Monte Cardinello m.2520
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La stagione si chiude coi fiocchi... in attesa che altri fiocchi, si spera abbondanti, cadano sulle valli e i monti che tanto amiamo.
Dopo il precedente tentativo fallito di agosto, finalmente è giunta la giornata giusta anche per "sistemarci" col Cardinello, lungo la costiera dei famigerati "Muncech"... pensavo già di dover fare i conti col primo gelo e il ghiaccio, ma mi basta mettere il muso fuori di casa per capire che forse non sarà così. Perchè dove abito, in Valganna, si è quasi perfettamente in grado di capire se in montagna (anche non proprio dietro l'angolo, come in questo caso) farà caldo o freddo... difatti il clima della mia valle è oggi insolitamente mite, e so già che difficlmente ci sarà da patire freddo. Saltato in macchina con Ale raggiungiamo la diga di Val Roggiasca dove il clima è perfetto, e dopo meno di venti minuti di cammino iniziamo ad aver addirittura caldo. Raggiunto il bellissimo nucleo dei Monti di Lanes (panorama invidiabile verso nord) tuttavia le cose cambiano, e una fredda brezza inizia a soffiare insistente, ma non è nulla di particolarmente fastidioso, anche se la salita da nord ovviamente è tutta in ombra. Il sentiero per la Bocchetta di Camedo non è difficile ma comunque faticoso, in quanto lungo e interminabile, usando la dovuta attenzione per la presenza di brina e verglass... giunti al valico entriamo in Italia, dove finalmente ci sorride il sole, come pure il Legnone e le Grigne sull'altra sponda del Lario. Persi qualche decina di metri giungiamo ai ruderi dell'Alpe Malpensata seguendo i segnavia dell'Alta via del Lario, da dove finalmente ci troviamo davanti il bel Cardinello, e dopo quasi mezz'ora gli ulteriori ruderi dell'Alpe di Paina. Proseguiamo sull'Alta Via sino ad incontrare una bella traccia su pendio erboso ripido, che ci permette di guadagnare quota abbastanza in fretta. Nella parte finale la salita s'inasprisce e occorre aiutarsi un po' con le mani causa fondo un po' sdrucciolevole, ma guadagniamo comunque la Bocchetta di Caurit posta tra il Cardinello e la Cima m.2399 (qui la chiameremo Cima di Caurit data la prossimità con l'omonima bocchetta), che raggiungiamo per prima risalendo una bella e facile cresta con bei blocchi: da qui scorgiamo tre escursionisti venire verso di noi dalla Cima di Paina, la quale presenta tuttavia una cresta affilata che appare francamente insuperabile. Torniamo alla bocchetta per affrontare infine gli ultimi 160 metri di dislivello per la nostra meta, che pur ripida non offre particolari problemi, ed anzi ci divertiamo a salire seguendo interamente il divertente filo di cresta (I° e un solo passaggio di II°) anzichè il comodo sentiero a destra. Lo spettacolo che si gusta dalla cima, raggiunta in 5 ore esatte, è di gran lusso, e spiccano da subito il Ledù, il Cavregasco, il Pizzo Paglia, il Martel, senza contare il resto... lo sguardo cerca e trova cime appena salite (la Laurasca, la Corona di Redorta), o "di casa" (riconoscere chiaramente e a occhio nudo il Poncione di Ganna m.993 da una cima di oltre 2500 metri per me non ha prezzo), vecchie conoscenze e progetti futuri...
Intanto notiamo i tre escursionisti abbandonare a forza di cose la cresta tramite un canale ripidissimo, e recuperare la traccia di sentiero per il Cardinello: uno dei tre ha il passo doppio rispetto ai suoi soci, e non ci mette molto ad arrivare in cima... Chi sarà??? Ma è Andrea (
Poge ), col quale ci riconosciamo vicendevolmente all'istante: direi che conoscersi su una splendida vetta come il Cardinello non è da molti...
Loro son saliti dal lato italiano (valle del Liro) "sorbendosi" un dislivello ancor superiore al nostro, dunque tanto di cappello...
Purtroppo le giornate si stanno già accorciando e non possiamo goderci cotanto spettacolo molto a lungo, così dopo un po' di foto scendiamo assieme, ma andando a recuperare il sentiero più comune del Cardinello (con tanto di qualche ometto), che tuttavia è a mio parere assai meno interessante rispetto al bel pendio fatto in salita. Giungiamo, a ritroso, all'Alpe Paina e all'Alpe Malpensata, dove salutiamo
Poge e i suoi due amici in quanto siamo saliti dalle due valli opposte. Riguadagnata la Bocchetta di Camedo con l'ultima salita della giornata, la discesa è comoda e rilassante, dedicata alla ricerca di qualche bello scorcio fotografico e della magnifica luce dorata pre-crepuscolare.
Qualche dato: Diga Val Roggiasca-Bocchetta di Camedo T2 - Bocchetta di Camedo-Cardinello T3+
Morale della favola... i Muncech letteralmente affascinano e stregano, dunque sarà molto difficile in futuro non tornare da queste parti, e la cima semi-isolata del Cardinello merita veramente una menzione particolare perchè regala soddisfazione: una delle più belle uscite degli ultimi tempi, non c'è che dire.
froloccone
Bellissima escursione,in zone stupende e abbastanza selvagge.Giornata perfetta,sotto ogni aspetto e panorama di prim'ordine.è stato un piacere conoscere un hikeriano di spessore,Andrea e e suoi soci Paolo e Vincenzo, su questa cima stupenda,che vale tutta la fatica.
Dopo il precedente tentativo fallito di agosto, finalmente è giunta la giornata giusta anche per "sistemarci" col Cardinello, lungo la costiera dei famigerati "Muncech"... pensavo già di dover fare i conti col primo gelo e il ghiaccio, ma mi basta mettere il muso fuori di casa per capire che forse non sarà così. Perchè dove abito, in Valganna, si è quasi perfettamente in grado di capire se in montagna (anche non proprio dietro l'angolo, come in questo caso) farà caldo o freddo... difatti il clima della mia valle è oggi insolitamente mite, e so già che difficlmente ci sarà da patire freddo. Saltato in macchina con Ale raggiungiamo la diga di Val Roggiasca dove il clima è perfetto, e dopo meno di venti minuti di cammino iniziamo ad aver addirittura caldo. Raggiunto il bellissimo nucleo dei Monti di Lanes (panorama invidiabile verso nord) tuttavia le cose cambiano, e una fredda brezza inizia a soffiare insistente, ma non è nulla di particolarmente fastidioso, anche se la salita da nord ovviamente è tutta in ombra. Il sentiero per la Bocchetta di Camedo non è difficile ma comunque faticoso, in quanto lungo e interminabile, usando la dovuta attenzione per la presenza di brina e verglass... giunti al valico entriamo in Italia, dove finalmente ci sorride il sole, come pure il Legnone e le Grigne sull'altra sponda del Lario. Persi qualche decina di metri giungiamo ai ruderi dell'Alpe Malpensata seguendo i segnavia dell'Alta via del Lario, da dove finalmente ci troviamo davanti il bel Cardinello, e dopo quasi mezz'ora gli ulteriori ruderi dell'Alpe di Paina. Proseguiamo sull'Alta Via sino ad incontrare una bella traccia su pendio erboso ripido, che ci permette di guadagnare quota abbastanza in fretta. Nella parte finale la salita s'inasprisce e occorre aiutarsi un po' con le mani causa fondo un po' sdrucciolevole, ma guadagniamo comunque la Bocchetta di Caurit posta tra il Cardinello e la Cima m.2399 (qui la chiameremo Cima di Caurit data la prossimità con l'omonima bocchetta), che raggiungiamo per prima risalendo una bella e facile cresta con bei blocchi: da qui scorgiamo tre escursionisti venire verso di noi dalla Cima di Paina, la quale presenta tuttavia una cresta affilata che appare francamente insuperabile. Torniamo alla bocchetta per affrontare infine gli ultimi 160 metri di dislivello per la nostra meta, che pur ripida non offre particolari problemi, ed anzi ci divertiamo a salire seguendo interamente il divertente filo di cresta (I° e un solo passaggio di II°) anzichè il comodo sentiero a destra. Lo spettacolo che si gusta dalla cima, raggiunta in 5 ore esatte, è di gran lusso, e spiccano da subito il Ledù, il Cavregasco, il Pizzo Paglia, il Martel, senza contare il resto... lo sguardo cerca e trova cime appena salite (la Laurasca, la Corona di Redorta), o "di casa" (riconoscere chiaramente e a occhio nudo il Poncione di Ganna m.993 da una cima di oltre 2500 metri per me non ha prezzo), vecchie conoscenze e progetti futuri...
Intanto notiamo i tre escursionisti abbandonare a forza di cose la cresta tramite un canale ripidissimo, e recuperare la traccia di sentiero per il Cardinello: uno dei tre ha il passo doppio rispetto ai suoi soci, e non ci mette molto ad arrivare in cima... Chi sarà??? Ma è Andrea (

