Bocchetta di Camedo m.1973, ovvero il trionfo della nebbia.
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Ormai c'è da rimanere sconsolati, quest'estate non ne va giusta una...
Non è ancora passata la "scottatura" della Corona di Redorta ed eccone un'altra, fortunatamente meno dolorosa, ma che comunque "pizzica".
La cosa letteralmente assurda è che partiamo senza meta... ovvero quando avremo passato Monte Ceneri in base al tempo che si prospetta nelle varie direzioni, decideremo dove dirigerci. L'estate pazza si traduce anche in queste "piccolezze", degne di un gioco d'azzardo o di fortuna.
La "roulette" sembra dire che ad est è meglio che a ovest, mentre a nord c'è una tale cappa di nubi da non prenderlo nemmeno in considerazione: salta fuori, dunque, una meta che recentemente ho messo in programma, ovvero il Monte Cardinello. Si tratterebbe del nostro primo approccio ai cosiddetti "Muncech", ed ovviamente la decisione è presto presa... Cardinello sia.
Certo, dire che ad est sia bello è un altro bell'azzardo, ma almeno proviamoci.
Saliamo dunque da Roveredo alla diga di Roggiasca, dal quale prendiamo il sentiero che attraversa la diga stessa: non ci sono cartelli segnaletici, ma è l'unico sentiero per cui non ci si può sbagliare. Un sentiero, tra parentesi, bellissimo e che con decisi zigzag nella faggeta in breve tempo ci porta a Monti di Lanes. Da qui abbiamo la triste conferma che il sole fatica a far capolino, mentre a nord incredibilmente pare essersi parzialmente aperto... ma ormai siamo qui e ci tocca già scrutare sia la cima che la bocchetta da raggiungere, ben distanti l'una dall'altra. Superiamo l'alpe risalendo una splendida faggeta e giungendo al vastissimo pianoro che ospita l'Alpe d'Aian, dove capiamo quale sia la Bocchetta di Camedo... Il sentiero sale con media pendenza, impennandosi solo nella parte sommitale e dopo aver incrociato un bivio per la più distante Bocchetta di Lago. Si passa, dunque, in Italia ed iniziamo così a calpestare una piccola fetta dell'Alta Via del Lario, invero un po' noiosetta, che discende dapprima ai resti dell'Alpe Malpensata e risale verso gli ulteriori ruderi dell'Alpe di Paina... peccato che proprio mentre siamo tra i due ex-alpeggi la nebbia proveniente dal Lario ricopra totalmente sia la Cima di Caurit che il Cardinello, prima ancora che potessimo renderci conto dove dover passare, visto che per queste cime si sale "a vista" e senza ausilio di segnaletica. Non proprio il massimo, dunque, in queste condizioni.
Sconforto totale... l'Alta Via prosegue in risalita proprio verso queste cime, ma rimanendo poi più bassa e compiendo una mezzacosta sotto il Cardinello. Decidiamo di sostare all'Alpe Paina nella speranza che la visibilità migliori e, proprio mentre decidiamo di andarcene, per magia un raggio di sole ci illumina rendendo visibile il Cardinello e la probabile via di salita... ma in breve tutto torna desolato e nebbioso. Nulla da fare, non è giornata neanche oggi.
Torniamo così mestamente sui nostri passi, risalendo la Bocchetta di Camedo e ripercorrendo l'itinerario sin qui compiuto all'inverso... ovviamente sul lato grigionese la situazione è un po' migliore e la visibilità (quasi) perfetta. A Monti di Lanes un signore molto pratico del luogo ci "addolcisce" un po' la giornata indicandoci un bel po' d'itinerari interessanti su queste cime, dove ovviamente torneremo, in quanto abbiamo comunque molto gradito i luoghi.
Qui i conti in sospeso s'allungano... "e la chiamano estate"...
froloccone
Emiliano,ha descritto perfettamente,con la relazione lo stato d'animo che aleggia!!!!Ma ciò non toglie nulla alla bellezza di questa zona e all'imponenza delle cime sovrastanti.La montagna è anche fatta di rinunce(forse un po troppe), va vista secondo me come viene.Comunque,anche se avessimo fatto una cima con sentiero segnalato,probabilmente non avremmo potuto godere del panorama,quindi meglio così,almeno ora conosciamo la zona e sappiamo come muoverci meglio.Speriamo,in futuro di essere un po più fortunati,ringrazio i soci per la comunque positiva esperienza.
