Monte Leone, 3553
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L’alta pressione se ne va; aprile si preannuncia instabile, almeno nella sua parte iniziale ma, per oggi, danno ancora bello, per cui io e Pancho decidiamo di approfittare di questa domenica di sole prima del peggioramento, per andare a far visita al Leone.
La nostra precedente visita, risalente a parecchi anni fa era terminata dopo un breve tratto di cresta sud, assalita da un mare di nubi.
Sbarchiamo all’ Ospizio del Sempione poco dopo le otto, con il consueto ritardo sulla media: il piazzale è quasi pieno e orde di scialpinisti famelici stanno già risalendo i pendii. Alcuni sono già in procinto di affrontare il traverso sotto l’Hübschhorn, molti altri sono più in basso, ma è presumibile che altri ancora siano già oltre. A preoccuparci, però, non è la posizione in classifica, ma il vento, che ci ha accolto sferzante, appena aperte le portiere. La prima reazione è stata quella di richiuderle, imprecando contro l’incomprensibile predilezione che nutriamo per questo sport. Ma son momenti che vanno superati.
In buona compagnia, faccio un giro d’alleggerimento dentro l’Ospizio, poi esco per infilarmi gli scarponi. “Ehi, dentro ci sono anche i ping pong; prendiamo gli indecisi, organizziamo un torneo e poi andiamo a darci una lavata a Leukerbad!”
Quando si dice il senso del dovere: dieci minuti dopo stiamo marciando con l’anima in spalle e il vento ci sputa in faccia la neve. No, questo, per ora, no. La neve è bella compatta; dura, senza esagerare. “Buon rigelo notturno”, direbbero quelli seri.
Nonostante qualche fotografia, non troppe, perché con la compatta non mi trovo molto, andiamo via spediti e superiamo un paio di grupponi che han preso la risalita verso le propaggini inferiori della cresta nordovest dell’ Hübschhorn, un po’ troppo alla larga. Il traverso è in condizioni eccellenti, le migliori che ricordi e lo passiamo rapidamente per imboccare il pendio sudest che rimonta, fiancheggiandola alla base, l’imponente parete.
Superiamo altri compagni d’avventura e veniamo a nostra volta superati da 5 o 6 “tutina” che viaggiano come motoslitte. Sotto l’ Homattupass, con percorso abbastanza libero in mezzo a fasce di roccette, l’itinerario piega a est, andando ad imboccare l’ Homattugletscher, un chilometro di scivolo per cinquecentottanta metri di dislivello, capace, se opportunamente trattato da Elios ed Eolo, di regalare spettacolari discese. Lo risaliamo senza praticamente fermarci, con il vento che non ci molla e va gradatamente aumentando man mano che ci avviciniamo al colle. Il Breithornpass, a quota 3355, sembra la Stazione Centrale: gente che arriva con noi, gente dietro di noi, gente davanti a noi che si dirige al vicino Breithorn e altra che rientra dal Breithorn e dal Alpjergletscher. Inseguito da un vento urlante, non accenno neppure a fermarmi, anzi accelero, per buttarmi al di là della cresta, nella speranza che il vento ci molli un po’. Niente da fare. Continuo a razzo fino ad aggirare verso nord una piccola dorsale che scende dalla cresta sud ovest, guadagnandomi un leggero miglioramento. Ma è solo un’illusione: appena mi spoglio per cambiarmi le raffiche tentano di strapparmi di mano il pile. Cambio maglietta e indosso il pile pesante sopra un altro pile intermedio; ora si ragiona. Controllo il GPS: è spento! Bene! Proviamo a riaccenderlo. Intanto arriva Pancho: “Guarda, va, dammi le chiavi della macchina che io ti aspetto giù” Ma no, dai, non fare così; poi là migliora di sicuro, siamo nella conca. Non risulto molto convincente, tant’è che sto per farmi trascinare anch’io. No, no, tu vai, io ti aspetto giù, tanto c’è l’ospizio... Dopo un po’ di convenevoli, mi avvio al seguito di altri due tutina (si coprono anche loro, però) nel frattempo sopraggiunti, lasciando il mio amico a marciare a ritroso con l’anima in spalle e, questa volta sì, il vento gli sputa in faccia la neve.
