Croda del Becco m.2810
|
||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Ancora una volta Dolomiti......così lontane, ma sempre così invitanti!
La proposta arriva, come ogni anno, da Ruggero e trova ben presto dei "seguaci".
La meta questa volta è la Croda del Becco, una montagna che fa parte del gruppo della Croda Rossa d'Ampezzo, così chiamata perchè lungo le sue pendici prospera una consistente popolazione di stambecchi.
Un posto dove non sono mai stata.....
Ma....."mai dire gatto, se non ce l'hai nel sacco" e mercoledì, giusto per complicare le cose, arriva un bel mal di schiena, che mette in serio dubbio la mia partecipazione al week end già da tempo programmato e tanto atteso.
Non riesco quasi a muovermi e sto per rinunciare, ma poi mi imbottisco di antinfiammatori e antidolorifici e il giorno dopo inizio a star meglio, fino ad arrivare a venerdì sera in forma quasi perfetta!
Siamo in otto quando ci ritroviamo sabato mattina al luogo dell'appuntamento: un buon numero....nè troppi....nè pochi.
Il viaggio è lungo, ma come sempre l'andata, forse perchè si è carichi di entusiasmo, di energia e di aspettative, sembra essere più breve del ritorno e in men che non si dica arriviamo a Braies, nei pressi del lago, che costeggiamo per un breve tratto prima di trovare un posticino adatto per fare uno spuntino.
Il tempo è bello e fa caldo, quasi troppo, e me ne accorgo mentre risalgo la prima parte del sentiero, che mi fa sudare, rallentando la mia andatura.
Seguendo sempre il segnavia n.1 risaliamo la conca sovrastata a ovest dall'imponente parete della Croda del Becco e arriviamo a un gradone roccioso, attrezzato con delle catene, che superiamo per accedere al "Forno", dove ci fermiamo per un'altra sosta,
Non abbiamo fretta.....
Qui l'aria sembra più fresca e io ritrovo tutte le energie che il caldo mi ha prosciugato e con passo regolare, ma deciso, proseguo sino alla Forcella Sora Forno a 2388 m., da dove, sotto di noi, è ben visibile il Rifugio Biella, che raggiungiamo in pochi minuti di discesa.
E' ancora presto e ne approfittiamo per prendere possesso dei nostri giacigli, per sistemare le nostre cose e per gironzolare attorno al Rifugio, cercando di indovinare i nomi delle montagne che ci circondano: le Tofane, la Croda Rossa, il Cristallo, il Sass de Putia.
Nomi che saranno poi confermati o contraddetti dal rifugista, che interpelliamo in proposito.....
All'ora di cena ci ritroviamo attorno ad un tavolo, in una sala affollata da persone di diverse nazionalità e, dopo aver mangiato, ci intratteniamo nel locale comune, divertendoci e facendo divertire l'anziana signora che gestisce il Rifugio con uno strano, ma spassoso gioco di carte.
Prima di andare a letto mettiamo il naso fuori dalla porta, giusto per renderci conto che siamo completamente avvolti dalla nebbia che, le previsioni ce lo assicurano, si dissolverà di primo mattino!
Quando ci svegliamo l'indomani, di buon'ora, la situazione non è cambiata.
Ma è ancora presto e non voglio minimamente pensare di essere arrivata fin qua per poi rinunciare.
Ci tengo ad arrivare fino in cima.....
Facciamo dentro e fuori dal Rfugio per monitorare il tempo finchè, verso le 8:00, le nebbie sembrano diradarsi e uno squarcio d'azzurro appare.....lassù in alto.
Pronti....via!
Risaliamo il fianco roccioso della Croda su un sentiero ripido e sassoso e in breve arriviamo ad un tratto attrezzato, superato il quale la pendenza si attenua e, guidati dai numerosi ometti arriviamo, avvolti dalla nebbia, fino in cima.
Purtroppo il panorama ci è negato e mi consolo pensando che è già una soddisfazione l'essere arrivati fin quassù. In fondo non si può avere sempre tutto.....
Dopo una brevissima sosta riprendiamo la via del ritorno e raggiungiamo di nuovo il Rifugio.
Da qui imbocchiamo la sterrata quasi pianeggiante che porta al Rifugio Sennes, fino ad incontrare il sentiero n. 23 che dovrebbe riportarci a valle chiudendo il nostro anello.
Credevo che la salita fosse finita.....e invece....è un continuo saliscendi, finchè arriviamo sull'orlo di un selvaggio vallone detritico dove il sentiero si impenna e, dopo una lunga discesa, ci riporta sul fondovalle.
Nonostante il tempo bigio...il paesaggio è affascinante e al tempo stesso severo.
Splendide Dolomiti!
Siamo stanchi e la Malga Foresta ci appare come un miraggio....
Birra, canederli, speck.......
Nessuno di noi resiste alla tentazione!
Solo una ventina di minuti ci separano ormai dall'auto, che raggiungiamo verso le tre del pomeriggio.
Un ultimo sguardo al paesaggio....chissà quando ritornerò......
