Monte Covreto 1593 e Monte Paglione 1553 m
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Neve, neve è tutta la settimana che ne viene e venerdì quando guardo le webcam mi viene lo sconforto….non che non mi piace intendiamoci ma avrei preferito aspettasse ancora un poco!
Venerdì sera mi sento con Poge, ma come mi chiedo ancora niente sci? Da domenica è la risposta. Gli propongo un giro sul lago Maggiore, e entrambi speriamo che la neve a quelle quote e sul lago non sia scesa così copiosa, anche se avendo nevicato a Varese non è che ci speri molto!
Arrivati a Dirinella la situazione è già abbastanza evidente ma la speranza è l’ultima a morire!
Imbocchiamo una ripida e molto scivolosa mulattiera che tagliando un paio di volte la strada passa Scaiano, Cento Campi e Monti di Caviano fino giungere al rifugio Alpetto dove tutti e tre, senza dire niente, abbiamo ben capito che dobbiamo rivedere i nostri programmi.
Cartina alla mano e guardando i vari sentieri decidiamo di puntare al Paglione e scendere a S. Abbondio, dovremmo così sia riuscire a fare una cimetta sia un anello, non è lungo per cui anche con tutta questa neve dovremmo farcela.
Lasciamo il rifugio e a mano a mano che saliamo la neve sale con noi, i due maschietti si danno il cambio a pistare. Poco prima di lasciare il bosco siamo costretti ad una sosta copertura himalayana, il vento sta buffando alla grande!
Alla nostra sx vediamo la dorsale del Covreto e non sembra granché innevata, seguendo però i paletti segnavia questi ci portano a fare un traverso dove la neve ci fa patire parecchio, a fatica raggiungiamo l’altra dorsale e il gioco sembra fatto…sembra!
La croce e ormai a portata di mano ma gli ultimi due metri sono da comiche almeno per me che li osservo dal basso, peccato non averli potuti filmare. Sembra l’arrivo in extremis su un 8000, raggiungono la cima strisciando, tutto a causa di un quantitativo abnorme di neve riportata dal vento e dal vento che soffia imperterrito, e sì perché attorno alla croce si scorge l’erba!
Il mio arrivo è meno comico, anche se devo usare le ginocchia per arrampicarmi sull’ultimo gradino di neve, finalmente in cima ci godiamo il panorama, qualche sorso di te, un po’ di cioccolata dopo di che proseguiamo lungo la cresta in direzione del Monte Paglione. Qui la neve è meno, il vento la portata via e solo in alcuni punti si sprofonda. Raggiungiamo velocemente l’altra cima e diamo una ricontrollata alla cartina. Il sentiero per S. Abbondio passa sotto la cima per cui senza dover tornare al colletto ci avviamo in discesa, lungo la massima pendenza, con l’intenzione di rintracciare il nostro sentiero. Altre comiche, neve oltre la vita, se prendiamo una buca ci finiamo dentro per intero e speriamo di aver guardato bene la cartina perché se dovessimo risalire….
Finalmente Andrea adocchia la traccia di sentiero e poco oltre spunta un bollo, ci siamo. Ora la neve anche se tanta ci permette una buona camminata. Il sentiero un poco scende, un poco va in traverso, a volte lo perdiamo poi lo ritroviamo, arriviamo a pochi metri da due cinghiali in cerca di cibo che fuggono spaventati e poco dopo riusciamo anche a vedere un cervo in fuga, di tracce di animali ce n’erano un’infinità devo dire.
A S. Abbondio facciamo sosta pranzo e dopo di che affrontiamo la parte più pericolosa dell’escursione, la discesa lungo la mulattiera con Via Crucis che ci porta a Caviano. Un vero calvario, stare in piedi è un miracolo, solo a guardarli i sassi sembrano dirti: “Appoggiati qui e vedi dove ti mando!”
Grazie al cielo le cappelle sono vicine e la Via Crucis termina velocemente anche se non abbastanza!
Seguiamo sempre i segnavia che ci conducono sul lago a 15 minuti dal posteggio.
Bella escursione, faticosa e divertente allo stesso tempo.
Il T3+ naturalmente l'ho messo in funzione delle condizioni trovate.
Dislivello 1435 - Km 14,30
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