Noi andiamo. E, alla fine, avevo ragione: man mano che ruotiamo verso est e poi verso sud, nella conca dell’Alpjergletscher, il vento si fa meno continuo, fino a mollarci quasi completamente. Il traverso, però, quantunque in leggera discesa, è faticoso ed interminabile; si svolge su di una dura crosta di neve gelata e liscia che rende assai ostica la conduzione degli sci e questa perdita di quota, in realtà poco più di un centinaio di metri, dirà poi il redivivo GPS, mi preoccupa per il ritorno: mi vedo già, arrancante e sudato, spremere le ultime riserve di energia, prima di affrontare i 1300 metri di discesa che separano il Breithornpass dall’ Ospizio Sempione.
Ma una cosa per volta; cominciamo ad arrivare su, che è cosa per niente scontata, poi vediamo.
Sotto all’intaglio 3373 si mollano gli sci e si calzano i ramponi, chi ce li ha; io, questa volta, sì! Invito i due tutina a passare davanti ma, no, no, vai tu, lui non ha i ramponi, per cui andremo piano. Io, senza ramponi, non andrei affatto, ma i tutina sono tipi tosti e difatti a metà cresta mi lasciano a far foto e passano davanti, arrivando in cima un bel dieci minuti prima.
Non è che sia proprio banalissima, la cresta sud: senz’altro divertente e senza veri punti difficili, presenta però tre o quattro passaggini un po’ esposti ed un paio di tratti abbastanza aerei; con la neve e la traccia di oggi, si viaggia tranquilli, ma il vento, che quassù si è rifatto vivo, ogni tanto, piazza qualche raffica che invita alla prudenza.
Salendo, incrocio una quindicina di persone che scendono legate a gruppi di tre, ma anche un altro paio che vengon giù senza ramponi, ma con piccozza alla mano.
Un’ora dopo aver mollato gli sci, ore 12 e 50, sbuco in vetta parecchio soddisfatto; il panorama è grandioso anche se le copiose velature, la vastità dei panorami e il punto di vista, per me un po’ inusuale, mi mettono un po’ in difficoltà nel riconoscimento delle montagne intorno, soprattutto verso est dove cerco inutilmente di agganciare il Cervandone in mezzo ad una selva di cime. Attendo l’arrivo dell’ultimo salitore odierno; parla solo tedesco, ma non può sottrarsi al suo compito. Foto di vetta, grazie! Lo ringrazio e lo lascio al suo pranzo, pensando che qualcosa da mangiare era meglio portarselo. Scendo con cautela, anche se l’unico vero pericolo è rappresentato dall’imbocco di un breve scivolo nevoso, che, visto in discesa, appare decisamente esposto e che supero con qualche passo con faccia rivolta a monte. In questo caso, una piccozza sarebbe utile averla: i bastoncini sono solo un impaccio. All’una e quarantacinque atterro nella stazione di interscambio sci/ramponi e dieci minuti dopo parto per la traversata al Breithornpass.
Come previsto, un’eternità; sono decisamente scarico ed il traverso è nelle medesime condizioni dell’andata, fatto salvo per qualche intermittente cedimento della crosta che contribuisce a stroncare un ritmo già di per sé parecchio incerto. Comunque, bene o male, riguadagno il colle, dove il vento continua a farla da padrone, mi abbasso un po’ e finalmente arriva il momento di togliere le pelli. La discesa dell’ Homattugletscher non è spettacolare come mi è capitato in altra occasione, la neve è dura e molto rigolata da pregresse tracce rigelate ma, in alcuni punti, si scia bene e, comunque, le incertezze, più che al terreno sono da ascrivere al grado di cottura dei quadricipiti.
Più in basso la neve smolla un po’, arrivo al traverso, che non da problemi neanche questa volta e discendo i pendii verso l’Ospizio su neve ora decisamente molle, ma sempre sciabile.
Dopo sette ore abbondanti di lavoro, sono finalmente al piazzale dove mi aspetta Pancho.
Fatto?
Fatto.
P.S: Il GPS, che evidentemente registra anche le variazioni di quota da cunetta, rileva 1905 metri di discesa a cui dovrebbero corrispondere altrettanti di salita. Rivalutando la cosa sulla carta direi che un dislivello complessivo di 1750 metri sia più vicino alla realtà.
Ritenendo la gita abbastanza impegnativa indico i tempi di salita che, quantunque relativi, possono servire per meglio inquadrare l'impegno a chi volesse intraprenderlo.
Ospizio/Breithornpass: 8,30/11,00
Breithornpass/Deposito sci: 11,00/11,50 Compresa sosta e montaggio ramponi
Deposito sci/Vetta: 11,50/12,50
Vetta/Deposito sci: 13,00/13,55 Compreso cambio ramponi/sci
Deposito sci/Breithornpass: 13,55/15,00 Compreso assunzione assetto da dicesa
Breithornpass/Ospizio: 15,00/15,40

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