Al Devero... dalla porta di servizio
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Tra cartine e GPS non ce ne sono due che riportino le stesse cose... il dubbio un po' resta: il sentiero che mi serve, ci sarà o non ci sarà?
E' così che, un po' indeciso, dal parcheggio dell'ultima frazione di Goglio mi incammino lungo la mulattiera che arriva (e termina) appena sotto un piccolo alpeggio dove chiedo indicazioni per la via migliore verso la Val Bondolero.
Su consiglio del gentile signore, tiro dritto per i prati soprastanti, fino ad una baita bianca dove prendo a sinistra un sentiero ben bollato che mi porta ad immettermi sulla sterrata che sale verso gli alpeggi restando dall'altra parte del torrente.
Ovviamente non può andare proprio tutto così linearmente... questo sentiero, chiamato Veia di Squettar (Via degli scoiattoli) è si ben segnato, ma implica il superamento di una bella frana che richiede attenzione e passo fermo, un po' di alberi probabilmente abbattuti dall'inverno e, dulcis in fundo, il guado del Rio Bondolero che ho affrontato scalzo nella corrente tumultuosa dopo aver inutilmente cercato un passaggio più agevole... probabilmente in stagione avanzata il fiume potrebbe risultare un po' più docile.
Raggiunta la sterrata, la seguiamo agevolmente fino ad un primo alpeggio dove il pastore ci sconsiglia la salita diretta ai piani alti della valle e ci indica il sentiero che, attraversato il torrente (qui c'è un comodo ponticello), con un largo giro verso destra raggiunge prima le malghe di Case di Sotto, e con un bel traverso, l'Alpe Bondolero. Ancora deserta, qui la valle è il regno delle marmotte e la sua conformazione permette a Macchia di scorrazzare in lungo ed in largo avendolo sempre a portata d'occhio... spinaci giganti permettendo!
Qui la traccia sembra quasi scomparsa, o semplicemente è sepolta sotto la verdura ed i nevai ancora presenti.
Comunque si risale senza percorso obbligato verso il "lontanissimo" Passo di Valtendra che però non è necessario raggiungere in quanto ad un certo punto si stacca sulla destra un sentiero che salendo regolare a rapidi (e ripidi) zig-zag permette di raggiungere il sentiero che collega il Valtendra con la Scatta d'Orogna (nostra meta).
Ovviamente noi di questo a traccia non ne sapevamo nulla, e quindi ad un certo punto abbiamo cominciato a risalire (moooolto ripidamente) il versante erboso: esperienza che non consiglio, vista l'esistenza di un sentiero... che ci ritroviamo davanti (o meglio, sotto) una volta fuori dalle difficoltà.
Una meritata sosta e ripartiamo. Qualche bel nevaio da attraversare ed un tratto di sentiero ormai privo di incognite ci scodellano al colletto.
Da qui si apre la vista sulla lunga Val Buscagna... completamente innevata!
Iniziamo quindi la discesa rimanendo prima sulla dorsale da cui la neve se ne è già andata, per poi scendere nella valle un po' camminando, un po' scivolando.
Un po' prima dell'Alpe Misanco incontriamo una simpatica coppia di signori di Luino con cagnolina (i primi esseri umani, a parte il pastore della mattina) con cui scambiamo quattro chiacchiere e condividiamo un tratto di strada... ne approfitto per salutarli, nel caso si imbattano in questo scritto (mi hanno detto essere "lettori" di Hikr).
Velocemente, scendiamo alla piana del Devero e, raggiunto il bel sentiero che parte dai parcheggi lungo la strada, a Goglio, dove chiudiamo questo bel giro.
Stanchi ma soddisfatti!
E' così che, un po' indeciso, dal parcheggio dell'ultima frazione di Goglio mi incammino lungo la mulattiera che arriva (e termina) appena sotto un piccolo alpeggio dove chiedo indicazioni per la via migliore verso la Val Bondolero.
Su consiglio del gentile signore, tiro dritto per i prati soprastanti, fino ad una baita bianca dove prendo a sinistra un sentiero ben bollato che mi porta ad immettermi sulla sterrata che sale verso gli alpeggi restando dall'altra parte del torrente.
Ovviamente non può andare proprio tutto così linearmente... questo sentiero, chiamato Veia di Squettar (Via degli scoiattoli) è si ben segnato, ma implica il superamento di una bella frana che richiede attenzione e passo fermo, un po' di alberi probabilmente abbattuti dall'inverno e, dulcis in fundo, il guado del Rio Bondolero che ho affrontato scalzo nella corrente tumultuosa dopo aver inutilmente cercato un passaggio più agevole... probabilmente in stagione avanzata il fiume potrebbe risultare un po' più docile.
Raggiunta la sterrata, la seguiamo agevolmente fino ad un primo alpeggio dove il pastore ci sconsiglia la salita diretta ai piani alti della valle e ci indica il sentiero che, attraversato il torrente (qui c'è un comodo ponticello), con un largo giro verso destra raggiunge prima le malghe di Case di Sotto, e con un bel traverso, l'Alpe Bondolero. Ancora deserta, qui la valle è il regno delle marmotte e la sua conformazione permette a Macchia di scorrazzare in lungo ed in largo avendolo sempre a portata d'occhio... spinaci giganti permettendo!
Qui la traccia sembra quasi scomparsa, o semplicemente è sepolta sotto la verdura ed i nevai ancora presenti.
Comunque si risale senza percorso obbligato verso il "lontanissimo" Passo di Valtendra che però non è necessario raggiungere in quanto ad un certo punto si stacca sulla destra un sentiero che salendo regolare a rapidi (e ripidi) zig-zag permette di raggiungere il sentiero che collega il Valtendra con la Scatta d'Orogna (nostra meta).
Ovviamente noi di questo a traccia non ne sapevamo nulla, e quindi ad un certo punto abbiamo cominciato a risalire (moooolto ripidamente) il versante erboso: esperienza che non consiglio, vista l'esistenza di un sentiero... che ci ritroviamo davanti (o meglio, sotto) una volta fuori dalle difficoltà.
Una meritata sosta e ripartiamo. Qualche bel nevaio da attraversare ed un tratto di sentiero ormai privo di incognite ci scodellano al colletto.
Da qui si apre la vista sulla lunga Val Buscagna... completamente innevata!
Iniziamo quindi la discesa rimanendo prima sulla dorsale da cui la neve se ne è già andata, per poi scendere nella valle un po' camminando, un po' scivolando.
Un po' prima dell'Alpe Misanco incontriamo una simpatica coppia di signori di Luino con cagnolina (i primi esseri umani, a parte il pastore della mattina) con cui scambiamo quattro chiacchiere e condividiamo un tratto di strada... ne approfitto per salutarli, nel caso si imbattano in questo scritto (mi hanno detto essere "lettori" di Hikr).
Velocemente, scendiamo alla piana del Devero e, raggiunto il bel sentiero che parte dai parcheggi lungo la strada, a Goglio, dove chiudiamo questo bel giro.
Stanchi ma soddisfatti!
Tourengänger:
Daniele

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Kommentare (9)