Ringrazio Antonia, Giuseppe, Laura, Marica, Mario, Moreno, Ruggero, per il bellissimo week end trascorso insieme
La proposta arriva, come ogni anno, da Ruggero e trova ben presto dei "seguaci".
La meta questa volta è la Croda del Becco, una montagna che fa parte del gruppo della Croda Rossa d'Ampezzo, così chiamata perchè lungo le sue pendici prospera una consistente popolazione di stambecchi.
Un posto dove non sono mai stata.....
Ma....."mai dire gatto, se non ce l'hai nel sacco" e mercoledì, giusto per complicare le cose, arriva un bel mal di schiena, che mette in serio dubbio la mia partecipazione al week end già da tempo programmato e tanto atteso.
Non riesco quasi a muovermi e sto per rinunciare, ma poi mi imbottisco di antinfiammatori e antidolorifici e il giorno dopo inizio a star meglio, fino ad arrivare a venerdì sera in forma quasi perfetta!
Siamo in otto quando ci ritroviamo sabato mattina al luogo dell'appuntamento: un buon numero....nè troppi....nè pochi.
Il viaggio è lungo, ma come sempre l'andata, forse perchè si è carichi di entusiasmo, di energia e di aspettative, sembra essere più breve del ritorno e in men che non si dica arriviamo a Braies, nei pressi del lago, che costeggiamo per un breve tratto prima di trovare un posticino adatto per fare uno spuntino.
Il tempo è bello e fa caldo, quasi troppo, e me ne accorgo mentre risalgo la prima parte del sentiero, che mi fa sudare, rallentando la mia andatura.
Seguendo sempre il segnavia n.1 risaliamo la conca sovrastata a ovest dall'imponente parete della Croda del Becco e arriviamo a un gradone roccioso, attrezzato con delle catene, che superiamo per accedere al "Forno", dove ci fermiamo per un'altra sosta,
Non abbiamo fretta.....
Qui l'aria sembra più fresca e io ritrovo tutte le energie che il caldo mi ha prosciugato e con passo regolare, ma deciso, proseguo sino alla Forcella Sora Forno a 2388 m., da dove, sotto di noi, è ben visibile il Rifugio Biella, che raggiungiamo in pochi minuti di discesa.
E' ancora presto e ne approfittiamo per prendere possesso dei nostri giacigli, per sistemare le nostre cose e per gironzolare attorno al Rifugio, cercando di indovinare i nomi delle montagne che ci circondano: le Tofane, la Croda Rossa, il Cristallo, il Sass de Putia.
Nomi che saranno poi confermati o contraddetti dal rifugista, che interpelliamo in proposito.....
All'ora di cena ci ritroviamo attorno ad un tavolo, in una sala affollata da persone di diverse nazionalità e, dopo aver mangiato, ci intratteniamo nel locale comune, divertendoci e facendo divertire l'anziana signora che gestisce il Rifugio con uno strano, ma spassoso gioco di carte.
Prima di andare a letto mettiamo il naso fuori dalla porta, giusto per renderci conto che siamo completamente avvolti dalla nebbia che, le previsioni ce lo assicurano, si dissolverà di primo mattino!
Quando ci svegliamo l'indomani, di buon'ora, la situazione non è cambiata.
Ma è ancora presto e non voglio minimamente pensare di essere arrivata fin qua per poi rinunciare.
Ci tengo ad arrivare fino in cima.....
Facciamo dentro e fuori dal Rfugio per monitorare il tempo finchè, verso le 8:00, le nebbie sembrano diradarsi e uno squarcio d'azzurro appare.....lassù in alto.
Pronti....via!
Risaliamo il fianco roccioso della Croda su un sentiero ripido e sassoso e in breve arriviamo ad un tratto attrezzato, superato il quale la pendenza si attenua e, guidati dai numerosi ometti arriviamo, avvolti dalla nebbia, fino in cima.
Purtroppo il panorama ci è negato e mi consolo pensando che è già una soddisfazione l'essere arrivati fin quassù. In fondo non si può avere sempre tutto.....
Dopo una brevissima sosta riprendiamo la via del ritorno e raggiungiamo di nuovo il Rifugio.
Da qui imbocchiamo la sterrata quasi pianeggiante che porta al Rifugio Sennes, fino ad incontrare il sentiero n. 23 che dovrebbe riportarci a valle chiudendo il nostro anello.
Credevo che la salita fosse finita.....e invece....è un continuo saliscendi, finchè arriviamo sull'orlo di un selvaggio vallone detritico dove il sentiero si impenna e, dopo una lunga discesa, ci riporta sul fondovalle.
Nonostante il tempo bigio...il paesaggio è affascinante e al tempo stesso severo.
Splendide Dolomiti!
Siamo stanchi e la Malga Foresta ci appare come un miraggio....
Birra, canederli, speck.......
Nessuno di noi resiste alla tentazione!
Solo una ventina di minuti ci separano ormai dall'auto, che raggiungiamo verso le tre del pomeriggio.
Un ultimo sguardo al paesaggio....chissà quando ritornerò......
Ringrazio Antonia, Giuseppe, Laura, Marica, Mario, Moreno, Ruggero, per il bellissimo week end trascorso insieme
Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (14)