Serra Neire (2986 m)
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La Serra Neire è, secondo il Brandt, una “cima senza importanza”, ma è un tassello che mi manca sulla cresta che separa la val d’Hérens e la val d’Anniviers. Vado. Porto con me una mezza da 35 metri, che non si sa mai. Le previsioni non sono belle, ma la meta è vicina, e quest’anno va così, bisogna prendere quello che viene.. Arrivo in macchina al Lac de Moiry e mi guardo attorno. Le nuvole sembrano più alte attorno la mia meta, quindi mi dirigo verso di lei senza indugio, scartando le altre opzioni (Diablon e Corne de Sorebois).
Nella salita al Col du Tsaté incomincia a nevischiare, ma non mi fermo. Arrivo al colle. Mi preparo per la salita alla vetta. Sono solo una ventina di minuti, sulla carta, e c’è una traccia di sentiero, ma con la neve tutto diventa più delicato. Rovisto nello zaino e trovo corda e ramponi, ma non l’imbrago : bel colpo ! Vabbè, vedrò di usare quello che ho.. Parto alla volta della Serra Neire, facendo attenzione ad ogni passo. Il terreno è morbido, non presenta difficoltà. Arrivo ad un’anticima, con un ometto, poi pochi metri più avanti, la cima vera e propria. Autoscatto di vetta. Ora è il momento di decidere cosa fare. Continua a nevicare. Decido di scendere al col de Bréona, dalla parte opposta rispetto al col du Tsaté, e poi vedere. In pochi minuti sono giù. Nevica ancora più forte. Sgranocchio qualcosa. Non ho studiato la discesa dal colle verso il Lac de Moiry, ma mi sembra di ricordare che non sia proprio banale. Provo comunque a dare un’occhiata, al massimo posso sempre tornare da dove sono venuto, risalendo nuovamente la vetta del Serra Neire. E poi con me ho la corda. La visibilità è scarsa. C’è un pianoro sotto al colle. Scendo, con cautela. Ad un certo punto si fa più ripido. Faccio una doppia facendo passare la corda attorno ad un masso e mi abbasso tenendomi con un prüssik ad anello. Finita la corda, provo a recuperarla, tirandola da un lato, ma, come mi aspettavo, non scorre (non ci riesco mai, e non ho capito se proprio non va fatto o se sbaglio io qualcosa), così risalgo, anche perché non sembra fattibile proseguire di qui, almeno non con queste condizioni di terreno e visibilità (e guardando a casa la traccia GPS ho avuto la conferma che non c’era una via di uscita facile, di lì). Così torno sui miei passi al Col de Bréona. Lì incontro un signore. Che bello, non sono solo ! Gli dico, in francese, che di lì è troppo ripido per me.. io torno indietro. Ma lui, e il suo amico, mi dicono che non si scende di lì ! Ci dovrebbe essere addirittura un sentiero.. e comunque va verso SE, costeggiando la cresta che porta alla Couronne de Bréona, per poi abbassarsi e tornare indietro verso N un paio di km più avanti. Va bene, li seguo ! Anzi, mi fa piacere essere in compagnia. Io che disdegno le mete affollate, amo incontrare qualcuno sul percorso con cui condividere qualche tratto di cammino. Loro, svizzeri francesi di Vaud-Friburgo, stanno arrivando da Ferpècle e sono diretti alla cabane Moiry. Scendendo, studiamo il punto in cui scendere (sotto di noi c’è una fascia rocciosa impossibile da superare) e alla fine troviamo due vie differenti (loro su erba, io su pietre) per arrivare allo stesso punto, fuori dai pericoli e senza più neve ! Ci salutiamo e via.
Una bella giornata, nonostante la neve, anzi, forse proprio quella ha reso il tutto più piccante ! E che magia vedere i pendii a poco a poco imbiancarsi. Mi mancavano queste sensazioni..
Al ritorno a casa, raccontando ai miei genitori, che erano giù in valle, a pochi chilometri di distanza, che avevo preso neve, mi hanno detto che da loro era stato bello tutta la giornata.. avevano visto solo un po’ di nubi da quella parte.. più o meno dove ero io !
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