Non è ancora passata la "scottatura" della Corona di Redorta ed eccone un'altra, fortunatamente meno dolorosa, ma che comunque "pizzica".
La cosa letteralmente assurda è che partiamo senza meta... ovvero quando avremo passato Monte Ceneri in base al tempo che si prospetta nelle varie direzioni, decideremo dove dirigerci. L'estate pazza si traduce anche in queste "piccolezze", degne di un gioco d'azzardo o di fortuna.
La "roulette" sembra dire che ad est è meglio che a ovest, mentre a nord c'è una tale cappa di nubi da non prenderlo nemmeno in considerazione: salta fuori, dunque, una meta che recentemente ho messo in programma, ovvero il Monte Cardinello. Si tratterebbe del nostro primo approccio ai cosiddetti "Muncech", ed ovviamente la decisione è presto presa... Cardinello sia.
Certo, dire che ad est sia bello è un altro bell'azzardo, ma almeno proviamoci.
Saliamo dunque da Roveredo alla diga di Roggiasca, dal quale prendiamo il sentiero che attraversa la diga stessa: non ci sono cartelli segnaletici, ma è l'unico sentiero per cui non ci si può sbagliare. Un sentiero, tra parentesi, bellissimo e che con decisi zigzag nella faggeta in breve tempo ci porta a Monti di Lanes. Da qui abbiamo la triste conferma che il sole fatica a far capolino, mentre a nord incredibilmente pare essersi parzialmente aperto... ma ormai siamo qui e ci tocca già scrutare sia la cima che la bocchetta da raggiungere, ben distanti l'una dall'altra. Superiamo l'alpe risalendo una splendida faggeta e giungendo al vastissimo pianoro che ospita l'Alpe d'Aian, dove capiamo quale sia la Bocchetta di Camedo... Il sentiero sale con media pendenza, impennandosi solo nella parte sommitale e dopo aver incrociato un bivio per la più distante Bocchetta di Lago. Si passa, dunque, in Italia ed iniziamo così a calpestare una piccola fetta dell'Alta Via del Lario, invero un po' noiosetta, che discende dapprima ai resti dell'Alpe Malpensata e risale verso gli ulteriori ruderi dell'Alpe di Paina... peccato che proprio mentre siamo tra i due ex-alpeggi la nebbia proveniente dal Lario ricopra totalmente sia la Cima di Caurit che il Cardinello, prima ancora che potessimo renderci conto dove dover passare, visto che per queste cime si sale "a vista" e senza ausilio di segnaletica. Non proprio il massimo, dunque, in queste condizioni.
Sconforto totale... l'Alta Via prosegue in risalita proprio verso queste cime, ma rimanendo poi più bassa e compiendo una mezzacosta sotto il Cardinello. Decidiamo di sostare all'Alpe Paina nella speranza che la visibilità migliori e, proprio mentre decidiamo di andarcene, per magia un raggio di sole ci illumina rendendo visibile il Cardinello e la probabile via di salita... ma in breve tutto torna desolato e nebbioso. Nulla da fare, non è giornata neanche oggi.
Torniamo così mestamente sui nostri passi, risalendo la Bocchetta di Camedo e ripercorrendo l'itinerario sin qui compiuto all'inverso... ovviamente sul lato grigionese la situazione è un po' migliore e la visibilità (quasi) perfetta. A Monti di Lanes un signore molto pratico del luogo ci "addolcisce" un po' la giornata indicandoci un bel po' d'itinerari interessanti su queste cime, dove ovviamente torneremo, in quanto abbiamo comunque molto gradito i luoghi.
Qui i conti in sospeso s'allungano... "e la chiamano estate"...

Emiliano,ha descritto perfettamente,con la relazione lo stato d'animo che aleggia!!!!Ma ciò non toglie nulla alla bellezza di questa zona e all'imponenza delle cime sovrastanti.La montagna è anche fatta di rinunce(forse un po troppe), va vista secondo me come viene.Comunque,anche se avessimo fatto una cima con sentiero segnalato,probabilmente non avremmo potuto godere del panorama,quindi meglio così,almeno ora conosciamo la zona e sappiamo come muoverci meglio.Speriamo,in futuro di essere un po più fortunati,ringrazio i soci per la comunque positiva esperienza.
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