Monte Leone (3.553m) via Normale (Cresta Sud)
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Cima dall'attrazione magica per molti escursionisti, il Monte Leone affascina, oltre che per il nome, soprattutto per la sua mole e la sua fama. E tutti noi, da bambini o da adulti, non possiamo che restare a bocca aperta quando il titano appare nella prima visita all'Alpe Veglia. E da bambino la domanda era " salire lassu?... impossibile! Non riuscirò mai! roba da extraterrestri"...
(ps: c'è il trucco della via normale)
Anticipo che tempi e difficoltà di oggi sono da considerarsi sulla nostra escursione e ad alcuni problemi riscontrati in salita (aggiungerò dettagli e consigli precisi). Le tempistiche medie si aggirano attorno alle 6h30'-7h per la salita e 5h per la discesa.
Partenza alle 3.15 da Varese e inizio escursione alle 5.45 circa dall'Ospizio del Sempione Q1997.
Oggi sono con Teo, carico per il suo primo ghiacciao e la sua prima calzata di ramponi!
Buio pesto e nebbia, luci frontali e traccia gps perche non si vede a 2m dal naso. Si risalgono i facili prati senza perdere il sentiero puntando ad un famoso "sassone" ben visibile sotto la cresta NNW dell' Hubschhorn (se è buio non resta che affidarsi ad un GPS)... Si prosegue per la traccia con qualche ometto e si passa il plurinominato traverso senza problemi (in inverno pare sia terribile...ci credo!)
Un po' di luce si intravede e la nebbia va scomparendo. Si risalgono pietraie fino ad una palina ben evidente. Senza allargarsi troppo a N bisogna tenersi sulla destra, a buona distanza dall'Hubschhorn (scarica sassi) e rimontare una placconata. Intanto 8 escursionisti stranieri ci incrociano provenendo dalla MonteLeoneHutte. Si prosegue su rocce lisce (bollini verdi + ometti) in direzione dell'ormai evidente Homattugletscher.
A Q2950 inizia il ghiacciaio. Ci ramponiamo e saliamo veloci. Pendenza sostenuta ma facile. Consiglierei a metà ghiacciaio di spostarsi a sinistra per affrontare con facilità il ripido pendio finale.
Fa freddissimo ma finalmente il sole sbuca dal Breithornpass. Uno spettacolo.
Al Breithornpass Q3355 (3h50' dalla partenza) si tolgono i ramponi per superare una pietraia e poi si perdono diverse decine di metri di dislivello. Si può tentare di aggirare alti l'Alpjergletscher per scendere meno possibile. Oggi nessun crepaccio ne qui ne all'Homattugletscher. Ma per sicurezza ci incordiamo.
Raggiunta la base della cresta Sud (detta Stickelgrat) ci fermiamo a ragionare un attimo.
Diverse relazioni consigliano di salire dove c'è "l'intaglio più basso nella cresta". Ora, non so se il punto quotato 3373m sia quello più basso o no, sta di fatto che di intagli ce ne sono due. E secondo me quello vero è quello più a Nord (vedi foto). Inizialmente abbiamo provato a salire dall'intaglio più a sud (il più basso effettivamente) ma con una pericolosità oggettiva di smottamento sassi e il pericolo postumo della discesa. Ragiono con Teo e decidiamo di spostarci a nord cercando una via più sicura.
Passano molti minuti e gli 8 alpinisti intanto ci hanno raggiunto. Scambiamo 4 parole in inglese, anche loro non sanno dove si debba salire e io gli sconsiglio di stare nell'intaglio sud. Ma il loro capoccia decide di salire lo stesso a sud e tutti lo seguono. Noi invece tentiamo verso l'intaglio nord e cosa troviamo? Una traccia su terriccio e diversi ometti... è' giusta!! Provo a gesticolare verso di loro ma ormai sono quasi saliti sull'intaglio sud. Pazienza. Al massimo ci ribeccheremo in cima. Da qui si seguono gli ometti restando sul versante W della cresta, a tratti esposti ma con solida roccia.
