Adula (3402m), ascesa e discesa dalla Via Malvaglia
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Mi "butta sul piatto" una proposta che, non appena la leggo, non può che lasciarmi sorpreso, contento, e pure perplesso: l'Adula.
Contatto

Lascio l'intera organizzazione a

Percorriamo i primi minuti con le pile, anche se il cielo comincia pian piano a rischiararsi. Come anticipato da


Lasciamo quindi il laghetto, e su una piacevolissima e stabilissima pietraia riprendiamo la salita. Senza alcuna difficoltà raggiungiamo i 2800m circa, e a quel punto c'imbattiamo in una corda metallica sapientemente posizionata. Qui

Riprendiamo quindi la salita, e affrontiamo prima un traverso esposto, e in seguito una salita anch'essa non adatta a chi soffrisse di vertigini. Sbuchiamo a circa 3000m, e finalmente possiamo vedere sia l'intero ghiacciaio che, quando le nuvole ce lo permettono, la croce di vetta. Da qui in avanti la pendenza si fa decisamente più piacevole e percorriamo la cresta senza alcuna difficoltà fino a 3200m circa. Il filo della cresta non è più così ben visibile come avremmo sperato, poiché coperta, a tratti, da neve fresca. Non ci sentiamo sicuri a proseguire in tal maniera, ed ecco quindi che decidiamo di usufruire del ghiacciaio. Facciamo l'errore di non mettere subito i ramponi, e dopo qualche minuto, in posizione decisamente scomoda, ci arrangiamo a indossarli: la pendenza, in quel punto, va aumentando, e l'aderenza del semplice scarpone non è delle più affidabili.

Non ci attardiamo molto, né decidiamo di mangiare, sebbene entrambi (almeno, io sicuramente) abbiamo una bella fame: abbiamo intenzione di pranzare tutti insieme, una volta raggiunto di nuovo


Alle 18.15 raggiungiamo la macchina, felici, soddisfatti e stanchi!
(Ringrazio

tapio: Visto che alla domanda se l’Adula, oltre ad essere la più alta montagna ticinese sia anche la più bella del reame, il Brenna non risponde, lasciando il legittimo dubbio - al quale anch’io mi accodo - preferisco come appellativo (sempre citazione del Maestro) quello di “fiera piramide”.
Al tempo dei Romani Adula Mons indicava tutto l’insieme dei monti delle Alpi Lepontine dalla regione della Nüfenen a quella dello Spluga, dove esistevano le vie di transito per l’attraversamento delle Alpi (Angelo Valsecchi – Adula il tetto del Ticino – Edizioni CAS).
Si può quindi capire quanto l’Adula - la fiera piramide - sia una montagna importante, alla quale prima o poi sorga indomabile il desiderio di avvicinarsi e nei confronti della quale si sostanzi anche l’aspirazione, possibilmente, di raggiungerne l’apice.
Con la salita odierna (“doppia Via Malvaglia”, nel senso di un percorrenza bidirezionale) io e Jules, con l’importante apporto di
SaBo, rendiamo omaggio ad una montagna che, detto con molta semplicità, “non può lasciare indifferenti”.
Condizioni non certo invernali, ma nemmeno “classicamente estive” hanno poi dato quel tocco di magia in più ad un’ascensione già bella di suo.
Per quanto riguarda il percorso non potrei aggiungere nulla a quanto già di completo e dettagliato ha detto Jules.
Non mi resta altro che complimentarmi con lui per il suo primo approccio “senza patemi” al ghiacciaio: il tratto che abbiamo deciso di salire in modo diretto verso la torre di cresta presentava un’inclinazione senza dubbio compresa tra i 45° e i 50° (sarei incline a ritenere realistica la parte medio-alta dell’intervallo), per cui, come primo contatto, è senz’altro indice di una intima familiarità con la montagna in generale e di “un grande rispetto pur senza sudditanza” (per così dire…) verso tutte le sue variegate sfaccettature.
Una menzione particolare va pure riservata a SaBo, per averci accompagnato in quest’avventura ed averci pazientemente atteso in uno dei luoghi, peraltro, più idilliaci dell’intero Alto Ticino: inoltre, da perfetto e collaudato anfitrione della convivialità, non ci ha fatto mancare il conforto, sia “di cuore” che “di pancia”.
L’Adula me lo sono immaginato tante volte, così come tante volte l’ho pure sognato: la realizzazione pratica è stata ancora più bella di quanto costruito con la fantasia. Grazie Jules, grazie
SaBo. Alla prossima!
Tempi:
Foppa di Cusiè - Adula: 6 ore e 15’
Adula – Foppa di Cusiè: 4 ore e 15’
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