Pizzo Stella (2688 m) - SKT
|
||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
“Se un mattino tu verrai fino in cima alle montagne
troverai una stella alpina che è fiorita sul mio sangue.
Per segnarla c'è una croce, chi l'ha messa non lo so.
Ma è lassù che dormo in pace e per sempre dormirò.
Ma è lassù che dormo in pace e per sempre dormirò.
Tu raccogli quella stella che sa tutto del tuo amore,
sarai l'unica a vederla e a nasconderla sul cuore.
Quando a sera resti sola non piangere perché
nel ricordo vedrai ancora tu e la stella insieme a me,
nel ricordo vedrai ancora tu e la stella insieme a me”.
Il lettore perdonerà la citazione, vieppiù in versione italiana (F. De Gregori): l’originale friulano Stelutis Alpinis (Arturo Zardini) sarebbe stato poco fruibile dalla maggioranza, me compreso (ancorché l’originale è l’originale e questo è un adattamento). Per il resto, nulla da aggiungere: poesia pura. Il Pizzo Stella meritava la stella (alpina), e l’ha avuta.
Anche riguardo al tragitto sarò breve: dopo una salita non dissimile da questa, (o anche questa), al cascinino inferiore di Bann tengo la sinistra in direzione della quota 2166. Come tutte le altre volte che ho tentato di risalire la bastionata che porta ai pascoli alti di Bort / Bann, anche stavolta devo togliere gli sci per un breve tratto, a causa della ripidità del pendio. Raggiungo poi il pianoro oltre la quota 2166 e risalgo il versante Est del Pizzo Stella (dove la CNS reca la scritta “Martschenspitz”). Gli ultimi 200 metri sono a 35° fissi. A una ventina di metri dalla vetta il pendio impenna ulteriormente. Obbligatorio il deposito sci, prima di affrontare il tratto di cresta residua. In salita rimango dalla parte Sud della cresta Est, cioè sulle rocce (non troppo buone, ora è chiaro il motivo del nome Martschenspitz) miste a neve. In discesa, per quanto possibile, ho invece preferito il pendio nevoso rivolto a Nord, anche se considerevolmente ripido.
Data l’esposizione, le cornici, il vuoto da più di un lato e la delicata arrampicata sulle roccette “un po’ marce”, per questa volta (e solo in considerazione delle attuali condizioni) preferisco aggiungere anche la difficoltà alpinistica (PD-). Resta il fatto che la salita odierna non è paragonabile a quella che feci in estiva, quando il Pizzo Stella era stato solo lo zuccherino finale preso in extremis dopo l’ascensione al massiccio Pizzo Biela. In invernale è tutto diverso, questo lo sanno tutti (e sanno tutti anche che ormai è primavera, anche se le montagne delle Alpi Lepontine, oltre una certa quota, si rifiutano di confermarlo…): tuttavia, anche per quelle due vie “estive” (cresta E/versante ENE - cioè quello odierno, fatto allora in discesa - e cresta NNE, che avevo percorso in salita), il Brenna valuta “F”, rinunciando al classico EE (dato invece dall’Armelloni in relazione alla cresta E, ma non per quella NE). Tutto questo per dire che il Pizzo Stella non va in ogni caso sottovalutato, pur non essendo “drammatico”.
Dato che il tratto compreso tra la vetta e il deposito sci non mi ispira troppa tranquillità, dopo aver toccato la croce rimando la pausa birra al deposito. E come ciliegina finale, dopo il magico e polveroso pendio Est del Pizzo Stella, scelgo di scendere dalla via di salita (mai percorsa in discesa nelle precedenti scialpinistiche effettuate in zona): con un buon innevamento, come quello odierno, non male il bosco, assolutamente non male… In altre occasioni avevo reputato questa via inadatta alla discesa, ma attualmente, con tutta la neve che ancora c’è, è una gradevole alternativa ai pendii più a Ovest.
Pizzo Stella: (non mi piace ripetermi, ma anche qui devo dirlo) un nome, una garanzia!

Kommentare (16)