Si rimonta in breve sul filo (molto largo) di cresta e si sale verso la cima. Osserviamo gli 8 alpinisti: dopo 15' sono ancora fermi a quel punto. Pare abbiano difficoltà a superare un esposto gendarme roccioso. Proseguiamo. La cresta inizia a richiedere elementari passi di arrampicata e si fa gradualmente più stretta ed esposta. Un bel camino vorrebbe tenerci affettuosamente abbracciati ma riusciamo a sgusciare fuori. E da qui i problemi. Il mio consiglio è: TENERE SEMPRE IL FILO DI CRESTA, fino alla vetta. Sarà aereo ed esposto (meglio uno spezzone di corda) ma sconsiglio di spostarsi sul versante Est. Abbiamo seguito qualche ometto e ci siamo spostati sul versante Est convinti fosse la cosa migliore. Ci siamo trovati su esposto pietrame malfermo e terriccio, sassi franosi a go-go, costretti a manovracce per uscirne in qualche modo. Siamo stanchi, fisicamente e di testa.. io ho spesso giramenti, ogni volta che mi isso su una roccia la testa pulsa pesantemente... Fortunatamente a pochi metri dalla vetta risbuchiamo in cresta e quasi increduli (ero li,li per rinunciare) siamo arrivati in vetta!! (Q3553)
Quasi 2h solo per la cresta, ci siamo infognati per niente. Intanto gli 8 alpinisti hanno rinunciato e sono scesi sul ghiacciaio (ci hanno messo 2h per scendere quel pezzo, non avevo dubbi su quanto fosse marcio e pericoloso). Breve pausa e poi subito ritorno perchè sappiamo cosa ci aspetta. Riprendiamo la stessa via di prima cercando di stare vicini alla cresta ma sbagliamo strada... scendiamo troppo lungo il marcio versante Est.. passiamo una brutta mezz'ora cercando di passare su cengette e sassi malfermi, con i nostri 20m di corda e qualche cordino qua e la di sicurezza, finchè... un ometto!! è molto più in alto di noi (8-10m) ma sappiamo che Lì dobbiamo arrivare in qualche modo. Questo è il punto dove più mi sono strizzato, quei 3-4m di III° esposto per arrivare al balconcino dell'ometto. O la va o la spacca, ma da qui dobbiamo uscire. Teo mi assiste con una sosta ma... me la sto facendo sotto!! nervi saldi e poi.. ecco l'autostrada!! la cresta bella larga e sicura! E' fatta!
Scendiamo con sollievo ma sappiamo che non è finita finchè non siamo al ghiacciaio. Ma ormai la traccia è ben segnata e senza problemi passiamo dall'intaglio al ghiacciaio. Ora non resta che tenere duro di testa e far si che il fisico regga fino a valle, per la stessa via dell'andata.
Teo, un po' fuori allenamento, arriverà seriamente stremato ma, alla bellezza delle 20.30, siamo entrambi alla macchina.
Tempistiche nostre: 8h15' la salita,pausa, 5h45' la discesa. 14h30' in totale.
Distanza: 17 Km circa
(ps: c'è il trucco della via normale)
Anticipo che tempi e difficoltà di oggi sono da considerarsi sulla nostra escursione e ad alcuni problemi riscontrati in salita (aggiungerò dettagli e consigli precisi). Le tempistiche medie si aggirano attorno alle 6h30'-7h per la salita e 5h per la discesa.
Partenza alle 3.15 da Varese e inizio escursione alle 5.45 circa dall'Ospizio del Sempione Q1997.
Oggi sono con Teo, carico per il suo primo ghiacciao e la sua prima calzata di ramponi!
Buio pesto e nebbia, luci frontali e traccia gps perche non si vede a 2m dal naso. Si risalgono i facili prati senza perdere il sentiero puntando ad un famoso "sassone" ben visibile sotto la cresta NNW dell' Hubschhorn (se è buio non resta che affidarsi ad un GPS)... Si prosegue per la traccia con qualche ometto e si passa il plurinominato traverso senza problemi (in inverno pare sia terribile...ci credo!)
Un po' di luce si intravede e la nebbia va scomparendo. Si risalgono pietraie fino ad una palina ben evidente. Senza allargarsi troppo a N bisogna tenersi sulla destra, a buona distanza dall'Hubschhorn (scarica sassi) e rimontare una placconata. Intanto 8 escursionisti stranieri ci incrociano provenendo dalla MonteLeoneHutte. Si prosegue su rocce lisce (bollini verdi + ometti) in direzione dell'ormai evidente Homattugletscher.
A Q2950 inizia il ghiacciaio. Ci ramponiamo e saliamo veloci. Pendenza sostenuta ma facile. Consiglierei a metà ghiacciaio di spostarsi a sinistra per affrontare con facilità il ripido pendio finale.
Fa freddissimo ma finalmente il sole sbuca dal Breithornpass. Uno spettacolo.
Al Breithornpass Q3355 (3h50' dalla partenza) si tolgono i ramponi per superare una pietraia e poi si perdono diverse decine di metri di dislivello. Si può tentare di aggirare alti l'Alpjergletscher per scendere meno possibile. Oggi nessun crepaccio ne qui ne all'Homattugletscher. Ma per sicurezza ci incordiamo.
