Pizzo Moro (2948 m) e cime del “Grande Ovest” del Devero
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tapio: con
ciolly ci proponiamo di raggiungere il Pizzo Moro da due diverse vie di salita nonché da due differenti tragitti di avvicinamento e, rispettivamente, allontanamento. La meteo stavolta non ci mette i bastoni tra le ruote (leggi: gambe) ed il giro riesce alla perfezione, sebbene la canicola patita alle basse quote e due minacciose avvisaglie di pioggia nei pressi del Passo di Valtendra tentino di sbilanciare il piatto della bilancia.
Partiamo da Goglio e, nonostante una segnaletica - nel primo tratto - non ineccepibile, guadagniamo gli alpeggi soprastanti. Dopo il guado sul Torrente Bondolero al Pian di Rio Secco, sbuchiamo sulla grande mulattiera che sale da Esigo e che ci porta al riattraversamento del T. Bondolero. In un ambiente alpino di grande fascino raggiungiamo l’Alpe Case di Sotto e successivamente l’Alpe Bondolero. Prima di arrivare al Passo di Valtendra grossi nuvoloni grigi ci (mi) fanno temere per la continuazione della gita, visto che lasciano cadere un po’ di pioggia (e con previsioni non proprio positive…), proprio mentre superiamo una lunga lingua di neve.
Al Passo di Valtendra, però, la situazione meteo verso il Vallese appare migliore di quanto ci aspettassimo. Cominciamo così a salire sul versante Sud del Pizzo Moro, aggirando sulla sinistra dei grossi muri rocciosi. Cadono altre gocce, ma poi l’atmosfera si rasserena, presentando un’inaspettata situazione di pulizia (salvo verso il Diei, che pare raccolga l’integralità della goccia grigia).
Ci spostiamo gradatamente a destra, cioè verso la cresta S a monte dei salti. Evitiamo delle torri e seguendo nella parte finale dell’ascesa la cresta, tra blocchi e canalini raggiungiamo la vetta del Pizzo Moro.
Quando lo scorso inverno lo notai dalla cima del Cazzola (era così…) non avrei scommesso un centesimo sul fatto di poterlo raggiungere solo pochi mesi dopo…
Il panorama è d’eccezione, essendo questa montagna in posizione baricentrica tra Veglia e Devero. Il gigante che domina tutto è l’Helsenhorn, ma non è il solo a mostrare la sua potenza.
Dopo una doverosa prolungata pausa iniziamo la discesa verso il Passo delle Caldaie, affrontando alcuni passaggi obbligati, ancorché piuttosto semplici. Qualche cengia, qualche macereto… e ci siamo! Da qui il versante disceso e, soprattutto lo spigolo Nord, incutono un certo timore.
Rimangono alcuni passaggi ripidi su erba (forse “le difficoltà più evidenti di giornata”) ed in breve raggiungiamo il laghetto di quota 2352, accompagnati da alcune capre molto interessate agli umori salini sudoriferi di cui siamo abbondantemente cosparsi.
Da qui, dopo aver riguadagnato quota ed aver raggiunto la Scatta d’Orogna, è una lunga traversata di cresta che tocca tutte le punte del Grande Ovest del Devero: Punta d’Orogna, Pizzo Creggio, Monte Cazzola, nonché tutte le alture intermedie. A proposito di Punta d’Orogna (ma che cima è una cima che è più bassa del suo stesso passo????) in hikr sono presenti tre differenti quote, ognuna plausibile (2474 m, rochi e
peter86), (2447 m,
Francesco,
ALE66 e
veget), (2426 m,
morgan e
cappef). Personalmente propendo per la seconda versione, 2447 m, che è anche quella riportata dalle carte. Comunque a scanso di equivoci percorriamo tutta la cresta, toccando ognuno di questi tre punti (che evidenziamo anche nei waypoints della presente relazione; se qualcuno vuole mettere ordine, lo faccia pure, gli utenti di hikr saranno sicuramente grati della meritoria azione).
Dal Cazzola, con discesa sulla piste da sci raggiungiamo l’Alpe Devero, intenzionati a percorrere la mulattiera che sul lato orografico destro del fiume porta a Goglio. Purtroppo una recente frana (con conseguente divieto) ci costringe a prendere la stradaccia, seguita da un breve sentiero, che porta a Cologno. Poi, superata la prima galleria scendiamo fino all'ingresso della seconda, dove un ponticello ci re-immette, dopo un ulteriore salita, al sentiero che ci scodella a Goglio proprio davanti all’auto.
A parte il fatto che lo sviluppo si è fatto sentire più al ritorno che all’andata, si è trattato di una gita fantastica che mi sento di raccomandare agli amanti della montagna in vena di lunghe percorrenze. Il Pizzo Moro è davvero una piramide sfavillante!
ciolly:
Dopo la passata uscita Ticinese, che alla fine è diventata Urana, questa Domenica si ritorna nuovamente in territorio Ossolano… (facciamo una volta di qua e una di là)… con l’intento di salire all’elegante guglia rocciosa del Pizzo Moro.
L’idea è, come solito, quella di compiere un bel giro ad anello, percorrendo l’incantevole Val Bondolero all’andata e la classica Orogna-Devero al ritorno… sperando solo che il tempo tenga!
Raggiunta la Val Bondolero, alcuni addensamenti nuvolosi provenienti da Nord ci fanno temere una possibile rinuncia ma, per nostra fortuna, a parte qualche goccia, passano senza lasciare danni.
Possiamo così valicare il Colle di Valtendra e montare le ripide balze erbose del Pizzo Moro senza alcun problema… qualche passo, aiutandosi con le mani, sulla cresta finale ed eccoci arrivati all’ometto…
“E fanno tre!”…
La terza volta che raggiungo il Pizzo Moro, una volta anche in assetto Skialp, ma sempre con un percorso differente; Restando nell’ambito Escursione reputo, senz’alcun dubbio, migliore, questa salita dai pendii misto erba-roccette della Val Bondolero che il passaggio sulle malferme e interminabili giavine della conca delle Caldaie provenendo dall’Alpe Veglia.
Il panorama è come sempre magnifico... 360° di meraviglie!
Al ritorno scegliamo il passaggio “scivoloso” del Passo delle Caldaie, ritornando così a prendere il sentiero GTA proveniente dal Passo di Valtendra in prossimità del mini-laghetto quota 2350 per terminare il nostro giro con “L’Alta Via West” Orogna-Cazzola-Devero-Goglio, sempre bella morbida e frequentata.
Goglio ore 16,30: …anche questa è andata!
"She's already working on my brain
Tempi:
Goglio – Pizzo Moro (via Valle Bondolero): 4 ore e 15’
Pizzo Moro – Goglio (via Scatta d’Orogna- cresta – Devero): 5 ore
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