Pizzo Stella (o Martschenpitz) 2688 m con le ciaspole
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Il Pizzo Stella è un pregiato ticinese, domina la remota vallata di Bosco Gurin e con la sua quota di 2688 m offre la possibilità di un'ascesa di sviluppo e dislivello moderati in alta montagna.
Per me è stata la ciaspolata inaugurale della stagione.
Il progetto iniziale era di combinarlo con il vicino Biela, ma le condizioni meteorologiche inizialmente avverse ci hanno ritardato e la neve era in condizioni non idonee ad un'escursione impegnativa e lunga.
Il Biela può attendere e forse per me è opportuno concentrarmi sulle due cime singolarmente siccome entrambe non sono banali.
Descrizione
Alle 06.00 siamo a Bosco Gurin con le ciaspole. È notte e piove a dirotto. Meteoswiss all'ultimo ha inserito questa destabilizzazione notturna non prevista nei giorni precedenti. La previsione istantanea continua a posticipare la fine dei rovesci, prevista entro breve. Attendiamo un'oretta in auto. Per me è un'ora in più di riposo dopo la levataccia.
Alle 07.00 partiamo.
Attraversato il villaggio sbagliamo subito scendendo al fiume. La nostra traccia è quella che parte in cima al villaggio verso nord. Correzione rapida, saliamo alla chiesa e imbocchiamo il sentiero. Risaliamo il rilievo fino all'Alpe di Bann. Qui a quota 2000 nei pressi di una cascina, dopo aver camminato sotto la pioggia che ha nel frattempo ripreso a scendere, facciamo una pausa e iniziamo a intravvedere qualche apertura.
La neve inizia a prevalere sul terreno. Raggiungiamo il Bivacco a quota 2104 m e indossiamo le ciaspole. Da qui andiamo liberamente in direzione delle pendici del Pizzo Stella. Ci sono alcune tracce estive che seguiamo in parte o incrociamo e a quota 2200 m circa prendiamo la traccia invernale dal punto in cui si separa con quella per il Pizzo Bìela.

Il Pizzo Stella visto da q.2200 m circa
Da lontano sembra tutto ripido ma una volta ai piedi la pendenza si ridimensiona. Con le ciaspole cerchiamo la salita nella neve senza troppe rocce affioranti. Siccome la neve è bagnata e poco portante tra le rocce c'è anche il problema dei buchi. Ci teniamo abbastanza a sinistra per evitare eventuali colate di neve (una la vediamo). Pertanto seguiamo il profilo della zona di roccette. Quindi risaliamo il canale a sinistra della bastionata fino alla cresta. Aggiriamo da destra la finta cima (una spalla) su roccette, quindi da sinistra lo spigolo finale. Per pigrizia non lo affrontiamo perché dovremmo togliere le ciaspole. Per evitare cambio assetto ci spostiamo a sinistra sul versante sud e con le ciaspole nella neve e le mani sulle rocce (non tutte stabili), scaliamo gli ultimi metri fino alla crestina sommitale che in pochi istanti ci conduce alla grande croce di vetta.
Siamo entusiasti.
Foto, pranzo e mettiamo i ramponi per scendere.
Nel primo tratto sul pendio meridionale tra la crestina sommitale e lo spigolo est disarrampichiamo con prudenza. La piccozza non serve granchè perchè la neve non è portante.
Quindi sfruttiamo la traccia del mattino per scendere ma nei pressi dell'Alpe Bann deviamo più a valle.
Infine alla cascina del mattino riprendiamo il sentiero e lo seguiamo fino al villaggio.
Anche stavolta posso dire che è stata una grande gita. Ravanage severo.

In primo piano la spalla, dietro lo spigolo E e ancora più dietro la croce di vetta
Per me è stata la ciaspolata inaugurale della stagione.
Il progetto iniziale era di combinarlo con il vicino Biela, ma le condizioni meteorologiche inizialmente avverse ci hanno ritardato e la neve era in condizioni non idonee ad un'escursione impegnativa e lunga.
Il Biela può attendere e forse per me è opportuno concentrarmi sulle due cime singolarmente siccome entrambe non sono banali.
Descrizione
Alle 06.00 siamo a Bosco Gurin con le ciaspole. È notte e piove a dirotto. Meteoswiss all'ultimo ha inserito questa destabilizzazione notturna non prevista nei giorni precedenti. La previsione istantanea continua a posticipare la fine dei rovesci, prevista entro breve. Attendiamo un'oretta in auto. Per me è un'ora in più di riposo dopo la levataccia.
Alle 07.00 partiamo.
Attraversato il villaggio sbagliamo subito scendendo al fiume. La nostra traccia è quella che parte in cima al villaggio verso nord. Correzione rapida, saliamo alla chiesa e imbocchiamo il sentiero. Risaliamo il rilievo fino all'Alpe di Bann. Qui a quota 2000 nei pressi di una cascina, dopo aver camminato sotto la pioggia che ha nel frattempo ripreso a scendere, facciamo una pausa e iniziamo a intravvedere qualche apertura.
La neve inizia a prevalere sul terreno. Raggiungiamo il Bivacco a quota 2104 m e indossiamo le ciaspole. Da qui andiamo liberamente in direzione delle pendici del Pizzo Stella. Ci sono alcune tracce estive che seguiamo in parte o incrociamo e a quota 2200 m circa prendiamo la traccia invernale dal punto in cui si separa con quella per il Pizzo Bìela.

Il Pizzo Stella visto da q.2200 m circa
Da lontano sembra tutto ripido ma una volta ai piedi la pendenza si ridimensiona. Con le ciaspole cerchiamo la salita nella neve senza troppe rocce affioranti. Siccome la neve è bagnata e poco portante tra le rocce c'è anche il problema dei buchi. Ci teniamo abbastanza a sinistra per evitare eventuali colate di neve (una la vediamo). Pertanto seguiamo il profilo della zona di roccette. Quindi risaliamo il canale a sinistra della bastionata fino alla cresta. Aggiriamo da destra la finta cima (una spalla) su roccette, quindi da sinistra lo spigolo finale. Per pigrizia non lo affrontiamo perché dovremmo togliere le ciaspole. Per evitare cambio assetto ci spostiamo a sinistra sul versante sud e con le ciaspole nella neve e le mani sulle rocce (non tutte stabili), scaliamo gli ultimi metri fino alla crestina sommitale che in pochi istanti ci conduce alla grande croce di vetta.
Siamo entusiasti.
Foto, pranzo e mettiamo i ramponi per scendere.
Nel primo tratto sul pendio meridionale tra la crestina sommitale e lo spigolo est disarrampichiamo con prudenza. La piccozza non serve granchè perchè la neve non è portante.
Quindi sfruttiamo la traccia del mattino per scendere ma nei pressi dell'Alpe Bann deviamo più a valle.
Infine alla cascina del mattino riprendiamo il sentiero e lo seguiamo fino al villaggio.
Anche stavolta posso dire che è stata una grande gita. Ravanage severo.

In primo piano la spalla, dietro lo spigolo E e ancora più dietro la croce di vetta
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