Raggiunta la base della cresta Sud (detta Stickelgrat) ci fermiamo a ragionare un attimo.
Diverse relazioni consigliano di salire dove c'è "l'intaglio più basso nella cresta". Ora, non so se il punto quotato 3373m sia quello più basso o no, sta di fatto che di intagli ce ne sono due. E secondo me quello vero è quello più a Nord (vedi foto). Inizialmente abbiamo provato a salire dall'intaglio più a sud (il più basso effettivamente) ma con una pericolosità oggettiva di smottamento sassi e il pericolo postumo della discesa. Ragiono con Teo e decidiamo di spostarci a nord cercando una via più sicura.
Passano molti minuti e gli 8 alpinisti intanto ci hanno raggiunto. Scambiamo 4 parole in inglese, anche loro non sanno dove si debba salire e io gli sconsiglio di stare nell'intaglio sud. Ma il loro capoccia decide di salire lo stesso a sud e tutti lo seguono. Noi invece tentiamo verso l'intaglio nord e cosa troviamo? Una traccia su terriccio e diversi ometti... è' giusta!! Provo a gesticolare verso di loro ma ormai sono quasi saliti sull'intaglio sud. Pazienza. Al massimo ci ribeccheremo in cima. Da qui si seguono gli ometti restando sul versante W della cresta, a tratti esposti ma con solida roccia.
Si rimonta in breve sul filo (molto largo) di cresta e si sale verso la cima. Osserviamo gli 8 alpinisti: dopo 15' sono ancora fermi a quel punto. Pare abbiano difficoltà a superare un esposto gendarme roccioso. Proseguiamo. La cresta inizia a richiedere elementari passi di arrampicata e si fa gradualmente più stretta ed esposta. Un bel camino vorrebbe tenerci affettuosamente abbracciati ma riusciamo a sgusciare fuori. E da qui i problemi. Il mio consiglio è: TENERE SEMPRE IL FILO DI CRESTA, fino alla vetta. Sarà aereo ed esposto (meglio uno spezzone di corda) ma sconsiglio di spostarsi sul versante Est. Abbiamo seguito qualche ometto e ci siamo spostati sul versante Est convinti fosse la cosa migliore. Ci siamo trovati su esposto pietrame malfermo e terriccio, sassi franosi a go-go, costretti a manovracce per uscirne in qualche modo. Siamo stanchi, fisicamente e di testa.. io ho spesso giramenti, ogni volta che mi isso su una roccia la testa pulsa pesantemente... Fortunatamente a pochi metri dalla vetta risbuchiamo in cresta e quasi increduli (ero li,li per rinunciare) siamo arrivati in vetta!! (Q3553)
Quasi 2h solo per la cresta, ci siamo infognati per niente. Intanto gli 8 alpinisti hanno rinunciato e sono scesi sul ghiacciaio (ci hanno messo 2h per scendere quel pezzo, non avevo dubbi su quanto fosse marcio e pericoloso). Breve pausa e poi subito ritorno perchè sappiamo cosa ci aspetta. Riprendiamo la stessa via di prima cercando di stare vicini alla cresta ma sbagliamo strada... scendiamo troppo lungo il marcio versante Est.. passiamo una brutta mezz'ora cercando di passare su cengette e sassi malfermi, con i nostri 20m di corda e qualche cordino qua e la di sicurezza, finchè... un ometto!! è molto più in alto di noi (8-10m) ma sappiamo che Lì dobbiamo arrivare in qualche modo. Questo è il punto dove più mi sono strizzato, quei 3-4m di III° esposto per arrivare al balconcino dell'ometto. O la va o la spacca, ma da qui dobbiamo uscire. Teo mi assiste con una sosta ma... me la sto facendo sotto!! nervi saldi e poi.. ecco l'autostrada!! la cresta bella larga e sicura! E' fatta!
Scendiamo con sollievo ma sappiamo che non è finita finchè non siamo al ghiacciaio. Ma ormai la traccia è ben segnata e senza problemi passiamo dall'intaglio al ghiacciaio. Ora non resta che tenere duro di testa e far si che il fisico regga fino a valle, per la stessa via dell'andata.
Teo, un po' fuori allenamento, arriverà seriamente stremato ma, alla bellezza delle 20.30, siamo entrambi alla macchina.
Tempistiche nostre: 8h15' la salita,pausa, 5h45' la discesa. 14h30' in totale.
Distanza: 17 Km circa
Tourengänger:
Simone86

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