Loro son saliti dal lato italiano (valle del Liro) "sorbendosi" un dislivello ancor superiore al nostro, dunque tanto di cappello...
Purtroppo le giornate si stanno già accorciando e non possiamo goderci cotanto spettacolo molto a lungo, così dopo un po' di foto scendiamo assieme, ma andando a recuperare il sentiero più comune del Cardinello (con tanto di qualche ometto), che tuttavia è a mio parere assai meno interessante rispetto al bel pendio fatto in salita. Giungiamo, a ritroso, all'Alpe Paina e all'Alpe Malpensata, dove salutiamo

Qualche dato: Diga Val Roggiasca-Bocchetta di Camedo T2 - Bocchetta di Camedo-Cardinello T3+
Morale della favola... i Muncech letteralmente affascinano e stregano, dunque sarà molto difficile in futuro non tornare da queste parti, e la cima semi-isolata del Cardinello merita veramente una menzione particolare perchè regala soddisfazione: una delle più belle uscite degli ultimi tempi, non c'è che dire.

Bellissima escursione,in zone stupende e abbastanza selvagge.Giornata perfetta,sotto ogni aspetto e panorama di prim'ordine.è stato un piacere conoscere un hikeriano di spessore,Andrea e e suoi soci Paolo e Vincenzo, su questa cima stupenda,che vale tutta la fatica.
Tourengänger:
Poncione,
froloccone


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