Cima Cioltro (1867 m - 1847 m - 1803m)
|
||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Dopo le recenti nevicate in quota, “la situazione valanghiva è insidiosa” (pericolo 3 reiterato per due giorni). Siccome l’attività scialpinistica durante tutta la stagione è stata soddisfacente ed è passata via liscia anche grazie alla doverosa attenzione prestata ai bollettini dell’SLF, per non rischiare di rovinare tutto scelgo di lasciare a casa i beneamati legni e di riciclarmi in versione estiva.
Prima però di descrivere le mie impressioni su questa montagna è opportuno lasciar parlare il Brenna. Ecco le sue note introduttive a proposito della Cima Cioltro:
“È l’ultima sommità della catena montuosa che si stacca verso WSW dal Pizzo di Campedell, separando le Valli di Osogna e di Cresciano. Ha il fascino particolare delle cime che ben pochi raggiungono. Si sporge con un vasto fianco di boschi e pareti sull’urbanizzata Riviera e le valli della sua sponda destra. Ha di fronte a sé un rosario di cime verzaschesi e offre inoltre un quadro singolare sul Pizzo di Claro, che si alza grandioso dietro la cupola del Torrone Rosso.
Con i diversi itinerari presentati (tutti entusiasmanti ma per esperti di posti senza sentiero) si arriva dapprima alla Cima 1847 m; la vetta trigonometrica 1803 m è situata sul terrazzo meridionale sottostante”.
Dunque, al tempo della pubblicazione della guida, il Brenna quotava l’itinerario prescelto con “EE”. Attualmente io renderei questa valutazione con un T4+, non tanto per l’esposizione o le pareti verticali che fanno da cornice a tutta la gita, ma soprattutto per le oggettive difficoltà di reperimento della traccia. Fuori traccia si passa comunque (come spesso ho fatto io, anche a causa della disastrosa situazione degli alberi caduti) ma vi sono dei passaggi obbligati che è ragionevole non perdere.
Tra l’altro, la parte topica della gita si svolge nella “valle laterale sospesa” di Cresciano, che rientra in una riserva forestale: “dagli anni ’60 non sono stati più eseguiti tagli di bosco e a tratti è già possibile riconoscere la struttura delle foreste vergini di montagna, contraddistinta da forte disetaneità e marcata presenza di legname morto in piedi e a terra” (tratto dal pannello informativo sito a Sotarègn). Se così stanno le cose, l’ecatombe di alberi ad alto fusto diventerà un fatto acquisito, per cui, chi vorrà salire da queste parti, dovrà mettere in conto parecchi “fuoriprogramma”.
Veniamo all’itinerario. Da Cresciano a Sotarègn facile sentiero segnalato adatto a tutti, bambini compresi: il sentiero è ampio e ameno e non mancano i punti di ristoro con rinfrescanti fontanelle. Subito dopo Sotarègn ci si addentra nella valle laterale sospesa di Cresciano. Il sentiero rimane semplice, anche se un po’ cupo, inoltrandosi nel versante a bacio.
Attorno alla quota 1072 il sentiero si biforca; entrambe le tracce portano a Ruscada: io scelgo quella di sinistra, confidando che mi risparmierà un po’ di percorso (teoricamente sì, conoscendo già “il dopo”; a conti fatti, invece, pia illusione). Il sentiero sulla destra orografica della Boggera che scelgo di percorrere ha anche un nome: “Grandi Alberi”, il motivo è ovvio. Notevoli davvero alcuni esemplari di abete, e non solo. Qualche albero caduto complica un po’ la percorrenza, ma il sentiero è ottimamente segnato, quindi anche qui nessun problema.
Arrivato ai due ponti che portano a Ruscada, comincia l’avventura.
Tralasciando gli errori fatti (con conseguente perdita di tempo), il modo più sicuro per raggiungere la base della parete da cui poi si arriva al passaggio obbligato della cengia è questo: ritornare sui propri passi (sentiero sulla destra orografica della Boggera) per circa 100 metri; salire nel canale (il primo che si incontra) oppure su uno dei due fianchi del canale stesso fino ad arrivare sotto la parete. Il Brenna indica un altro metodo, secondo me leggermente più complesso.
Il tratto sotto la parete (in salita verso sinistra) andrebbe percorso in fretta, nonostante la ripidità: c’è un rischio oggettivo di caduta di materiale roccioso (il casco in questo caso non aiuterebbe, la parete è molto alta e anche un granello di sabbia potrebbe avere un impatto disastroso).
