento la strada a pedaggio (circa 6-7 km.) che accorciamo in più punti tramite sentiero. Circa a metà discesa si trova l’Hotellerie/Auberge “Le Maillet” che offre servizi di ristorazione.
Refuge des Sarradets o de la Brèche de Roland.
Da Gavarnie per comoda strada asfaltata raggiungiamo l’ampio parcheggio del Col de Tentes (m.2208), da dove partono i sentieri. Una prima parte pianeggiante porta al Port de Boucharo al confine con la Spagna e in questo tratto vediamo un avvoltoio grifone librarsi in volo dal bordo del sentiero a pochi passi da noi. L’incontro è stato talmente inaspettato, lungo un sentiero così frequentato, che non eravamo minimamente pronti con le macchine fotografiche. Abbiamo comunque distinto benissimo il lungo collo caratteristico di questa specie, il becco ricurvo e le ali grigie. Lo abbiamo poi visto planare sulla valle sottostante.
Al Port de Boucharo altri due ... avvoltoi volteggiano ripetutamente sopra la zona. Dal Port de Boucharo (m.2270) si può scendere in Spagna oppure, come fanno quasi tutti, piegare a est sul sentiero per il rifugio de la Brèche de Roland, che una volta si chiamava "des Sarradets". Questo sentiero compie un lungo tratto a modesta pendenza sotto la parete del Taillon, prima tra rocce affioranti poi attraverso una pietraia. Tutto questo percorso si rivela geologicamente interessante perché le montagne offrono spaccati di strati talvolta visibilmente ripiegati e composti da diverse litologie (calcari, arenarie, scisti). L’aspetto scosceso dei versanti delle vette principali ricorda le Dolomiti.
Terminato il tratto a mezzacosta, due tornanti portano al punto meno banale del percorso: l’attraversamento di un torrente in una zona di cascatelle su saltini di roccia. Una catena agevola il passaggio, si trova sulla destra ed è poco visibile. IL percorso più semplice era infilarsi in una spaccatura sulla destra delle cascate, percorsa da un rivolo con pochi cm d’acqua, che conduce alla catena che a sua volta porta al punto più agevole per guadare. Questo punto è più evidente al ritorno, però la catena restava sempre poco visibile. I vari escursionisti guadavano un po’ ovunque secondo libera scelta.
Varcato il torrente, un sentiero a stretti tornanti sale di fianco al Glacier du Taillon fino al Col de Sarradets (m.2584), posto a destra della cima omonima e da cui appaiono il vicinissimo rifugio (m.2587) e la Breche de Roland, ampia spaccatura della parete calcarea di confine. Il panorama sulla parte alta del Cirque de Gavarnie, con il Pic du Marboré e l’inizio della Grande Cascade, è interessante anche geologicamente per le successioni di gradoni calcarei e la presenza di marcate pieghe.
Cirque de Gavarnie.
Gavarnie è piccola ma molto turistica. Per comoda stradina sterrata si cammina fino all’Hotellerie di Cirque, avendo sempre di fronte l’anfiteatro roccioso che va dal Pic du Marboré al Pic des Sarradets e da cui precipita la Grande Cascade, che è la più alta d'Europa. La parete che chiude il Circo è formata da tre gradini intervallati da zone detritiche meno ripide e vi spiccano le caratteristiche cime dette L’Epaule, La Tour e Le Casque.
Dall’Hotellerie si prosegue fino ai piedi della Grande Cascade per sentiero che nell’ultimo tratto si fa più ripido e detritico. La cascata non è alimentata soltanto dai nevai del Marboré ma anche da circolazione sotterranea proveniente dai nevai spagnoli del Monte Perdido.
Pic du Midi de Bigorre.
Per la sua posizione isolata è ben visibile anche dalla pianura. Descrivo la gita in discesa, dopo aver raggiunto la cima con la funivia di La Mongie, località che è un museo degli orrori costruiti in stile-Cervinia.
Sulla cima del Pic sorge il complesso di edifici dell’osservatorio astronomico e della stazione di telecomunicazioni, che è la seconda per importanza in Francia dopo la Tour Eiffel. Tutto attorno volano gli avvoltoi: ne arriva un gruppo di 8-10, suddiviso in sottogruppi di 1-2 individui, poi si allontana e successivamente ritorna.
Dalla cima si scende per il sentiero della cresta ovest che dopo i primi tornanti diventa stradina sterrata fino al Col de Laquets e alla vicina Hotellerie omonima ormai in abbandono. Qui fino a non molti anni fa arrivava una strada a pedaggio, che oggi si segue a piedi, sterrata e dissestata fino al Col de Sencours (m.2378), poco sopra il Lac d’Oncet.
Dal Col de Sencours per scendere a valle ci sono tre possibilità.
1) Quella che abbiamo scelto noi, lunga: si scende verso est su un sentiero sempre segnato dalle strisce bianco-rosse di una Grande Randonnée, prima lungo la Combe du Pic e poi nella Val d'Arizes fino al Pont de Vaques (m.1552); da qui per tornare a La Mongie occorre salire per un centinaio di metri, su sentiero segnato, che poi sale in modo molto graduale fino al punto di partenza percorrendo la valle che porta al Col du Tourmalet sul lato opposto della strada.
2) Si scende al Lac d’Oncet e da qui alla strada del Tourmalet su un tornante a 1944 metri ma dal versante opposto al punto di partenza. Bisogna quindi salire al Col du Tourmalet (2115) lungo la strada e poi scendere a La Mongie per 3 km oppure tagliando per prati.
3) Una strada sterrata, che sarebbe chiusa anche ai pedoni, porta direttamente al Col du Tourmalet e da qui si torna a La Mongie come sopra.
Pic de Viscos.
Per la sua posizione avanzata e la punta piramidale è ben visibile percorrendo gli ultimi chilometri di pianura.
Ci siamo limitati a un circuito alle sue pendici perché Meteo France continuava a dire che presto avrebbe piovuto, invece è venuto il Sole (oltre a questa previsione ravvicinata, durante il nostro soggiorno Meteo France ha sbagliato sempre le previsioni oltre i 2 giorni).
La documentazione dice che la salita della piramide sommitale non è alpinistica ma raccomanda attenzione perché il sentiero è ripido.
IL nostro percorso è stato: dal parcheggio in località Béderet poco prima di Luz-Ardiden siamo andati alla Cabane de Conques (baita che ha tutta l’aria di essere la casa in quota di un privato) e poi al Col de Riou (m.1949) da dove siamo tornati a Béderet.
Bel panorama sul Massif de Néouvielle, con alcune cime poco più alte di 3000 metri, mentre più lontane si vedono le montagne del Cirque de Troumouse.
A Luz-Ardiden, talvolta arrivo di tappe del Tour e stazione sciistica di Luz-St-Sauveur, c’è soltanto un brutto edificio funzionale agli impianti da sci.

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