Risalita tutta la base della parete ecco che mi trovo davanti la bellissima cengetta del Brenna (passaggio obbligato). Prima sale, poi scende in un canale, ma sempre senza mai diventare troppo stretta (attenzione però al dirupo sulla sinistra).
Nel canale trovo un po’ di neve, ma non rappresenta un ostacolo. Il sentiero prosegue sull’altro versante sempre in salita verso sinistra. Un piccolo abete caduto (tagliato con il falcetto alla base) conferma che si sale da quella parte: infatti, subito dopo, un tratto con parecchi scalini in buono stato toglie ogni dubbio.
Arrivo poi ad un orlo assolato: qui il sentiero è inequivocabile. Salgo successivamente fino alla base di un’altra parete, dove è visibile “uno sprügh con un muretto davanti”. Proseguo sempre verso sinistra (direzione WNW) ed arrivo ad un ulteriore canale detritico. Importante qui restare “alti” (io invece sono rimasto più in basso e ho poi raggiunto la cascina di quota 1574 m dal basso e da sinistra, aiutato anche da un’apparizione di un camoscio che mi ha portato fino ad un precipizio dal quale era possibile intuire la vicinanza con la cascina). Nella zona alta del bosco successivo al canale, un piccolo praticello alla cui destra si erge una nuova parete può essere un buon punto di riferimento: bisogna arrivare a sfiorare il praticello e lasciarselo sulla destra, proseguendo sempre in salita verso sinistra. Ancora 100-150 metri lineari nel bosco e raggiungo la cascina di quota 1574 m: questo posto viene chiamato dal Brenna “Alpe Salosa di Cresciano”, per distinguerlo da quello omonimo situato a poca distanza sull’altro versante della catena.
Venti metri prima di raggiungere la cascina si stacca a destra (direzione NNW) un sentierino che dovrebbe portare alla Bocchetta di Salosa. Io l’ho seguito per un po’: poi, anche in considerazione dei moltissimi alberi caduti, ho preferito “andare su dritto”, sapendo che, se non avessi toccato la Bocchetta di Salosa, sarei comunque sbucato sulla cresta della Cima Cioltro. Così infatti è stato: dopo aver superato nell’ultimo tratto alcune chiazze di neve (rimollata ma portante), arrivo sulla cresta NE della Cima Cioltro a poca distanza dalla bocchetta. Mi dirigo a sinistra sull’ovvia “cresta boscosa dal largo dorso” e, sempre su neve portante, raggiungo prima il punto culminante, la gobba 1867 (chissà perché non è stata dichiarata – questa – la vetta effettiva della montagna? Rimango sempre un po’ spiazzato quando devo raggiungere una vetta in discesa….). Proseguendo arrivo alla vetta principale (Cima Cioltro, 1847 m) e poi, scendendo ancora, e superando alcune facili roccette giungo alla vetta trigonometrica (1803 m) della Cima Cioltro.
Dopo un frugale pasto ripercorro la cresta, arrivo a toccare la Bocchetta di Salosa, seguo in parte il sentierino e poi, come prima, a causa degli alberi caduti che sbarrano il passaggio decido di scendere “a naso” verso sinistra, raggiungendo comunque la cascina 1574. Da qui stavolta, scendendo verso sinistra, riesco a tenere il sentiero fino al fiume (Boggera), sbucando leggermente a monte dei due ponti che portano a Ruscada (variante eventualmente da tenere presente, non segnalata dal Brenna e non trovata da me in salita).
Per vedere anche l’altro sentiero, passo i due ponti e raggiungo Ruscada, bellissimo monte, da cui si ha un’ottima visuale sia sulla Cima Cioltro (la gobba e/o la vetta principale) che sullo Stegnone, cima “gemella” della Cioltro. Sul sentiero, proprio in prossimità delle cascine, ci sono alcune chiazze di neve da superare (a meno di 1200 metri di quota al primo maggio…) ed anche una valanga, che naturalmente ha portato con sé molti alberi. In località Sasso Bianco mi raccordo con l’altro sentiero (quello chiamato “Grandi Alberi”) e da lì continuo sul facile sentiero del mattino fino ad Osogna.
Cima Cioltro: una gita davvero selvaggia, una piccola perla per gli amanti del genere.
Tempi:
Cresciano – Cima Cioltro: andata 5 ore e 30’; ritorno 3 ore

Kommentare (14)